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Basta Tagliare e Bruciare – di Franco e Margherita Tassi

Di fronte al continuo massacro del patrimonio arboreo, e alla scellerata strage di boschi senza valide giustificazioni, la Primavera 2022 sta registrando in Italia segni confortanti di risveglio del Popolo degli Alberi e dei Boschi. Basta Tagliare e Bruciare!

Una prima forte scossa arriva da Firenze, dove Sabato 28 Maggio una folla di attivisti ha espresso il proprio deciso dissenso di fronte al palazzo della Regione Toscana, esponendo striscioni e manifesti a difesa della Natura. Non meraviglia che la protesta inizi proprio qui, dato che la Toscana, ancora prigioniera di una visione produttivistica a corto raggio del patrimonio forestale, merita senza dubbio il titolo di “Regione nemica del Manto Verde del Pianeta”.

Contro le Centrali a Biomasse che stanno divorando le nostre foreste si sono schierati il Movimento per la Terra e Italia Nostra, Il Gruppo Unitario Foreste Italiane e la Lega per la Protezione degli Uccelli, e una quantità di altre Organizzazioni ambientaliste. Chiedendo con forza di sopprimere gli ingenti quanto nefasti incentivi europei, dato che la frenetica corsa a bruciare boschi per produrre energia è tutt’altro che una pratica rinnovabile, sostenibile e compatibile. Ma rappresenta, piuttosto, una folle speculazione per profitto privato, incompatibile con l’obiettivo di tutelare l’equilibrio ecologico, idrogeologico, climatico, paesaggistico per il bene comune.

Nel frattempo dal centro di Roma, Venerdì 27 Maggio, un Gruppo di qualificati Esperti e Rappresentanti delle Istituzioni lanciava unanimemente un interrogativo: ma noi vogliamo considerare l’Albero un nemico, e quindi continuare contro di lui una guerra senza quartiere, o piuttosto riconoscere che è un vero amico, da amare e proteggere con cura? E sono stati illustrati efficacemente i molti incontestabili benefici che alberi, viali, parchi e giardini, insomma il verde urbano e peri-urbano, donano non solo all’ambiente e alla bellezza, alla natura e alla biodiversità, all’aria pulita e all’ossigeno, alla frescura e all’ombra, al significato e al valore dei luoghi: ma anche alla salute, al benessere e alla qualità della vita.

Infine una riuscita trasmissione di “TG3 Fuori TG”, Lunedì 16 Maggio, aveva già documentato una serie di gravissimi attentati al Manto Verde del Pianeta, perpetrati persino nel cuore dei Parchi Nazionali, proprio là dove la Natura dovrebbe godere della più rigorosa protezione. Ma nel caso della Pineta di Villetta Barrea, dove erano stati scelleratamente condannati al taglio con fondi europei ben 3.000 Pini neri, i primi ad insorgere indignati sono stati proprio gli abitanti locali: un fatto, che fa ben sperare per il futuro.

Vi sono quindi più che giustificati motivi perché finalmente scenda in campo la protesta civile e motivata della cittadinanza attiva, con il metodo dell’Ecotattica, che qui esponiamo in sintesi. Per sgretolare le false dottrine imperanti, nutrite di Analfabetismo Ecologico, per smantellare l’affarismo e la corruzione che ormai dominano nelle società decadenti, e per bloccare al più presto la folle corsa all’autodistruzione, di cui già stiamo subendo le conseguenze.

MISSIONE: SALVARE GLI ALBERI
ECOSTRATEGIA: AGIRE TUTTI, INSIEME, SUBITO
ECOTATTICA: ECCO LE CINQUE MOSSE VINCENTI

1.- CONTROLLO SOCIALE
Osservare e documentare tagli, potature, capitozzature, interventi degradanti, piantumazioni e abusi. Informarsi su
chi ha deciso e su chi sta effettuando l’intervento, e con quali modalità. Chiedere come verrà utilizzato e dove andrà a
finire tutto il materiale ricavato, annotando con cura ogni particolare.

2.- RIVELARE LA VERITA’
Scrivere ai mezzi di informazione, manifestando forte contrarietà e indignazione, con numerose firme di cittadini,
raccontando e fotografando i fatti documentati, e smascherando gli inganni, i pretesti e le falsità (alberi davvero malati o pericolosi?), che sono spesso sfruttati per giustificare certi interventi.

3.- INDAGINI UFFICIALI
Inviare esposti-denuncie alle Autorità competenti, alla Magistratura e alle Istituzioni, chiedendo di incontrare i Responsabili politici, burocratici e tecnici per far sentire il peso del dissenso, confutare ogni fandonia, spiegare il valore degli Alberi e del Verde, e smantellare così le pratiche irregolari.

4.- MANIFESTAZIONI
Organizzare Gruppi pacifici di contestazione, con esposizione di immagini, manifesti e striscioni, diffondendo adesivi eloquenti, vignette efficaci e spot incisivi, in modo da coinvolgere sempre di più un vasto pubblico, e nei casi più scandalosi informare anche tutti i Media nazionali e internazionali.

5.- VOLONTARI VERDI
Promuovere il Volontariato Verde delle Scuole, degli Insegnanti, dei Giovani e della Terza Età, per creare Gruppi locali competenti, ben preparati e impegnati nella osservazione e nella assistenza nei parchi urbani, nei viali e nei giardini pubblici, preziosi per collaborare alla cura assidua e responsabile del Verde.

Roma, 29 Maggio 2022
Franco Tassi Margherita Martinelli

Centro Parchi Internazionale – Gruppo Alberi Sacri

E’ tempo di cambiare rotta! – Progetto Centenario

PROGETTO CENTENARIO

Il Rilancio dei Parchi Naturali come risposta alla crisi mondiale

Di Franco Tassi

Giunti all’epilogo dell’anno più disastroso dell’ultimo Settantennio, forse sarà il caso di ascoltare la parola di quanti, da lungo tempo, invocano un cambiamento. Anticipiamo qui la sintesi di un’intervista – rilasciata dal Prof. Franco Tassi, del Centro Parchi Internazionale, al Docente di Cultura Ambientale Europea Viktor Klarsicht – che sarà poi pubblicata integralmente nel prossimo Volume di Storia della Conservazione della Natura in Italia. Con l’Appello per un Futuro migliore, tratto dal Messaggio di Augurio 2020 – 2021.

D.- L’invito al cambiamento appare più che esplicito, e non è certo la prima volta che lei lo lancia con serie argomentazioni: potrebbe illustrarcele in breve?

R.- L’umanità sembra oggi l’equipaggio spaesato di una nave mal condotta, che sbaglia rotta, annaspa nella tempesta e rischia il naufragio. Come mai? Dopo decenni di adorazione del sacro PIL, ora siamo travolti dall’incubo COVID, ma intanto nessuno sembra occuparsi seriamente del ritorno sulla giusta rotta, attraverso Scienza, Conoscenza e Coscienza … E non è un gioco di parole!

D.- Intende dire che il mondo ha perso di vista le fondamenta stesse della vita sul Pianeta, e rischia addirittura la sopravvivenza?

R.- Esattamente: il fallimento del sistema politico, economico, sociale e normativo dominante è ormai più che evidente. Guerre, ingiustizie, conflitti irrisolti, povertà, fame, emarginazioni, migrazioni, epidemie dilagano, e sono il frutto inevitabile della barbara devastazione della natura, dalla deforestazione selvaggia all’inquinamento dei mari. Con una popolazione che cresce a dismisura, espandendo l’impatto sull’ambiente, senza mai preoccuparsi della conseguenze. Non è certo normale, nè giusto, che mentre la maggior parte dell’umanità soffre crescenti disagi, la minoranza che detiene il potere accumuli enormi ricchezze. Non si vede che abbiamo perso completamente la bussola?

 

D.- Come può la Scienza aiutarci a risolvere il problema, e salvare il Pianeta?

R.- La ricerca scientifica è fondamentale, perché illumina la strada davanti a noi. Ma occorre indirizzarla nel modo giusto, orientandola verso il bene comune, e non al servizio del potere e della ricchezza di alcuni, a danno degli altri. Mai come oggi la Scienza è apparsa divisa, contraddittoria, fallace e “taroccata” (si pensi al caso impressionante dei gravi errori nel prevenire contrastare la pandemia). Troppo spesso poi la Scienza viene meno, sopraffatta da un miope “Scientismo”: che non è più ricerca della verità, ma difesa di assiomi, magari sbagliati, a difesa di interessi particolari (e qui basterebbe citare la frenetica arrampicata sugli specchi, per giustificare il massacro di alberi e foreste, che andrebbero tutelati come nostro prezioso patrimonio).

 

D.- Intende dire che dove la Scienza vacilla, deve intervenire la Conoscenza?

R.- Esattamente, si tratta di applicare il comune “buonsenso”. Oggi, purtroppo, sta avvenendo proprio il contrario. Viene sempre più manipolata l’informazione (vorrebbero convincerci che i boschi si espandono troppo, mentre la metà del Pianeta è a rischio aridificazione e desertificazione), e si finge di non vedere che, alle prime piogge, le montagne si sfaldano, sommergendo di fango i centri abitati. Imperano l’assoluta ignoranza e il classico “Analfabetismo Ecologico”. Intanto, si intensifica l’assalto all’Amazzonia e alle foreste tropicali. L’unico rimedio sarebbe la cultura, a volte basterebbe, appunto, un po’ di “buonsenso”. Come quello mirabilmente espresso da un Indio della selva, che interrogato sul motivo per cui si opponeva al “desmatar” (disboscare), rispose semplicemente: “Se tagliamo gli alberi, colonne che sorreggono il cielo, il cielo ci precipiterà addosso!”.

 

 

D.- Sembra di capire, però, che anche la Scienza e la Conoscenza debbano sempre sottomettersi alla Coscienza?

R.- La luce superiore della Coscienza è oggi il valore spirituale fondamentale: sempre più dimenticato, offuscato e rimosso dal materialismo dominante. Che corre verso una crescita senza freni e uno sviluppo illimitato, mentre avidità e narcisismo ci stanno portando alla crisi. Sembra smarrito l’orientamento morale, manca una “Bussola Etica”. Come si può credere di essere felici, producendo e vendendo armamenti, irrorando la terra di micidiali veleni, sterminando animali innocenti e devastando gli ecosistemi? Senza un nocchiero, questa nave vacilla nella tempesta, e rischia il naufragio.

 

D.- Siamo davvero arrivati a un punto così drammatico?

R.- Rispondo con una constatazione obiettiva. Nell’anno 2020 abbiamo registrato un fatto impressionante. Per la prima volta nella storia, la “Massa abiotica” (e cioè l’insieme di cemento, strade, città, edifici e massa inerte, vale a dire spazio sottratto alle terre feconde e produttive) ha superato la “Biomassa” (il volume di tutti gli esseri viventi). E non è questa una vera e propria “mineralizzazione”, ovvero la progressiva “sterilizzazione” del Pianeta al quale dobbiamo la vita? Mentre la “Biomassa” continua a impoverirsi a ritmo accelerato, la “Massa abiotica” (inerte e artificiale), continua invece a crescere in modo esponenziale …

Ma ben pochi se ne rendono conto, e se ne preoccupano davvero. Quale altra specie vivente, a parte il nostro tanto venerato Homo sapiens (Uomo sapiente?!) distruggerebbe così le fondamenta stesse del proprio avvenire?

 

L’ITALIA POTRA’ RISOLLEVARSI?

Sull’idea che occorra la Riconciliazione con la Natura non si può che essere d’accordo. Ma non bastano parole, occorrono fatti concreti: la posta in gioco è così alta, da richiedere una mobilitazione generale.

All’alba del Nuovo Anno 2021, si sta profilando un Anniversario molto significativo per la Natura d’Italia. Mentre l’Europa afferma la necessità di tutelare con Aree Protette almeno il 30% del territorio, mentre a livello planetario si punta a salvare la metà delle Foreste esistenti, e si impone sempre più l’esigenza di bloccare le continue stragi di fauna, nel prossimo Anno 2022 i due più antichi e famosi Parchi Nazionali del Bel Paese – Abruzzo e Gran Paradiso – compiranno 100 anni di vita.

Da Roma, il Centro Parchi Internazionale – forte del successo della storica Sfida del 10% del 1980, che aveva favorito la cultura, la pratica e la crescita delle Aree Protette – ha quindi lanciato una grande Sfida: il Progetto Centenario. Una iniziativa molto attesa e condivisa, che punta non solo a infondere maggiore energia ai Parchi e alle Riserve esistenti, ma anche a promuovere la creazione di nuove Aree Protette, sia terrestri che marine. Riprendendo e rinvigorendo la lungimirante “Missione” già delineata e perseguita nel secolo scorso: Una Terra di Parchi Verdi – Un Mare di Parchi Blu.

Roma, 1° Gennaio 2021
Franco Tassi
Centro Parchi Internazionale

SOS AMBIENTE ITALIA – Franco Tassi

SOS AMBIENTE ITALIA

VOCES CLAMANTES IN DESERTO

di Franco Tassi

Un brusìo sommesso di lamentele, che però stanno ora amplificandosi sempre di più. La protesta della cittadinanza attiva, che pur se frammentata in mille rivoli, da molto tempo aspirava a un forte cambiamento. Che aveva sostenuto questo Governo, convinta che fosse almeno un primo passo necessario per spazzar via la “mala-politica”, puntando nella direzione giusta … Ma ora il Governo, malgrado l’impegno e nonostante qualche indubbio mutamento di rotta, rischia di frantumarsi su uno dei punti cruciali, l’Ambiente. Perché emergono voltafaccia, ripensamenti, contraddizioni, e lo stesso Ministro dell’Ambiente Sergio Costa si trova assediato da mine vaganti, che potrebbero esplodere da un momento all’altro.

Premessa essenziale, che va chiarita anche a nome dei numerosi attivisti che a noi fanno capo, pregandoci di intervenire. Del Ministro abbiamo la massima stima, nulla a che fare con i suoi predecessori: ha già dato prova di affrontare i problemi ecologici con molta competenza e decisione, stroncando il malaffare e attuando nuove strategie contro i rifiuti, le plastiche e altri danni ambientali. Ma sul fronte principale non sembra ancora troppo attivo, forse spaesato, o mal consigliato, oppure schiacciato dall’alleanza ossimorica delle forze dominanti.

Gli lanceremo quindi al volo qualche semplice suggerimento del tutto disinteressato. I temi ecologici negletti sono proprio quelli più vitali: Natura, Paesaggio, Foreste, Biodiversità, Aree Protette. Quelli su cui nel resto d’Europa, ben diversamente che in Italia, avanzano prepotentemente i Partiti Verdi in netta ripresa. Vediamoli in rapida sintesi, uno dopo l’altro.

Natura?

Si può consentire ancora la corsa al massacro ecologico a vantaggio di pochi, rappresentata da TAV, TRIV, TAP, NAV e simili? Ad esempio, non sarebbe  il caso di rivedere NAV (navi da crociera enormi a passeggio nella Laguna di Venezia)? Quanto a TRIV, pochi credono che non si potesse cambiare rotta: bastava muoversi subito con revoca in autotutela, richiesta nuovo parere a Commissione indipendente, valutazione degli effetti ecologici negativi anche indotti (idrogeologici, sismici, su vita marina e sottomarina, ecc.), analisi costi-benefici con raffronto alle royalties assai maggiori imposte altrove in situazioni analoghe. Sarebbe stato chiedere troppo? Notizia dell’ultimo minuto: pare che la protesta abbia avuto effetto, si prepara una “moratoria” nel Decreto Milleproroghe!

Paesaggio?

Qualcuno dovrebbe rammentarsi che l’Italia aveva sottoscritto solennemente, all’alba del Terzo Millennio a Palazzo Vecchio a Firenze, la fondamentale Convenzione del Paesaggio del Consiglio d’Europa. Ma che successivamente, con la ben nota coerenza, aveva scatenato un frenetico attacco ai panorami più spettacolari, agli orizzonti più inviolati, agli scenari più entusiasmanti del BelPaese: quelli che avevano incantato e ispirato artisti, poeti e viaggiatori stranieri del Grand Tour. Cementificazioni, capannoni, impianti, pale eoliche e altri interventi nel nome di produzione, crescita, sviluppo, ricchezza. Mentre però manca ancora un vero Piano Energetico Nazionale. Per non tacere il fatto che non è neanche possibile avere una Mappa completa delle innumerevoli Centrali a Biomasse, esistenti o progettate, che stanno proliferando ovunque in Italia, grazie ai nefasti incentivi europei, con tutte le conseguenze ecologiche e sanitarie che si possono immaginare.

Foreste?

Ma il capitolo più preoccupante riguarda proprio le Foreste, che sembrano sfuggire come viscide anguille alla competenza dell’Ambiente, per restare esclusivo dominio dell’Agricoltura. E quindi ostaggio di una visione limitata, settoriale, materiale, produttivistica. Il ruolo essenziale del manto verde del Paese per equilibrio ecologico e idrogeologico, ossigeno e acque, biodiversità e clima è inconfutabile, ma non sembra stimolare le meningi dei responsabili. Che raggiungono vertici inimmaginabili allorchè, in un recente squinternato provvedimento, riducono il patrimonio forestale a semplice sottocategoria del Turismo. Incredibile, ma vero. Dopo la soppressione della Forestale e il barbarico Testo Unico Forestale, non si poteva concepire di peggio. Al confronto, Attila e Genserico erano semplici dilettanti.

Alberi sacri Franco Tassi Alberi sacri – Franco Tassi

Biodiversità?

Il Ministro ha già dato prova di attenzione alla Fauna da proteggere, per esempio non cedendo alle beote pressioni per sterminare l’animale più calunniato, il Lupo appenninico: ma ora è necessario fare molto di più. Se la sua iniziativa di creare nuove ZPS (= Zone Speciali di Conservazione)  appare quanto mai valida, non va però trascurato ciò che sta avvenendo nelle Zone già esistenti, che debbono sempre essere strenuamente difese dai continui attacchi di quanti vorrebbero riaprirle alla caccia, oppure offrirle su un piatto d’argento alla speculazione in agguato. Come nel caso della storica Diaccia-Botrona presso Castiglion della Pescaia, angolo di Maremma pullulante di Biodiversità, con straordinari Uccelli stanziali e migratori, fauna e flora rare e ricche di endemismi. Un Paradiso naturale che la Provincia di Grosseto ha ora improvvidamente messo in vendita, e si può ben immaginare in quali mani potrebbe finire. Le Associazioni protezionistiche, con Italia Nostra in prima linea, hanno lanciato l’allarme, ma fino a questo momento non si è avuta notizia di azioni decisive per scongiurare il pericolo. Eppure un intervento dall’alto potrebbe congelare tutto, ad esempio inserendo nel fantasmagorico Decreto Milleproroghe l’assoluto divieto di mutamento di destinazione delle ZPS, senza un preventivo e motivato assenso del Ministero dell’Ambiente. Quali Associazioni sono pronte a esercitare legittime pressioni per ottenere il congelamento o la moratoria? Confidiamo su Italia Nostra e sulla LIPU, e certo il Comitato Parchi sarà sempre con loro: ma quali altri Gruppi e Movimenti potrebbero aggiungersi?

Aree Protette?

Non siamo a conoscenza di grandi iniziative innovative su Parchi Nazionali e Regionali, Riserve Naturali e Parchi Marini, ma le voci circolanti sembrano davvero poco rassicuranti. Si attende che vengano rinnovati i vertici di alcuni Parchi importanti, e questo, dopo anni di inerzia e caos, potrebbe apparire confortante. Senonchè, si sussurra che verranno affidati all’Arma Benemerita, con ruoli apicali  nelle mani non delle persone particolarmente competenti e qualificate, ma dei Carabinieri Forestali, ovvero di “militari”. Sarebbe il colmo! Dopo aver criticato la fallimentare riforma che aveva smantellato la Forestale, e l’assurda incostituzionale pretesa di regalare alla Benemerita (che avrebbe già parecchio da fare contro delinquenze comuni e organizzate), un servizio pubblico di antica e vasta esperienza, in questo modo si completerebbe la “militarizzazione” della Conservazione della Natura! Avallando e legittimando i precedenti passi sbagliati, che già tanti danni culturali, ambientali, socioeconomici, ecologici hanno provocato. Qualcosa di simile non si era mai visto in un Paese civile. Persino negli USA, dove il Ranger dei famosi Parchi Nazionali è rispettata figura di Agente Federale con giurisdizione esclusiva (exclusive jurisdiction), quando si arresta un ladro o un bracconiere, li si consegna poi allo Sceriffo (Marshal) della Contea e al Giudice competente, per ritornare subito attivi “sul Fronte della Natura”. Non resta che augurarci che queste “voci di corridoio” siano prive di fondamento, e che il Ministro le smentisca, affidando la guida dei Parchi ai più capaci. Evitando di far dipendere da militari il personale civile, e chiamando i migliori Carabinieri Forestali (che certo non mancano) a collaborare con lui al Ministero. Perché, se c’è un’esigenza prioritaria da soddisfare, nessuno ne dubita, è anzitutto quella di cambiare, rafforzare, rinnovare struttura e organizzazione tecno-burocratica. Non soltanto mutando il “contenitore” (lodevolissimo il prossimo trasferimento di Sede!), ma anche e soprattutto rigenerando il “contenuto”. Lo suggeriamo anche nell’interesse dell’immagine dei Carabinieri Forestali: su ciascuno di loro, appena diventato Direttore di un Parco, pioverebbero, lo diciamo per esperienza comune, valanghe di false accuse. Alle quali seguirebbero i consueti avvisi di garanzia, pubblicati dai media con grande risalto, come condanne senza scampo … E l’immagine del Carabiniere Forestale, pur se integerrimo, adamantino e innocente, in un Paese drogato da sospetti e pettegolezzi, ne finirebbe irrimediabilmente compromessa.

Franco Tassi & Collaboratori
Centro Parchi Internazionale
Roma, 10 Gennaio 2019

2018: ATTACCO AGLI ALBERI E AI BOSCHI – FRANCO TASSI

2018: ATTACCO AGLI ALBERI E AI BOSCHI
di Franco Tassi

Non un assalto improvviso e massiccio, ma graduale, capillare e mascherato. Ben pianificato da tempo, attentamente studiato, e condiviso dai poteri forti, ma tenuto ben segreto. Ogni volta con pretesti diversi, apparentemente benevoli e spinti verso il bene comune, ma in realtà ingannevoli, fino a sfiorare i limiti del ridicolo.

Con bugie assurde, assiomi demenziali e sfrontati capovolgimenti della verità, tipici di una società caduta nella ragnatela dell’inganno, della mala-politica e dei media manipolatori, per scopi e interessi del tutto inconfessabili. Ecco alcuni proclami dei “tree-killers”, i nuovi Lanzichenecchi al sacco della Natura d’Italia:

A – Le foreste sono troppe, si stanno espandendo esageratamente!

B – Occorre intervenire a tagliarle, altrimenti moriranno!

C – Incombe la terribile minaccia di invasioni di parassiti!

D – Costituiscono ormai un gravissimo pericolo per l’uomo!

Ma tranquilli, per fortuna c’è chi veglia su di noi, e ha già pronti molti geniali rimedi:

1 – Eliminiamo gli alberi malati, o che magari potrebbero forse ammalarsi;

2 – Pratichiamo potature drastiche e focomeliche su quelli che restano;

3 – Recidiamo le radici, che possono dare fastidio e fare inciampare qualcuno;

4 – Togliamo di mezzo il sottobosco, la macchia, gli arbusti e la vegetazione;

5 – Preveniamo eventuali futuri incendi, dando noi stessi fuoco alle foreste.

Spesso i tagli avvengono a sorpresa, all’alba o nei giorni di vacanza. Legname e frasche scompaiono presto, e se qualcuno interroga c’è già la risposta rassicurante, magari un progetto, un’ordinanza o un certificato dei servizi competenti. Dove andrà il materiale ricavato? Mistero …

Qualcuno avanza il sospetto che questa “grande bonifica” non sia animata da spirito ecologico, ma da corsa al guadagno, al profitto, per produrre pellet o mobilio, o magari per alimentare le avidissime centrali a biomasse… Altri si chiedono come mai questa “green economy”, che fa molto gola alla criminalità organizzata, goda di così ampi favori politici e di consistenti incentivi europei, pur non essendo determinante per la produzione di energia. E non manca chi metta in guardia sulle minacce alla salute, la perdita della biodiversità, le conseguenze sul clima, il dissesto idrogeologico, e l’aridificazione del suolo, che porterà inesorabilmente verso la desertificazione.

Eppure, questa strage procede indisturbata e impunita, le stagioni si liquefanno e il caldo impazza, trionfano le bombe d’acqua e le alluvioni, dalle montagne non scende più acqua ma fango, e nessuno si chiede come mai. Si fatica a collegare i vari avvenimenti, non si riesce a individuare cause ed effetti, ancor meno si è capaci di fare i conti sui costi e benefici: si tratta di quello che viene normalmente definito “analfabetismo funzionale”, tipico di società benestanti, ma in pieno regresso culturale, povere di maturità politica e vittime di una crisi galoppante. E per di più affette, da tempo immemorabile, da cronico “analfabetismo ecologico”.

Sarebbe poi tanto difficile correre ai rimedi? La strada da seguire, naturalmente, è diametralmente opposta:

I – Piantare alberi, impegnando i giovani disoccupati e sbandati in una nuova, entusiasmante “missione civile”;

II – Salvare le superstiti foreste antiche, naturali e seminaturali, scrigni insostituibili di varietà e ricchezza di vita;

III – Proteggere il sottobosco, rifugio di animali e piante, contenitore di umidità, microfauna e microflora;

IV – Mantenere l’equilibrio ecologico, idrogeologico e proteggere il bosco dalle invasioni incontrollate;

V – Favorire invece l’ecoturismo responsabile, sostenibile, attento a non modificare o danneggiare l’ecosistema;

VI – Conservare le caratteristiche del paesaggio storico e vivente, matrice di identità e fonte di ispirazione;

VII – Assicurare la salute della società, eliminando qualsiasi rischio di inquinamenti, veleni e polveri sottili.

Ma la direzione che il nostro Paese sta sempre più imboccando è indubbiamente diversa, come dimostrano molte iniziative legislative, prima tra tutte il cosiddetto ben noto “accorpamento” (ovvero la soppressione) del Corpo Forestale; seguita dal nuovo assurdo Testo Unico Forestale, foriero di tempi cupi, e per di più palesemente incostituzionale, fortemente voluto dal precedente governo; e quindi conclusa, dulcis in fundo, dal recentissimo disegno di legge sul meraviglioso “fuoco prescritto”. Neppure negli incubi più tenebrosi, si sarebbe potuto immaginare qualcosa di peggio … Si sta distruggendo, con il patrimonio naturale, il nostro stesso futuro. E per di più ciò avviene con la complicità, connivenza, inerzia o passività della vittima designata, quel “popolo sovrano”al quale sarebbe spettata la decisione finale. Un vero e proprio caso di “autolesionismo indotto con successo” da un “regime” ignorante, ingannatore e senza scrupoli: ma purtroppo non l’unico caso, e forse neppure l’ultimo.

Tutto ciò è stato raccontato nei dettagli anche nel recente volume “Alberi Sacri“, un prezioso libretto che racconta tutte le battaglie eco-sociologiche svolte in Italia in difesa dei grandi Patriarchi Arborei.

Alberi sacri Franco Tassi

Concludiamo con testo risalente al 1811, ben più di due secoli fa, di Gaetano Savi, segnalatoci da Fabio Garbari.

Nel 1811  Gaetano Savi  (Trattato degli alberi della Toscana, Ediz.II, Tomo 1, Piatti, Firenze), tra i massimi botanici dell’800,  riferisce su:

“i cattivi regolamenti su i boschi, le permissioni troppo vaghe di far tagli [ …] e gli incendi, le devastazioni delle guerre e finalmente il diboscamento fatto per dar luogo alle sementi…[…]. L’aumento delle popolazioni richiedeva che si aumentasse la produzione dei cereali, ed era però necessario che si sgombrassero dagli alberi delle estensioni di terreno per essere poste a sementa; ma si son tagliati più boschi di quel che era necessario, si è tagliato dove non conveniva tagliare … Le ubertose raccolte, che danno per qualche tempo i terreni diboscati, sono state un allettamento pernicioso, ed un motivo d’inganno … Si sono spogliate dall’unica loro risorsa le terre magre e sassose, e si è estesa questa devastazione fino alle cime dei monti. Quelle venerabili foreste formatesi lentamente in un lungo corso di secoli, rispettate con culto religioso dai nostri antenati, ci procuravano molti vantaggi per la loro situazione in questi luoghi elevati. Barriera ai venti ne rompevan l’impetuosità … e non gli permettevano di venire a devastare e inaridir le messi nelle sottoposte campagne […]; servivano di riparo al freddo; arrestavano le nuvole e le scioglievano in acqua, mediante l’attrazione delle foglie e davan così origine alle fontane e ai ruscelli. Colla decomposizione poi delle foglie formavano il terreno vegetabile, di cui una parte scendeva insiem colle acque a fertilizzare le valli e le pianure; ma seguìto poi il diboscamento le acque hanno trasportato giù anche la terra che era smossa e non più ritenuta dalle radici degli alberi, e dopo la terra trasportano sempre parte dei sassi che forman l’ossatura del monte, dal che ne segue l’inalzamento degli alvei dei fiumi, onde le inondazioni frequenti e copiose…. diedero luogo a un male che per lunghissimo tempo non sarà rimediabile”. 

Roma – Maremma Toscana – Abruzzo, Estate 2018

Centro Parchi Internazionale

 


Libri di Franco Tassi