La Verità ferita

Editoriale della Rivista Misli 6, 2020 di Carlo Simon Belli

Nell’anno che si sta concludendo, non è possibile esimersi dal fare un accenno alla difficile situazione sanitaria che l’intero pianeta sta attraversando ma, non avendo competenze in ambito medico, mi limiterò ad esprimere qualche riflessione da una prospettiva sociale e spirituale.

In questo senso, guardando al mondo della comunicazione, ma soprattutto alle scelte in ambito economico, sociale e sanitario che i governi stanno intraprendendo, appare assai evidente quanto, in questi tempi, la principale vittima sia la Verità, la quale appare gravemente ferita, con lesioni profonde che comportano preoccupanti ripercussioni anche nel tessuto sociale, e con cicatrici che impiegheranno anni per rimarginarsi. Nelle società in cui la Verità è stata violata, e in cui conseguentemente dominano insicurezza e incertezza, emergono forme di disagio individuale e collettivo, che si manifestano concretamente con atteggiamenti paranoici di reciproca diffidenza, paralisi di attività socializzanti, preoccupante rallentamento dei processi educativi e formativi, incremento e diffusione di svariate forme di intolleranza, xenofobia, violenza, innescando o aggravando crisi socioeconomiche contraddistinte da uno scandaloso accrescimento del divario tra ricchi e poveri.

Ebbene, bisognerà riconoscere come tutto questo possa considerarsi causa più o meno diretta di un diffuso e profondo malessere individuale, quasi come fossimo in una sorta di guerra, seppur non dichiarata. Non si muore solo di malattia, anzi, si può affermare che nel nostro mondo globalizzato si muore di più a causa di conflitti sociali, povertà, fame, disperazione, paura, e anche spesso a causa di malattie che gli individui contraggono come conseguenza di pesanti disagi psichici, che finiscono per manifestarsi in maniera dirompente sul piano sociale.

Ma la crisi sociale, economica e politica che stiamo vivendo e che rischiamo di dover affrontare nei prossimi tempi, non è riconducibile solo e soltanto a questioni materiali (come conseguenza diretta delle scelte della gran parte dei governi): se così fosse la “ripresa” sarebbe più facile da conseguire. In realtà, vi è una dimensione della crisi che è più “sottile”, più “spirituale”, e che sta incidendo in maniera molto più profonda e molto più duratura sulla nostra società globalizzata, essendo riconducibile alla diffusa perdita di fiducia, allo scoraggiamento che derivano dalla ormai forte propensione a manipolare e distorcere le informazioni, una tendenza nefasta, che ormai caratterizza la maggior parte dei governanti, dei politici, degli uomini di potere. Le moltitudini sono come disorientate, in quanto non sanno più se possono fidarsi delle élite che li governano, non si sentono più rappresentati; la diffidenza si diffonde verticalmente e orizzontalmente in tutta la società.

È ragionevole, oltre che necessario, saper riconoscere quanto tutti i fattori di crisi che si stanno profilando possono essere considerati conseguenza diretta o indiretta di verità parziali presentate come assolute, di informazioni distorte o ingannevoli, di notizie false o esagerate, spesso date con il preciso intento di creare disinformazione, ansia e smarrimento.

Purtroppo, sono ancora pochi coloro che si rendono conto di quanto sia dannoso – per i singoli individui e per la società nel suo insieme – ferire e violare la Verità; spesso neanche gli intellettuali più attenti sono consapevoli del fatto che tale pratica costituisce forse la principale fonte di disarmonia e conflitti, in tutte le civiltà, di tutti i tempi.[1]

Grandi saggi e grandi Maestri spirituali ci hanno invece spesso ammonito in proposito: nell’antico grandioso poema epico indiano Mahabharata – che narra dello scontro tra una élite di regnanti buoni contro una élite di regnanti cattivi, avvenuto nell’era (il Dvāpara-yuga) che ha preceduto la nostra (il Kali-yuga) – la vera causa del conflitto finale (che porterà ad una vera e propria ecatombe e che vedrà soccombere pressoché tutta l’umanità) sta nelle trame e nei raggiri di un protagonista apparentemente secondario, Dushasana, noto per essere falso e bugiardo; il messaggio è chiaro: le società umane rischiano la catastrofe non a causa di governanti “buoni” non sufficientemente capaci, o di governati “cattivi” troppo autoritari o crudeli, ma a causa di individui che, mentendo, diffondono zizzania.

Per tutte queste ragioni, quanti desiderano adoperarsi per il “Bene comune” – tanto da una prospettiva materialista agnostica, quanto da una prospettiva spiritualista – dovrebbero darsi come compito irrinunciabile la difesa della Verità, la non adesione alla menzogna.

Ma come adempiere a questo compito così vitale per la salute del singolo individuo e dell’intera società? Evidentemente, la conditio sine qua non sarebbe di riuscire a capire dove si “trova” la Verità, compito assai difficile, e che andrebbe affidato alla sensibilità soggettiva di ciascuno di noi.

In questa nostra realtà materiale, della Verità si può dire dove non si trova; ad esempio, essa non si trova negli “estremi”, non dimora negli eccessi, nei proclami, negli editti, di nessun schieramento, e rifugge i portatori di odio e di violenza: qui non troveremo mai una Verità assoluta. Piuttosto, è importante riconoscere che potremo trovare tante verità quanti sono gli abitanti del nostro pianeta.

In questo nostro tempo invece, travolti da un nemico invisibile, più che mai stiamo assistendo ad un tentativo diffuso di convincere tante più persone possibile che la verità è su uno dei due “fronti” che si stanno contrapponendo con tanta forza: da un lato il fronte delle istituzioni governative di tutto il mondo che, in nome di una supposta pandemia (dichiarata in base a dei parametri opinabili), stanno imponendo restrizioni alla vita sociale, limitazioni foriere di quelle ansie e disarmonie sociali che sono all’origine di quei problemi cui si accennava poc’anzi; dall’altro, in netta antitesi, abbiamo quei tanti che si ostinano a negare la gravità dell’emergenza sanitaria che le nostre società si trovano a dover affrontare, inducendo così moltissime persone a mettere in essere comportamenti incauti e irresponsabili.

Quanto sarebbe preferibile riconoscere che la verità sta in medias res, vale a dire “nel mezzo” e che pertanto, per dirla in termini semplici e diretti, ci troviamo in una situazione seria – dove quindi tutti dobbiamo assumere comportamenti civilmente responsabili –, ma che non giustifica assolutamente il sacrificio della vita sociale e delle libertà.

I cittadini di questo mondo dovrebbero sviluppare una sorta di “responsabilità civile condivisa” della salute, in virtù della quale, al fine di garantire la salute globale, ciascuno si assume singolarmente il compito di migliorare la propria salute, attraverso comportamenti oggettivamente benefici per il proprio corpo fisico, per il proprio equilibrio emotivo, per la propria condizione mentale.

Sia coloro che negano la pericolosità di questo virus, sia coloro che pretendo di trovare soluzioni esogene – con vaccini propagandati come miracolosi e approcci che medicalizzano l’esistenza –, non comprendono quale sia la verità da perseguire, quella socialmente utile e quindi “vera”. Di conseguenza, limitano o impediscono a tanti di intraprendere il percorso mediano, quello che suggerisce a tutti di assumere comportamenti adeguati a vivere in maniera più sana, in contesti ambientali e lavorativi più sani, promuovendo una nuova visione della salute che includa il rispetto del nostro ecosistema.

Non riconoscendo questa verità, i governi non approfittano di questa importantissima occasione per stimolare nei cittadini una maggiore attenzione consapevole alla salute: invece di proporre e propagandare soluzioni miracolose, e scientificamente non provate, i governi avrebbero ora l’occasione di dare ai cittadini tutta una serie di indicazioni su quei tanti comportamenti – che invece godono di comprovata scientificità – che è possibile assumere per migliorare il proprio stato generale di salute, per rafforzare il proprio sistema immunitario e renderlo più resistente a virus e batteri, di qualsiasi natura e provenienza essi siano.

Secondo ipotesi scientificamente fondate, il virus che tanto ci preoccupa rischia di essere solo il primo di una lunga serie di malattie, capaci di diffondersi facilmente nel nostro mondo globalizzato e verso le quali non ha senso concepire soluzioni che tentano di arginare gli effetti, mentre sarebbe opportuno cercare di affrontarne le cause.

Ma, al di là di queste considerazioni su cosa fare, questa è anche un’occasione assai importante per riflettere sul tema della Verità, perché è proprio quando la Verità viene ferita con così tanta veemenza che divengono evidenti le sofferenze che tale atto provoca al tessuto sociale.

Per chi ha intrapreso un percorso improntato ad una visione spirituale dell’esistenza questa è dunque l’occasione migliore per sviluppare un’attitudine volta a difendere le ragioni della Verità e, riassumendo quanto fin qui espresso, potremmo dire che a tal fine dovremo in primo luogo riconoscere la relatività delle verità che incontriamo nella nostra esistenza terrena, e che di conseguenza è necessario tenersi lontano da quanti hanno la presunzione di proporre in maniera apodittica verità assolute. In secondo luogo, è necessario riflettere sul fatto che, se vogliamo coltivare e difendere la Verità, dobbiamo altresì cacciare da noi i due sentimenti che più di altri sono i nemici (interiori ed esteriori) della Verità: la rabbia e la paura. La rabbia ci rende intolleranti verso le verità altrui, mentre la paura ci induce a credere nelle “verità” estreme e assolute, quelle che appunto non sono veritiere. Questi sentimenti ci portano anche ad essere incapaci di recepire i suggerimenti che, attraverso il nostro intuito, ci giungono dal piano spirituale.

Per aiutarci a cacciare rabbia, paura e incertezze, Aïvanhov ci ricorda il relativismo di concetti come Bene e Male, esortandoci a collegarci con un Principio di ordine superiore, che sovrasta Bene e Male, piegandoli al Suo servizio: in tal modo lo spiritualista riesce ad agire nel mondo con quel necessario distacco consapevole, agendo sempre come portatore di amore e saggezza, e manifestandosi con un nuovo modo di essere, come precursore di una nuova umanità.

Se nei nostri cuori e nelle nostre menti coltiveremo questa consapevolezza, potremo aiutare la Verità a risorgere: la Verità può infatti essere ferita, ma prima o poi, quale fenice che risorge dalle ceneri, rinasce, per rivelarsi in maniera inconfutabile.

Possiamo concludere queste brevi riflessioni con un pensiero di O. M. Aïvanhov, che ben riassume quanto abbiamo appena cercato di esprimere: «Se è così difficile dare una definizione della Verità, è perché essa non esiste in quanto tale: esistono soltanto la Saggezza e l’Amore. È il comportamento degli esseri a rivelare se essi sono nella Verità, non le teorie che presentano agli altri. Quanto a quelli che sostengono di cercare la Verità ma non l’hanno ancora trovata, essi devono comprendere che in realtà non hanno nulla da cercare: devono soltanto progredire, ogni giorno della loro vita, nell’Amore e nella Saggezza. Sono l’Amore e la Saggezza che conducono alla Verità. La Verità non la si può concepire indipendentemente dal cuore e dall’intelletto. Se essa fosse indipendente dall’attività del cuore e dell’intelletto, ciascuno dovrebbe scoprire la stessa Verità. Ebbene, le cose non stanno così: tutti – o quasi tutti – trovano una verità diversa. Soltanto coloro che posseggono l’amore e la saggezza scoprono la medesima Verità. Ecco perché, nonostante le loro diverse origini e culture, in fondo essi parlano la stessa lingua» (Pensiero di martedì 5 marzo 2019).

[1] A conferma di quanto appena detto, è interessante richiamare una citazione di Rudolf Steiner – che troviamo nell’articolo di Harrie Salman con il quale si apre la serie degli articoli di questo numero di Misli –  secondo cui, da un punto di vista esoterico, i batteri (e i virus) sono «i demoni della menzogna fisicamente incorporati» (cfr. La Saggezza dei Rosacroce, O.O. 99, conferenza del 30/5/1907) e possono quindi essere considerati la materializzazione delle menzogne della nostra civiltà materialistica.

SOS AMBIENTE ITALIA – Franco Tassi

SOS AMBIENTE ITALIA

VOCES CLAMANTES IN DESERTO

di Franco Tassi

Un brusìo sommesso di lamentele, che però stanno ora amplificandosi sempre di più. La protesta della cittadinanza attiva, che pur se frammentata in mille rivoli, da molto tempo aspirava a un forte cambiamento. Che aveva sostenuto questo Governo, convinta che fosse almeno un primo passo necessario per spazzar via la “mala-politica”, puntando nella direzione giusta … Ma ora il Governo, malgrado l’impegno e nonostante qualche indubbio mutamento di rotta, rischia di frantumarsi su uno dei punti cruciali, l’Ambiente. Perché emergono voltafaccia, ripensamenti, contraddizioni, e lo stesso Ministro dell’Ambiente Sergio Costa si trova assediato da mine vaganti, che potrebbero esplodere da un momento all’altro.

Premessa essenziale, che va chiarita anche a nome dei numerosi attivisti che a noi fanno capo, pregandoci di intervenire. Del Ministro abbiamo la massima stima, nulla a che fare con i suoi predecessori: ha già dato prova di affrontare i problemi ecologici con molta competenza e decisione, stroncando il malaffare e attuando nuove strategie contro i rifiuti, le plastiche e altri danni ambientali. Ma sul fronte principale non sembra ancora troppo attivo, forse spaesato, o mal consigliato, oppure schiacciato dall’alleanza ossimorica delle forze dominanti.

Gli lanceremo quindi al volo qualche semplice suggerimento del tutto disinteressato. I temi ecologici negletti sono proprio quelli più vitali: Natura, Paesaggio, Foreste, Biodiversità, Aree Protette. Quelli su cui nel resto d’Europa, ben diversamente che in Italia, avanzano prepotentemente i Partiti Verdi in netta ripresa. Vediamoli in rapida sintesi, uno dopo l’altro.

Natura?

Si può consentire ancora la corsa al massacro ecologico a vantaggio di pochi, rappresentata da TAV, TRIV, TAP, NAV e simili? Ad esempio, non sarebbe  il caso di rivedere NAV (navi da crociera enormi a passeggio nella Laguna di Venezia)? Quanto a TRIV, pochi credono che non si potesse cambiare rotta: bastava muoversi subito con revoca in autotutela, richiesta nuovo parere a Commissione indipendente, valutazione degli effetti ecologici negativi anche indotti (idrogeologici, sismici, su vita marina e sottomarina, ecc.), analisi costi-benefici con raffronto alle royalties assai maggiori imposte altrove in situazioni analoghe. Sarebbe stato chiedere troppo? Notizia dell’ultimo minuto: pare che la protesta abbia avuto effetto, si prepara una “moratoria” nel Decreto Milleproroghe!

Paesaggio?

Qualcuno dovrebbe rammentarsi che l’Italia aveva sottoscritto solennemente, all’alba del Terzo Millennio a Palazzo Vecchio a Firenze, la fondamentale Convenzione del Paesaggio del Consiglio d’Europa. Ma che successivamente, con la ben nota coerenza, aveva scatenato un frenetico attacco ai panorami più spettacolari, agli orizzonti più inviolati, agli scenari più entusiasmanti del BelPaese: quelli che avevano incantato e ispirato artisti, poeti e viaggiatori stranieri del Grand Tour. Cementificazioni, capannoni, impianti, pale eoliche e altri interventi nel nome di produzione, crescita, sviluppo, ricchezza. Mentre però manca ancora un vero Piano Energetico Nazionale. Per non tacere il fatto che non è neanche possibile avere una Mappa completa delle innumerevoli Centrali a Biomasse, esistenti o progettate, che stanno proliferando ovunque in Italia, grazie ai nefasti incentivi europei, con tutte le conseguenze ecologiche e sanitarie che si possono immaginare.

Foreste?

Ma il capitolo più preoccupante riguarda proprio le Foreste, che sembrano sfuggire come viscide anguille alla competenza dell’Ambiente, per restare esclusivo dominio dell’Agricoltura. E quindi ostaggio di una visione limitata, settoriale, materiale, produttivistica. Il ruolo essenziale del manto verde del Paese per equilibrio ecologico e idrogeologico, ossigeno e acque, biodiversità e clima è inconfutabile, ma non sembra stimolare le meningi dei responsabili. Che raggiungono vertici inimmaginabili allorchè, in un recente squinternato provvedimento, riducono il patrimonio forestale a semplice sottocategoria del Turismo. Incredibile, ma vero. Dopo la soppressione della Forestale e il barbarico Testo Unico Forestale, non si poteva concepire di peggio. Al confronto, Attila e Genserico erano semplici dilettanti.

Alberi sacri Franco Tassi Alberi sacri – Franco Tassi

Biodiversità?

Il Ministro ha già dato prova di attenzione alla Fauna da proteggere, per esempio non cedendo alle beote pressioni per sterminare l’animale più calunniato, il Lupo appenninico: ma ora è necessario fare molto di più. Se la sua iniziativa di creare nuove ZPS (= Zone Speciali di Conservazione)  appare quanto mai valida, non va però trascurato ciò che sta avvenendo nelle Zone già esistenti, che debbono sempre essere strenuamente difese dai continui attacchi di quanti vorrebbero riaprirle alla caccia, oppure offrirle su un piatto d’argento alla speculazione in agguato. Come nel caso della storica Diaccia-Botrona presso Castiglion della Pescaia, angolo di Maremma pullulante di Biodiversità, con straordinari Uccelli stanziali e migratori, fauna e flora rare e ricche di endemismi. Un Paradiso naturale che la Provincia di Grosseto ha ora improvvidamente messo in vendita, e si può ben immaginare in quali mani potrebbe finire. Le Associazioni protezionistiche, con Italia Nostra in prima linea, hanno lanciato l’allarme, ma fino a questo momento non si è avuta notizia di azioni decisive per scongiurare il pericolo. Eppure un intervento dall’alto potrebbe congelare tutto, ad esempio inserendo nel fantasmagorico Decreto Milleproroghe l’assoluto divieto di mutamento di destinazione delle ZPS, senza un preventivo e motivato assenso del Ministero dell’Ambiente. Quali Associazioni sono pronte a esercitare legittime pressioni per ottenere il congelamento o la moratoria? Confidiamo su Italia Nostra e sulla LIPU, e certo il Comitato Parchi sarà sempre con loro: ma quali altri Gruppi e Movimenti potrebbero aggiungersi?

Aree Protette?

Non siamo a conoscenza di grandi iniziative innovative su Parchi Nazionali e Regionali, Riserve Naturali e Parchi Marini, ma le voci circolanti sembrano davvero poco rassicuranti. Si attende che vengano rinnovati i vertici di alcuni Parchi importanti, e questo, dopo anni di inerzia e caos, potrebbe apparire confortante. Senonchè, si sussurra che verranno affidati all’Arma Benemerita, con ruoli apicali  nelle mani non delle persone particolarmente competenti e qualificate, ma dei Carabinieri Forestali, ovvero di “militari”. Sarebbe il colmo! Dopo aver criticato la fallimentare riforma che aveva smantellato la Forestale, e l’assurda incostituzionale pretesa di regalare alla Benemerita (che avrebbe già parecchio da fare contro delinquenze comuni e organizzate), un servizio pubblico di antica e vasta esperienza, in questo modo si completerebbe la “militarizzazione” della Conservazione della Natura! Avallando e legittimando i precedenti passi sbagliati, che già tanti danni culturali, ambientali, socioeconomici, ecologici hanno provocato. Qualcosa di simile non si era mai visto in un Paese civile. Persino negli USA, dove il Ranger dei famosi Parchi Nazionali è rispettata figura di Agente Federale con giurisdizione esclusiva (exclusive jurisdiction), quando si arresta un ladro o un bracconiere, li si consegna poi allo Sceriffo (Marshal) della Contea e al Giudice competente, per ritornare subito attivi “sul Fronte della Natura”. Non resta che augurarci che queste “voci di corridoio” siano prive di fondamento, e che il Ministro le smentisca, affidando la guida dei Parchi ai più capaci. Evitando di far dipendere da militari il personale civile, e chiamando i migliori Carabinieri Forestali (che certo non mancano) a collaborare con lui al Ministero. Perché, se c’è un’esigenza prioritaria da soddisfare, nessuno ne dubita, è anzitutto quella di cambiare, rafforzare, rinnovare struttura e organizzazione tecno-burocratica. Non soltanto mutando il “contenitore” (lodevolissimo il prossimo trasferimento di Sede!), ma anche e soprattutto rigenerando il “contenuto”. Lo suggeriamo anche nell’interesse dell’immagine dei Carabinieri Forestali: su ciascuno di loro, appena diventato Direttore di un Parco, pioverebbero, lo diciamo per esperienza comune, valanghe di false accuse. Alle quali seguirebbero i consueti avvisi di garanzia, pubblicati dai media con grande risalto, come condanne senza scampo … E l’immagine del Carabiniere Forestale, pur se integerrimo, adamantino e innocente, in un Paese drogato da sospetti e pettegolezzi, ne finirebbe irrimediabilmente compromessa.

Franco Tassi & Collaboratori
Centro Parchi Internazionale
Roma, 10 Gennaio 2019

2018: ATTACCO AGLI ALBERI E AI BOSCHI – FRANCO TASSI

2018: ATTACCO AGLI ALBERI E AI BOSCHI
di Franco Tassi

Non un assalto improvviso e massiccio, ma graduale, capillare e mascherato. Ben pianificato da tempo, attentamente studiato, e condiviso dai poteri forti, ma tenuto ben segreto. Ogni volta con pretesti diversi, apparentemente benevoli e spinti verso il bene comune, ma in realtà ingannevoli, fino a sfiorare i limiti del ridicolo.

Con bugie assurde, assiomi demenziali e sfrontati capovolgimenti della verità, tipici di una società caduta nella ragnatela dell’inganno, della mala-politica e dei media manipolatori, per scopi e interessi del tutto inconfessabili. Ecco alcuni proclami dei “tree-killers”, i nuovi Lanzichenecchi al sacco della Natura d’Italia:

A – Le foreste sono troppe, si stanno espandendo esageratamente!

B – Occorre intervenire a tagliarle, altrimenti moriranno!

C – Incombe la terribile minaccia di invasioni di parassiti!

D – Costituiscono ormai un gravissimo pericolo per l’uomo!

Ma tranquilli, per fortuna c’è chi veglia su di noi, e ha già pronti molti geniali rimedi:

1 – Eliminiamo gli alberi malati, o che magari potrebbero forse ammalarsi;

2 – Pratichiamo potature drastiche e focomeliche su quelli che restano;

3 – Recidiamo le radici, che possono dare fastidio e fare inciampare qualcuno;

4 – Togliamo di mezzo il sottobosco, la macchia, gli arbusti e la vegetazione;

5 – Preveniamo eventuali futuri incendi, dando noi stessi fuoco alle foreste.

Spesso i tagli avvengono a sorpresa, all’alba o nei giorni di vacanza. Legname e frasche scompaiono presto, e se qualcuno interroga c’è già la risposta rassicurante, magari un progetto, un’ordinanza o un certificato dei servizi competenti. Dove andrà il materiale ricavato? Mistero …

Qualcuno avanza il sospetto che questa “grande bonifica” non sia animata da spirito ecologico, ma da corsa al guadagno, al profitto, per produrre pellet o mobilio, o magari per alimentare le avidissime centrali a biomasse… Altri si chiedono come mai questa “green economy”, che fa molto gola alla criminalità organizzata, goda di così ampi favori politici e di consistenti incentivi europei, pur non essendo determinante per la produzione di energia. E non manca chi metta in guardia sulle minacce alla salute, la perdita della biodiversità, le conseguenze sul clima, il dissesto idrogeologico, e l’aridificazione del suolo, che porterà inesorabilmente verso la desertificazione.

Eppure, questa strage procede indisturbata e impunita, le stagioni si liquefanno e il caldo impazza, trionfano le bombe d’acqua e le alluvioni, dalle montagne non scende più acqua ma fango, e nessuno si chiede come mai. Si fatica a collegare i vari avvenimenti, non si riesce a individuare cause ed effetti, ancor meno si è capaci di fare i conti sui costi e benefici: si tratta di quello che viene normalmente definito “analfabetismo funzionale”, tipico di società benestanti, ma in pieno regresso culturale, povere di maturità politica e vittime di una crisi galoppante. E per di più affette, da tempo immemorabile, da cronico “analfabetismo ecologico”.

Sarebbe poi tanto difficile correre ai rimedi? La strada da seguire, naturalmente, è diametralmente opposta:

I – Piantare alberi, impegnando i giovani disoccupati e sbandati in una nuova, entusiasmante “missione civile”;

II – Salvare le superstiti foreste antiche, naturali e seminaturali, scrigni insostituibili di varietà e ricchezza di vita;

III – Proteggere il sottobosco, rifugio di animali e piante, contenitore di umidità, microfauna e microflora;

IV – Mantenere l’equilibrio ecologico, idrogeologico e proteggere il bosco dalle invasioni incontrollate;

V – Favorire invece l’ecoturismo responsabile, sostenibile, attento a non modificare o danneggiare l’ecosistema;

VI – Conservare le caratteristiche del paesaggio storico e vivente, matrice di identità e fonte di ispirazione;

VII – Assicurare la salute della società, eliminando qualsiasi rischio di inquinamenti, veleni e polveri sottili.

Ma la direzione che il nostro Paese sta sempre più imboccando è indubbiamente diversa, come dimostrano molte iniziative legislative, prima tra tutte il cosiddetto ben noto “accorpamento” (ovvero la soppressione) del Corpo Forestale; seguita dal nuovo assurdo Testo Unico Forestale, foriero di tempi cupi, e per di più palesemente incostituzionale, fortemente voluto dal precedente governo; e quindi conclusa, dulcis in fundo, dal recentissimo disegno di legge sul meraviglioso “fuoco prescritto”. Neppure negli incubi più tenebrosi, si sarebbe potuto immaginare qualcosa di peggio … Si sta distruggendo, con il patrimonio naturale, il nostro stesso futuro. E per di più ciò avviene con la complicità, connivenza, inerzia o passività della vittima designata, quel “popolo sovrano”al quale sarebbe spettata la decisione finale. Un vero e proprio caso di “autolesionismo indotto con successo” da un “regime” ignorante, ingannatore e senza scrupoli: ma purtroppo non l’unico caso, e forse neppure l’ultimo.

Tutto ciò è stato raccontato nei dettagli anche nel recente volume “Alberi Sacri“, un prezioso libretto che racconta tutte le battaglie eco-sociologiche svolte in Italia in difesa dei grandi Patriarchi Arborei.

Alberi sacri Franco Tassi

Concludiamo con testo risalente al 1811, ben più di due secoli fa, di Gaetano Savi, segnalatoci da Fabio Garbari.

Nel 1811  Gaetano Savi  (Trattato degli alberi della Toscana, Ediz.II, Tomo 1, Piatti, Firenze), tra i massimi botanici dell’800,  riferisce su:

“i cattivi regolamenti su i boschi, le permissioni troppo vaghe di far tagli [ …] e gli incendi, le devastazioni delle guerre e finalmente il diboscamento fatto per dar luogo alle sementi…[…]. L’aumento delle popolazioni richiedeva che si aumentasse la produzione dei cereali, ed era però necessario che si sgombrassero dagli alberi delle estensioni di terreno per essere poste a sementa; ma si son tagliati più boschi di quel che era necessario, si è tagliato dove non conveniva tagliare … Le ubertose raccolte, che danno per qualche tempo i terreni diboscati, sono state un allettamento pernicioso, ed un motivo d’inganno … Si sono spogliate dall’unica loro risorsa le terre magre e sassose, e si è estesa questa devastazione fino alle cime dei monti. Quelle venerabili foreste formatesi lentamente in un lungo corso di secoli, rispettate con culto religioso dai nostri antenati, ci procuravano molti vantaggi per la loro situazione in questi luoghi elevati. Barriera ai venti ne rompevan l’impetuosità … e non gli permettevano di venire a devastare e inaridir le messi nelle sottoposte campagne […]; servivano di riparo al freddo; arrestavano le nuvole e le scioglievano in acqua, mediante l’attrazione delle foglie e davan così origine alle fontane e ai ruscelli. Colla decomposizione poi delle foglie formavano il terreno vegetabile, di cui una parte scendeva insiem colle acque a fertilizzare le valli e le pianure; ma seguìto poi il diboscamento le acque hanno trasportato giù anche la terra che era smossa e non più ritenuta dalle radici degli alberi, e dopo la terra trasportano sempre parte dei sassi che forman l’ossatura del monte, dal che ne segue l’inalzamento degli alvei dei fiumi, onde le inondazioni frequenti e copiose…. diedero luogo a un male che per lunghissimo tempo non sarà rimediabile”. 

Roma – Maremma Toscana – Abruzzo, Estate 2018

Centro Parchi Internazionale

 


Libri di Franco Tassi

Gravidanza Consapevole Bianca Buchal

LA DONNA: MADRE DELL’UMANITÀ – BIANCA BUCHAL

Prima di addentrarci nel vivo del tema riguardante la donna, diamo uno sguardo alla situazione della donna nella società. Essere donna significa essere portatrice di un’energia celebrata da tempo immemorabile con simboli e immagini sacre: la luna e le dee dei miti parlano dell’energia femminile e dei suoi ritmi, del suo potere e della sua creatività, così come anche dei suoi lati oscuri.

In passato l’uomo deteneva il potere e la supremazia sulla donna, ma negli ultimi decenni, qualcosa è cambiato. La donna sta palesemente dimostrando di essere all’altezza di occupare posti di lavoro e di comando anche in quei settori che, un tempo, erano affidati esclusivamente  all’uomo: dall’astronomia alla fisica, dalla medicina all’ingegneria, alla politica, ecc…

La donna dei tempi attuali, in cui l’informazione è alla portata di tutti, dovrebbe ritornare ad essere consapevole delle proprie abilità come madre, in quanto questo è il ruolo che la Natura ha affidato soltanto a lei. E, fra tutte le occupazioni, questa è decisamente la più importante della sua vita, quella che ogni donna dovrebbe svolgere col massimo impegno, poiché dal modo in cui viene condotta ogni gravidanza, come anche la maternità in generale, dipende la qualità della società umana del domani.

Purtroppo, si è dovuto constatare che, fino ad oggi, e in troppi casi, la nostra cultura ha prestato ben poca attenzione al modo in cui i figli venivano concepiti, a come passavano i mesi della gestazione, come vivevano la loro nascita e i primi anni della loro esistenza. Ciò era indubbiamente causato dall’assoluta mancanza di informazioni e consapevolezza. Di conseguenza, non si è tenuto conto degli effetti deleteri che una tale mancanza avrebbe provocato, generando le condizioni per cui le società sono incapaci di promuovere una vita sana, gioiosa e armoniosa.

Peraltro, non va dimenticato che l’istinto materno non si manifesta soltanto mettendo al mondo ed educando i propri figli, ma la donna potrebbe e dovrebbe essere in grado di farlo emergere in ogni professione, occasione o circostanza, per il bene del singolo o della comunità. Tutto ciò non senza valutare, naturalmente, il coinvolgimento dell’uomo: ognuno ha un preciso ruolo da svolgere, nel quale la fiducia e il mutuo rispetto non dovranno mai mancare.

La gestazione dovrebbe poter essere  vissuta con  dedizione e  profondo amore, con la consapevolezza che in questo periodo il legame fra madre e nascituro è così forte e diretto che la trasmissione dell’attività mentale, spirituale ed emotiva della madre può determinare sia la salute che l’equilibrio psico-fisico del bambino.

Per svolgere al meglio questo suo prezioso ruolo, la Natura ha dotato la donna della capacità di dare e trasmettere tutta una serie di qualità fondamentali anche per il tessuto sociale: amore, devozione, tenerezza, dolcezza, empatia, tolleranza, capacità di adattamento e di ascolto, pazienza sopportazione, umiltà, …2

Fino a 50-60 anni fa ben poco si sapeva in merito alla vita prenatale. È in particolare a partire dal secondo dopoguerra in poi che numerosi ricercatori di tutto il mondo, sostenuti dalla disponibilità di nuove tecnologie di indagine medica, hanno cominciato a studiare il meraviglioso mondo della gestazione, scoprendo che il bambino, prima della nascita, è una persona che reagisce alle stimolazioni, è capace di ricordare, e vive in stretta simbiosi con la madre, percependo ogni suo pensiero, ogni suo sentimento, ogni sua azione.  In passato purtroppo – se si escludono le intuizioni di grandi filosofi e maestri spirituali – non lo si sapeva e anzi si credeva che il feto fosse soltanto un insieme di cellule totalmente insensibili.

Grazie all’avvento delle biotecnologie  (in  particolare l’ecografia) è stato possibile riconoscere la vera identità del bambino prima della nascita, nonché tutte le sue reali capacità, vale a dire una grande sensibilità verso tutto ciò che la madre vive – pensieri, sentimenti, sensazioni –, ma anche rispetto a tutto ciò che avviene nell’ambiente circostante.

Diventare genitori consapevoli e responsabili è una grande e meravigliosa avventura umana, così come la formazione di un figlio consente di realizzare la più grande opera d’arte che si possa immaginare. L’amore, la fiducia e l’ottimismo della coppia svolgono allora un ruolo primario nei processi dinamici che portano alla nascita di una nuova vita. Questo va detto in maniera chiara, affinché il concepimento avvenga nel migliore dei modi, alimentato e nutrito dall’intesa, dall’affetto e dall’amore armonioso dei futuri genitori, elementi questi che non possono assolutamente essere sostituiti da nessun surrogato.

È importante pensare anche che la prevenzione di molte malattie e di svariate tipologie di disagi psicologici inizia prima del concepimento, in quanto è questa la fase in cui vengono poste le prime basi per la realizzazione del futuro essere umano. L’evento del concepimento e il periodo che lo precede hanno un peso determinante per la formazione e lo sviluppo dell’essere umano, per la sua salute e il suo benessere, per il proseguo della gestazione e per la costruzione dei primi legami. Non è assolutamente indifferente che il concepimento avvenga in condizioni di vita salubri, pure e gioiose, oppure al contrario inquinate, degradate e tristi: i risultati saranno sostanzialmente diversi, i bambini saranno diversi e quindi l’umanità sarà diversa.

È necessario, quindi, cominciare ad acquisire una maggiore consapevolezza rispetto al concepimento e al periodo che lo precede. Ciò aiuta la coppia ad affrontare con fiducia e serenità questo delicato momento, per poter trasmettere con sensibilità e delicatezza e nel massimo rispetto l’essenza del loro amore.

Come si diceva, attraverso una ricca letteratura e grazie a ricerche che si stanno svolgendo in tutto il mondo, il bagaglio di conoscenze si è arricchito moltissimo ed è alla portata di tutti.3 Per esempio, ora si sa che il nascituro è bene equipaggiato di capacità sensoriali, è reattivo alle situazioni ambientali, è in grado di provare sentimenti ed emozioni, ed è intimamente coinvolto nel mondo affettivo e relazionale dei genitori. Inoltre egli è sensibilissimo ai suoni, soprattutto alla voce della madre. Quando la sente, ed essa è tranquilla, il suo piccolo cuore batte regolarmente, mentre il ritmo cambia immediatamente quando sente la voce di un’altra persona. Ciò fa pensare che il bambino, per crescere bene, abbia bisogno che la sua mamma sia tranquilla e che nell’ambiente circostante regni l’armonia e la serenità.

Gli studi sulla vita prenatale confermano quindi, senza ombra di dubbio, che il feto non solo partecipa a tutta la vita emotiva della madre, ma che è in grado di ricevere il suo amore, la sua accettazione, o anche il suo rifiuto.4 Tutto ciò può dunque influire fortemente sulla sua personalità e sulla sua salute mentale. Osservazioni psicologiche e psicoanalitiche5 dimostrano che il bambino percepisce le emozioni della madre e registra i sentimenti, i pensieri e gli ideali che ne occupano il cuore e lo spirito. Tutto questo gli viene trasmesso in parte per via ormonale, ma anche e soprattutto grazie all’empatia che sta alla base del legame madre-bambino.

Ogni cenno di attenzione e di tenerezza che viene dato al bambino non si limita al fatto in sé, ma serve da stimolo per lo sviluppo dei corrispondenti organi sensoriali in formazione. Questo ci fa capire l’importanza  di intrattenersi in tanti modi col nascituro (cantare, giocare, leggere piccole favole, brevi poesie e preghiere), il quale, alla nascita, porterà con sé nove mesi di esperienze positive, vissute in simbiosi con la madre. Ecco perché, durante la gravidanza, la futura madre, nel periodo in cui è coinvolta nella funzione più importante del suo ruolo di donna, dovrà adeguarsi sin dai primi istanti al proprio compito di formatrice, cercando di prestare attenzione ai suoi pensieri, ai suoi sentimenti e al suo comportamento.6

Adattando la propria vita alle esigenze del momento, la futura madre potrà offrire all’embrione prima e al feto poi, gli elementi migliori e le condizioni più favorevoli affinché il bambino sviluppi nel migliore dei modi le potenzialità contenute  nel  suo  capitale  genetico.  Questo  avviene  durante  il  processo naturale della gravidanza, processo che si svolge secondo una propria dinamica. Durante la gravidanza si sviluppa nella donna incinta un dialogo interiore e anche fisico con il bambino, in cui la voce riveste un ruolo strutturante nei confronti dello psichismo del bambino.

Il padre, nel condividere giorno per giorno l’attesa assieme alla madre, dovrà creare attorno a lei un’atmosfera di amore, di rispetto, di sostegno, di protezione e di serenità, comunicando con il bambino attraverso la propria voce e col tatto, creando così il primo legame che andrà consolidandosi successivamente sempre più.7

Oggi non si parla più soltanto del “bonding” (legame) madre-bambino, ma di madre-padre-bambino. Infatti, la presenza e il coinvolgimento del padre è di estrema importanza per lo sviluppo del bambino in tutti i sensi. Quando il padre segue consapevolmente tutte le fasi dello sviluppo del bambino, non solo si impone alla coppia un momento di autoeducazione in vista del futuro compito genitoriale, ma si crea già in partenza quel legame nella triade madre- padre-bambino, ovvero quel legame empatico che rappresenta per la nuova creatura la prima esperienza di amore e per la coppia il consolidamento della loro unione.

Per il bambino, l’assenza della relazione affettiva equivale a una paura esistenziale, e questa paura è fonte di molti traumi che si manifesteranno successivamente nel corso della vita dell’individuo nelle forme più disparate, procurando tanta sofferenza.

È sulla base di tutti questi elementi che gradualmente si diventa genitori. Purtroppo, la genitorialità è un ruolo per il quale la società non ci prepara affatto. Per guidare l’automobile ci vuole la patente, per svolgere la professione del medico ci vuole la laurea, per ogni professione ci vuole una preparazione, mentre nessun certificato viene richiesto per svolgere il compito più importante della vita di ogni essere umano: la creazione di un nuovo essere, di un nuovo membro della società.

Oggi si sa che ognuna delle tappe della vita influenza quelle successive. Gli psicologi lo hanno dimostrato e ognuno di noi ha potuto verificarlo nella propria esistenza, o in quella degli altri.

L’essere umano in formazione non può imparare direttamente dal mondo esteriore, ma riceve a ogni istante le sensazioni, i sentimenti e i pensieri di sua madre; egli registra tutto nella sua psiche nascente, nel suo tessuto cellulare e nella sua memoria organica. Queste prime esperienze saranno quelle che in seguito coloreranno la sua personalità. Il tutto sempre accompagnato e intriso di profondo Amore. L’amore è cibo per il bambino in gestazione.

Come un’impronta indelebile, ciò che ha assorbito in quei nove mesi lo accompagnerà nella crescita e sarà la radice di tutti i suoi comportamenti. Per questo si può dire che il bambino che nasce ha già un passato di nove mesi, periodo che, in gran parte, determinerà il suo carattere.

A questo punto, è importante mettere in evidenza l’importanza e la necessità che la madre sia preparata e attenta a trasmettere solo ciò che è benefico per il suo bambino e che può essere utile alla sua evoluzione.

E poiché oggi le informazioni sulla vita prenatale esistono e sono molto chiare, è oltremodo urgente che queste vengano fatte conoscere alla donna, alla coppia e anche, e soprattutto, al mondo degli operatori della nascita, affinché si ponga rimedio agli errori commessi in passato.

Sulla base di tutte queste considerazioni, si ritiene sia corretto affermare che la donna è Madre dell’Umanità. Dallo modo con cui la donna affronta una gravidanza dipende infatti la qualità e il risultato di ogni nascita e, di conseguenza, l’evoluzione della società nel suo complesso.

Per ottenere il risultato migliore, la donna dovrebbe prima di tutto ‘investirsi’ profondamente dell’importanza di questo suo ruolo e comprenderne il vero significato, assumendosi così la grande responsabilità non soltanto nei confronti di se stessa, del figlio che mette al mondo e della propria famiglia, ma anche verso l’intera umanità.

Dallo spirito, dalla disponibilità, dall’impegno, dalla preparazione ricevuta e soprattutto dall’Amore che la donna sarà in grado di riversare sul figlio che porta in grembo, dipenderà la qualità dell’umanità del domani, affinché sia formata da una popolazione di individui equilibrati e armoniosi. Si avrà così quel ‘Mondo migliore’ che tutti desideriamo: tutto comincia dalla nascita.8

Il futuro è nelle mani della donna, ma anche dell’ambiente in cui vive. Sarebbe meraviglioso se la donna si risvegliasse e riconoscesse di possedere queste possibilità, accettando con orgoglio questa sua straordinaria funzione, che da sempre possiede, ma della cui  importanza, per mancanza di informazioni, non si era mai resa conto. Sono le conoscenze odierne che offrono un aspetto del tutto nuovo al suo compito fondamentale.

A questo scopo, è evidente che sarebbe necessaria un’adeguata preparazione, per cui si dovrebbero istituire corsi dedicati non esclusivamente alle coppie, o alle future madri, ma anche ai giovani nelle scuole, al fine di dar loro le basi affinché, da adulti, possano trovarsi già preparati a svolgere al meglio il ruolo affidato loro dalla vita.

Anche la stampa dovrebbe dare spazio a questo argomento, per far sì che, col tempo, si crei una coscienza collettiva.

Se si divulgherà su larga scala la conoscenza di questa importante materia, la procreazione consapevole, sarà possibile mettere in opera una vera e propria “impregnazione positiva”, favorendo nel bambino la presenza di tutti quei valori di cui attualmente la nostra società è molto carente.

Se, nei limiti del possibile, ogni madre riuscisse a evitare al bambino che in lei si sta formando ogni indizio di negatività, di tristezza o di preoccupazione, (con la collaborazione di tutte le persone che le gravitano attorno) il figlio nascerebbe dotato di tutte quelle caratteristiche di equilibrio psico-fisico necessarie per vivere una esistenza serena, che sarà di beneficio anche a tutti coloro con i quali entrerà in contatto.

Il bambino in gestazione è come un registratore, sempre acceso, che assorbe tutto ciò che gli proviene dal mondo esterno, oltre ai pensieri e ai sentimenti della madre. Per far giungere al piccolo possibilmente solo cose belle e gioiose, può rivelarsi utile per i genitori fare luce sugli episodi faticosi e spesso rimossi, vissuti nella propria esistenza, tramite un percorso di autocoscienza, giungendo così a una pace interiore e a pensieri e parole costruttivi. Per creare un mondo migliore, ci vorranno individui ricchi di esperienze positive, di pensieri, sentimenti e principi sani, ricevuti già sin dalla vita prenatale. Solo così avremo uomini e donne già provvisti di quelle impronte benefiche che saranno, per loro, un importante e indelebile bagaglio per tutta la vita e, per la società, un grande vantaggio.

Proviamo a immaginare un mondo in cui nascano soltanto bambini desiderati, in cui la creatura che deve nascere sia amata ancor prima di essere concepita, in cui la nascita di un figlio sia considerata un evento sacro, nel rispetto della donna che deve partorire e del bambino che viene alla luce…. Se ciò potesse realizzarsi, nel giro di poche generazioni vivremmo certamente in quel mondo migliore che tutti desideriamo, mentre in breve tempo potremmo già osservare significativi miglioramenti sul piano delle relazioni sociali, con una riduzione dei livelli di violenza, di aggressività e di disagio psicologico a livello collettivo.

Non sarebbe quindi meglio offrire al bambino in gestazione da subito tutte le attenzioni amorevoli possibili per farne un essere equilibrato e  sereno, anziché dover ricorrere in seguito allo psicologo, ai servizi sociali, o peggio al controllo e alla sorveglianza delle forze di sicurezza?

Questi dovrebbero essere i principi di base per rinnovare la società del domani: educando le nuove generazioni su queste basi, si debellerebbe la violenza, la criminalità, la delinquenza e tante altre qualità negative che ormai numerosi psicologi affermano avere tutte la loro origine in una vita prenatale trascorsa male, del tutto priva di amore, e/o nella separazione tra madre e bambino nel periodo immediatamente successivo alla nascita, con le conseguenze che derivano da un mancato imprinting materno.

Bambini non voluti, aborti non riusciti, violenze attorno alla nascita, violenza in famiglia, donne maltrattate, liti continue, etc., cose che purtroppo avvengono con frequenza, influiscono sull’embrione prima e sul feto poi, per emergere nelle forme negative più svariate nel periodo dell’adolescenza e nell’età adulta. Se si potesse fare un’analisi retrospettiva della vita di tutti coloro che vivono delle esistenze disturbate, si risalirebbe certamente alla mancanza di attenzioni durante il concepimento, la gravidanza, il parto e oltre.

I governi stessi hanno il compito di proteggere le donne lavoratrici in gravidanza, offrendo loro sicurezza e tranquillità e tutto il tempo necessario per poter seguire personalmente il loro bambino nei primi anni di vita, in modo che vi saranno nel futuro bambini, giovani, adulti e anziani più sani nel fisico e nella mente e quindi meno spese sociali sanitarie. L’umanità sarà più ricca di qualità positive, quindi meno reati e meno carceri, con una notevole riduzione dei costi.9

Non si tratta di utopia. Come abbiamo avuto modo di appurare, esiste ormai una ricca letteratura, in tutte le lingue, che tratta di questi argomenti, vale a dire della possibilità che la nascita di un bambino nuovo, formato sulla base di un principio d’amore, impiegando stimolazioni e protocolli verificati scientificamente, sia capace di garantire un armonico sviluppo affettivo e intellettivo del nascituro, con evidenti ripercussioni positive sull’intero tessuto sociale.

«Non si potrà mai cambiare la società se non si cambia il modo di mettere al mondo i propri figli», dice Michel Odent, noto ginecologo francese che attualmente lavora a Londra e che si adopera per informare le donne sulle nuove scoperte della scienza riguardo alla gravidanza, proponendo nuovi accorgimenti per rendere tutto questo percorso, che comprende concepimento, gravidanza, parto e dopo-parto, più umano e meno doloroso possibile.

I tempi sono ormai maturi per diffondere su larga scala l’idea che la donna è Madre dell’Umanità,10 e l’attenzione in questa direzione si sta già manifestando anche in altre Nazioni, come in Francia, Spagna, Belgio, Svizzera, Germania e negli Stati Uniti.

Da madri profondamente consapevoli e orgogliose della propria missione nasceranno figli e figlie pronti per costruire un mondo migliore.11

Per terminare, vorrei riportare un brano tratto dal volume L’educazione comincia prima della nascita di O. M. Aïvanhov:

[…] Ed è per questo che lancio un appello alle donne di tutto il mondo. Svegliatevi alla consapevolezza del compito che Dio vi ha dato. Siete depositarie di segreti meravigliosi, grazie ai quali sareste in grado di rigenerare l’umanità. Voi non ve ne rendete conto e giocate con questi segreti….. Prendete coscienza subito della vostra missione, affinché possiate compiere in serenità questo magico lavoro. La natura ha dato alla donna dei poteri che non utilizza o che utilizza male: bisogna che ne prenda coscienza e che si renda conto che da lei dipende tutto l’avvenire del genere umano. Se tutte le donne del mondo vorranno comprendermi, costituiranno una potenza incommensurabile; nulla potrà loro opporsi. Ma dovranno unirsi tra loro per mirare a un ideale meraviglioso […]

Ora, bisogna che tutte le donne della terra si uniscano tra loro con la volontà di rigenerare l’umanità. Malgrado la loro intelligenza e le loro capacità, gli uomini non possono fare grandi cose in questo campo. È alla donna, alla madre che è stata affidata questa missione, proprio perché la Natura ha dato solo a lei la capacità e la possibilità di trasmettere al bambino che deve nascere una serie di impronte che gli saranno utili per tutta la vita. Ecco perché vi chiedo di diventare coscienti di questa vostra grandiosa missione e di illuminare dovunque nel mondo altre donne, quelle che vivono tuttora all’oscuro di queste loro doti […]

Questo ideale, questo desiderio di essere utili vi riempirà il cuore, l’anima e lo spirito. Vi sentirete sempre ispirate, sempre ricche, perché questo ideale di contribuire alla felicità dell’umanità vi sosterrà, vi nutrirà. Fintanto che non porterete questo ideale nella vostra vita, nulla vi potrà soddisfare; qualsiasi cosa possediate o facciate, sarete sempre nello stesso stato di insoddisfazione. Soltanto la preoccupazione di compiere la missione che Dio vi ha affidato e di fare nel migliore dei modi tutto ciò che il Cielo si attende da voi, vi renderà raggianti, luminose e felici. (Aïvanhov 2009a:44)

Note

1 Bianca Buchal, scrittrice, traduttrice e conferenziere, negli anni 70 del secolo scorso è tra i fondatori della FBU italiana e, negli anni 80, contribuisce alla nascita dell’ANEP Italia (e-mail: buchal@tin.it – web: www.gravidanzaconsapevole.org (disponibile anche in inglese e francese).

2 A tal proposito Aïvanhov osserva che «nel bambino vi è un’anima sulla quale la madre, quando lo porta ancora in seno, può agire favorevolmente attraverso il suo pensiero, i suoi sentimenti e il suo comportamento armonico. Un giorno tutta la terra sarà popolata da persone straordinarie, in buona salute, di animo buono e intelligenti, e tutto ciò può essere fatto semplicemente attraverso il potere che la natura ha dato alle donne. La natura ha dato alle donne delle capacità che fino ad oggi esse non stanno sfruttando, o tutt’al più sfruttano in maniera estremamente ridotta. Esse devono diventare consapevoli di questo loro potere, e devono sapere che il futuro dell’umanità dipende da loro». (Aïvanhov 2010a:226)

3 Per una panoramica abbastanza esaustiva e attuale cfr. Axness 2012.

4 Leonardo da Vinci (1452-1519), a margine dei suoi bozzetti anatomici, ora raccolti nel Codice Windsor, scriveva: «Una medesima anima governa questi due corpi; e li desideri e le paure e i dolori sono comuni sì a essa creatura come a tutti li altri membri animati. E di qui nasce che la cosa desiderata dalla madre sono trovate scolpite in quelle membra del figliolo. E una subita paura ammazza la madre e il figliolo».

5 Lo psicologo e psicanalista Otto Rank (1884-1939), assistente di Sigmund Freud, nel 1924 pubblica un importante lavoro dedicato al trauma della nascita (Das Trauma der Geburt und seine Bedeutung für die Psychoanalyse), creando così le basi per una riflessione di tipo psicanalitico sul tema della nascita.

6 «La vera educazione di un bambino inizia prima della sua nascita. Ecco perché è molto prima della nascita di suo figlio che la madre, mentre ancora lo porta nel grembo, deve prendere coscienza dei poteri che ha su di lui. Non è sufficiente che ella ami già quel bambino, ma è necessario che impari  a utilizzare le potenze dell’amore. Pensando a lui, la madre ha la possibilità di proiettare il suo amore fino alle regioni sublimi, e lì raccogliere gli elementi necessari allo sviluppo fisico e psichico del bambino, per poi infonderli in lui». (Aïvanhov, 2012:102)

7 «Cosa sono i vostri figli? Dei sogni, dei pensieri e dei sentimenti che avete avuto in passato e ai quali ora avete dato carne ed ossa. Ignorate chi eravate in passato? Ebbene, guardate i vostri figli. Essi vi diranno: “Osservateci: veniamo a insegnarvi molte cose su di voi”. Per conoscere la verità sugli esseri, occorre guardare i loro figli. Mi direte forse che non siete sposati e che non avete figli. Anche qui vi sbagliate. I vostri “figli” possono essere anche le vostre azioni, e quindi ogni giorno mettete al mondo dei figli. Gesù ha detto che si riconosce un albero dai suoi frutti. Se i vostri frutti sono aspri, amari o acidi, questo prova che in voi, la madre (il cuore) e il padre (l’intelletto) sono difettosi. L’azione è un figlio che può essere divino solo se il padre e la madre lo hanno concepito divinamente». (Aïvanhov 2010b:63)

8 Gandhi osserva che «dall’elevazione morale e culturale della donna dipende la redenzione e la salvezza del mondo, poiché è nel grembo materno che si forgiano i destini delle nuove generazioni».

9 Aïvanhov è molto chiaro su questo punto quando osserva che: «Anziché permettere che lo Stato continui a spendere migliaia di miliardi per armamenti, ospedali, prigioni e tribunali, consiglierei di occuparsi soltanto delle donne incinta: le spese non sarebbero così elevate, mentre i risultati, sarebbero infinitamente migliori. Chiederei allo Stato di mettere a disposizione dei terreni in zone molto belle, in posizioni particolari, dove far costruire edifici in stili e colori che potrei indicare io stesso. Ci dovrebbero essere anche parchi con una grande varietà di alberi e di fiori, con fontane, giochi d’acqua, … È lì che le donne incinte dovrebbero andare ad abitare per tutto il periodo della gravidanza, nutrite e alloggiate a spese dello Stato. Trascorrerebbero tutto quel periodo nella bellezza, nella poesia, leggendo, passeggiando e ascoltando buona musica, assistendo anche delle conferenze che insegnerebbero loro in che modo vivere il periodo della gestazione: come dovrebbero alimentarsi, ma soprattutto il lavoro che potrebbero fare sul bambino che sta per nascere, utilizzando i loro pensieri e i loro sentimenti migliori». (Aïvanhov 2009a:38)

10 In Olanda, già dal 2010, esiste un’Associazione dal nome Mothers of Humanity, che diffonde i medesimi principi trattati in questo articolo.

11 Per ribadire i concetti che ho esposto finora, rimando agli articoli La donna, madre dell’umanità e Lettera aperta a tutte le donne, contenuti nel mio sito www.gravidanzaconsapevole.org, disponibili anche in inglese e francese.

Bibliografia

Aïvanhov, Omraam Mikhaël (2009a); L’educazione comincia prima della nascita; Prosveta Aïvanhov, Omraam Mikhaël (2009b); La Galvanoplastica spirituale e l’avvenire dell’umanità;

Prosveta

Aïvanhov, Omraam Mikhaël (2010a); L’alchimia spirituale; Prosveta Aïvanhov, Omraam Mikhaël (2010b); Pensieri quotidiani 2011; Prosveta

Axness, Marcy  (2012); Parenting  for Peace. Raising  the Next  Generation of  Pacemakers;

Sentient Pubblications, Usa.

Bortolotti, Alessandra (2010); E se poi prende il vizio?; Edizioni Il Leone verde

Buchal, Bianca (2014); Gravidanza Consapevole. Il compito della donna: costruire un mondo migliore; Edizioni Bambini nuovi

Ferrari, Gabriella (2005); La comunicazione e il dialogo dei nove mesi; Edizioni Mediterranee Maurer, Willi (2009); Il senso di appartenenza; Aam Terra Nuova Edizioni

Verny, Thomas (1981); Vita segreta prima della nascita; Edizioni Libreria Ecumenica