Articoli

Il Regno della Natura Vivente – 3. I Tre Regni della Natura

I Tre Regni della Natura

Tutti conosciamo i tre regni della Natura: quello minerale, quello vegetale e quello animale, ciò che però non molti conoscono è il loro aspetto simbolico, energetico e spirituale.

In primo luogo possiamo constatare che il grado di sviluppo energetico, ossia dei corpi sottili di ciascuno di questi regni è molto diverso. Infatti mentre l’essere umano possiede il corpo fisico, il corpo eterico, il corpo emozionale e il corpo intellettuale, negli animali il corpo intellettuale non è ancora sviluppato e nelle piante non troviamo nemmeno il corpo astrale mentre, nelle pietre, troveremo che soltanto il corpo eterico è appena presente.

Grazie alla Scienza dello Spirito, sappiamo anche che mentre l’uomo è cosciente di se stesso – ossia ha una coscienza individuale –, per quanto riguarda gli animali e le piante si parla in genere di un “Io di gruppo”: in particolare, Aïvanhov spiega che: “L’Entità che governa il regno animale si trova nel piano astrale dell’Universo, quella che governa il regno vegetale si trova nel piano mentale, quella che governa il regno minerale si trova nel piano causale, dunque talmente lontano che le pietre ci sembrano senza vita. Eppure le pietre sono vive: sì, vive e coscienti”.[1]

Esiste quindi una correlazione tra i corpi sottili presenti in un essere e il piano in cui si trova la sua coscienza: in effetti, la coscienza di sé, del proprio corpo fisico, del fatto di essere un individuo autonomo e indipendente la ritroviamo solo nell’essere umano, che ha appunto il corpo mentale sviluppato; il pensiero, che nasce dal piano mentale, permette alla coscienza dell’uomo di essere consapevole di sé, e di tutte le sue parti. Negli animali la coscienza si trova nel piano astrale, ossia è governata da un “Io di gruppo”, che si trova in questo piano. Ciò significa che, pur non essendo dotato né di pensiero, né della consapevolezza di sé, un animale prova emozioni, in quanto ha sviluppato il corpo astrale. Le piante invece non provano emozioni: il loro corpo eterico è sviluppato, mentre la loro coscienza si trova nel piano mentale.

Non si può dire che nelle piante e nelle pietre il corpo astrale e mentale non esistano ma, di fatto, non sono sviluppati, ossia la coscienza non arriva fino a questi corpi rimanendo, come detto, nel piano mentale per le piante e nel piano causale nelle pietre.

Questi corpi, pur non sviluppati, esistono e permettono comunque una comunicazione tra l’anima di gruppo, che li governa, e il loro “corpo fisico”.

Riassumendo: l’uomo ha sviluppato il corpo fisico, eterico, astrale e mentale e sta sviluppando i corpi superiori (causale, buddico e atmico), la sua coscienza arriva fino al piano fisico, ed egli si sente quindi un individuo a sé, diverso e separato dagli altri esseri.

Gli animali, invece, stanno sviluppando il corpo mentale, in particolare gli animali che vivono a contatto con l’uomo. Naturalmente si tratta di processi evolutivi lunghissimi, ma il regno animale sta andando in questa direzione. Per ora l’anima di gruppo degli animali si trova nel piano astrale, ma lo sviluppo del corpo mentale permetterà agli animali di divenire singoli individui consapevoli di sé; verrà un tempo in cui anche per loro non ci sarà più un’anima di gruppo, ma tante singole anime, più evolute, distinte l’una dall’altra.

Le piante, che ora hanno un corpo eterico, svilupperanno in futuro anche il corpo astrale; la coscienza del loro “Io di gruppo”, che ora si trova nel piano mentale, scenderà quindi nel piano astrale.

Infine, abbiamo i minerali, che stanno sviluppando il corpo eterico, mentre la coscienza del loro “Io di gruppo” si trova molto “lontano”, nel piano causale.

Ciò che dobbiamo comprendere è che esiste una connessione tra la Sorgente Divina e tutte le creature. Questa connessione attraversa le Gerarchie angeliche fino all’uomo, e poi oltre fino ai regni inferiori: tutto è collegato. Il collegamento che esiste tra i diversi regni crea una scala evolutiva, ossia dal regno minerale a Dio, e una scala involutiva, da Dio al regno minerale.

Questa connessione esiste anche, a livello individuale, in ciascun essere umano: dal corpo fisico, attraverso tutti i nostri corpi sottili fino a Dio e viceversa.

A questo punto dobbiamo affrontare e capire bene il concetto di evoluzione e di involuzione: si tratta di due realtà strettamente collegate mutuamente interdipendenti; l’una non esiste senza l’altra, e si tratta di una Legge cosmica: affinché qualcosa evolva bisogna che qualcos’altro involva.

Per chiarire questo aspetto diremo che la Sorgente Divina emana costantemente, ad ogni istante, luce e calore, che simbolicamente rappresentano i due principi: la Saggezza e l’Amore. Questi due principi donano la vita. Sulla Terra è il Sole che senza sosta svolge questa funzione: egli ci dona luce, calore e vita. Per questo motivo, secondo Aïvanhov, il Sole è la migliore manifestazione che abbiamo del Divino qui sulla Terra. Questa vita che emana dalla Sorgente Divina o, in termini più concreti, dal Sole, deve involvere per permettere alla Terra, e a tutte le sue creature, di evolvere. La luce del Sole viene trasformata dalle piante in materia, attraverso un processo (la fotosintesi) che possiamo definire involutivo: la luce, ossia l’elemento Fuoco, passando attraverso l’Aria e l’Acqua diviene Terra.

Così la luce del Sole involve per far evolvere la Terra.

C’è uno scambio continuo e senza sosta di energia, tra la Sorgente Divina, il Creatore e il Creato, ossia tutto ciò che esiste è in costante reciproca relazione.

 

Nulla può evolvere se prima non si è involuto. Per questo ciò che la scienza chiama “evoluzione della specie” è stata necessariamente preceduta da un movimento di involuzione. È vero per le creature ed è vero anche per la materia. Prima dell’evoluzione della materia, c’è stata un’involuzione dello spirito. I sostenitori dell’evoluzione hanno osservato le cose solo dall’esterno, dal punto di vista dell’organizzazione della materia, senza tener conto delle forze invisibili che avevano prima lavorato su di essa. L’evoluzione non è che la metà di un processo di manifestazione. Osservandola isolatamente, la si separa dalla verità della vita. Preso isolatamente, questo processo non trova posto in Natura. Non si può provare che l’evoluzione sia possibile senza che un impulso l’abbia precedentemente messa in moto e continui a sostenerla; e questo impulso viene dall’alto. Prima di tutto, è lo Spirito che è sceso, e se si vede la materia evolvere, è perché è trascinata dal movimento ascendente dello spirito che la fa risalire verso il suo luogo d’origine.[2]

L’evoluzione delle forme materiali – quelle delle pietre, delle piante, degli animali e degli esseri umani –, si è potuta realizzare unicamente grazie alla discesa dello spirito. È una legge cosmica: lo spirito deve scendere affinché la materia possa salire, evolvere.[3]

Questo concetto di evoluzione e involuzione spiega come tutto nell’universo abbia avuto origine da Dio e come tutto sia in connessione con Lui, o meglio abitato da Lui, dallo Spirito.

I tre regni della Natura che noi conosciamo sono gli unici che sulla Terra sono presenti sul piano fisico, e ovviamente sono molto importanti per noi, perché da loro dipende la nostra esistenza.

Tutti gli esseri dei vari regni dell’universo sono legati fra loro. Che se ne abbia coscienza oppure no, gli esseri che sono al di sotto di noi, come pure quelli che sono al di sopra, sono legati a noi, poiché nella Natura esiste una gerarchia vivente. È proprio grazie a questa gerarchia, grazie al legame che ci unisce a tutti gli esseri superiori, che abbiamo la possibilità di elevarci; ma siamo ugualmente legati a tutti gli esseri al di sotto di noi, ossia agli animali, alle piante e alle pietre, e anche questo legame è molto potente.[4]

Il Regno Minerale

Le pietre, così come tutti gli oggetti che ci circondano, agli occhi degli esseri umani sono materia inerte, che non merita particolare considerazione. Eppure tutta la nostra esistenza è poggiata su questa materia: le montagne, le pianure, le valli, la terra su cui viviamo e costruiamo le nostre abitazioni, i terreni che coltiviamo… sono tutti appartenenti al regno minerale. Possiamo quindi ben dire che questo regno rappresenta la base su cui poggia la vita dell’intero pianeta. Non a caso, il regno minerale, nel corpo umano, è rappresentato simbolicamente dal sistema osseo. E, come il sistema osseo, il regno minerale è la parte più materializzata, più dura e solida del piano fisico. Le pietre, le montagne hanno milioni e milioni di anni, conoscono l’intera storia della Terra e dell’umanità, e da tempi immemorabili hanno registrato tutto ciò che è successo sul nostro pianeta. Aïvanhov ci spiega che nel piano energetico delle pietre tutto si registra: esse sono le “biblioteche”, gli annali della storia dell’umanità:

In Natura tutto si registra. L’Intelligenza cosmica ha posto ovunque degli apparecchi che hanno la funzione di registrare automaticamente gli avvenimenti che si verificano tutt’intorno. Le rocce, le pietre, la sabbia… Ovunque si trovano unicamente apparecchi in grado di registrare e trasmettere. Se solo si potesse decifrare ciò che un solo granello di sabbia racchiude a livello di registrazioni!… È il regno minerale che può darci la maggior quantità di informazioni sul passato: la memoria dell’universo è inscritta in esso. Tutto il resto è scomparso: sono scomparsi i vegetali, gli animali e gli esseri umani con le loro scoperte, ma le pietre e i metalli ci sono ancora e possono raccontarci la storia del mondo. La memoria delle pietre: ecco la vera archeologia! Non si sono ancora scoperti i mezzi per decifrarla, ma un giorno, forse, ci si riuscirà captando le onde emesse dalle pietre stesse. Nell’attesa, sapendo che tutto si registra, cercate di essere vigili in modo da registrare nelle pietre delle strade che percorrete solo ciò che avete di migliore nel vostro cuore e nella vostra anima.[5]

Oltre a questa caratteristica energetica delle pietre, è stato in precedenza osservato che le pietre sono vive e coscienti. Ora sappiamo cos’è che in ogni pietra è vivo e cosciente: non la pietra stessa, bensì l’Intelligenza cosmica che si manifesta nelle creature del mondo invisibile, in particolare gli Spiriti di Natura. Ogni pietra è abitata da una piccola Entità invisibile, e possiamo dire che, nella maggior parte dei casi essa è come addormentata. Questa Entità agisce sulla pietra per permetterle di evolvere, ma questa azione è lenta e questo processo evolutivo richiede milioni di anni.

Quando però una qualsiasi pietra viene “trattata energeticamente”, vale a dire benedetta, purificata, o semplicemente amata in modo puro e sincero da un essere umano, ecco che questa Entità si risveglia e inizia ad agire con maggiore intensità.

Aïvanhov ci spiega come si può interagire con una semplice pietra:

Talvolta accarezzo una roccia e le dico: “Abbi pazienza, un giorno sarai liberata da questa prigione”. Infatti, in quel blocco di pietra si trova un’Entità che è limitata, imprigionata e che attende di essere liberata nel momento in cui la pietra sarà finalmente frantumata. Effettivamente, quando la roccia è ridotto in polvere si trova nelle condizioni migliori per evolvere, per essere assimilata dal regno vegetale. Passando vicino a una roccia, il discepolo può dirle: “Ammiro la tua pazienza: da secoli sei lì, esposta alle bufere, al cielo, al calore intenso e non ti lamenti mai. Mi congratulo con te e ti chiedo un po’ della tua resistenza, della tua solidità”. Forse voi pensate che questo comportamento non abbia nulla di straordinario e che è perfino ridicolo. Invece, vi posso assicurare che se lo fate molte volte, con amore e fiducia, riceverete quella forza, quella stabilità che la roccia possiede, e la manifesterete nella vita.[6]

E ancora:

Le pietre sono vive; sì, vive e coscienti. Come faccio a saperlo? Nello stesso modo in cui potete saperlo anche voi, abituandovi ad entrare in comunicazione con loro. Prendete in mano una pietra e ascoltatela: a poco a poco, sentirete che essa vi racconterà la lunga storia della Terra, tutti gli avvenimenti ai quali ha assistito e che si sono registrati su di essa, poiché tutto si registra. E anche voi potete farvi udire da una pietra. Come? Parlandole con amore, poiché l’amore è il linguaggio universale che tutta la Creazione comprende. Toccate una pietra con amore: essa vibrerà già in un altro modo e potrà rispondervi con amore. Quando saprete parlare alle pietre, potrete anche affidare loro dei messaggi. Prenderete una pietra impregnandola del vostro amore, le chiederete di portare la pace e la gioia alla persona alla quale la donerete. Ogni volta che l’ho fatto, ho percepito che la pietra era felice che le affidassi una tale missione.[7]

Le pietre preziose

Non si può parlare dell’aspetto spirituale delle pietre senza soffermarsi sulle pietre preziose, in quanto questi cristalli hanno, anche da un punto di vista simbolico, energetico e spirituale, un valore particolare.

Le pietre preziose e semi-preziose sono senz’altro uno degli aspetti più affascinanti della Natura, che maggiormente interessa l’uomo. Purtroppo la loro bellezza è valutata solo in termini economici o di prestigio sociale, e cosa sia davvero una pietra preziosa e quali siano i suoi reali “poteri” pochi lo sanno. Aïvanhov spiega anzitutto che già nella fase di formazione una pietra preziosa presenta un aspetto simbolico di grande interesse, infatti:

Sin dalla più lontana antichità, le pietre preziose sono sempre state considerate simboli delle Virtù divine, ma anche dotate di poteri meravigliosi.

Le pietre preziose hanno tanto valore perché rappresentano la quintessenza più pura della Terra, risultato di un intenso lavoro di trasformazione che la Terra stessa compie sulla materia grezza che porta in seno. Con la sua scienza e la sua pazienza, riesce a trasformare tale materia, a farla evolvere e a mutarla in pietre preziose: rubini, turchesi, smeraldi, zaffiri, diamanti… Che cosa si sa della Terra? Nulla; nessuno è consapevole che la Terra è un essere vivente, intelligente, dotato di un’anima, di uno spirito e che svolge un immenso lavoro. La Terra prepara tutti quei tesori nelle sue viscere, animata da un unico desiderio: riuscire a materializzare le qualità e le virtù del Mondo celeste, qualità e virtù che vuole riflettere e presentare qui, in basso, in forma concreta e tangibile.[8]

Questa riflessione di Aïvanhov ci aiuta a capire perché le pietre preziose sono state usate in tutte le epoche, dai re come dai sacerdoti, nei riti, nelle cerimonie sacre, o come amuleti; per il loro aspetto simbolico ogni pietra rappresentava infatti per loro una determinata virtù. Una pietra preziosa è la trasformazione della materia bruta in un cristallo dalla struttura geometrica, ordinata e armonica, che permette alla luce di passare attraverso questa materia trasparente assumendo una particolare colorazione. Le pietre sono quindi un simbolo delle virtù. Vediamo di approfondire questo aspetto:

Le pietre preziose appartengono all’elemento Terra. Sono il prodotto del lavoro che la Terra è in grado di realizzare; per questa ragione sono state scelte come simboli delle virtù che l’uomo può acquisire se impara a lavorare sulla propria materia. L’usanza di mettere delle pietre preziose sulle vesti dei sacerdoti e sulla corona dei re proviene dalla conoscenza di tale simbolismo: esse rappresentano le qualità e le virtù che quegli esseri devono possedere per esercitare degnamente la propria carica. Ad ogni virtù corrisponde una pietra: alla saggezza, il topazio; alla pace e all’armonia, lo zaffiro; all’amore, il rubino ecc. Non andiamo a indagare troppo se quegli alti personaggi meritino di portare simili tesori: è il simbolismo che conta. Se i re della Terra, i papi e i cardinali portano sul capo ornamenti di pietre preziose, è perché sulla corona del Signore della Creazione sono poste delle pietre preziose. Quelle pietre sono gli Angeli, gli Arcangeli, le Divinità …[9]

Oltre all’aspetto simbolico analizziamo anche l’aspetto energetico: infatti, ogni pietra preziosa emana la vibrazione di una specifica virtù e noi possiamo lavorare con le pietre preziose per sviluppare queste virtù. Bisogna però sapere come svolgere questo lavoro, perché non sarà semplicemente portando un topazio che si diventerà più saggi. Noi stessi, con il nostro stile di vita, dobbiamo armonizzarci con la virtù che desideriamo sviluppare; la pietra amplificherà il risultato dei nostri sforzi, attirando nel nostro campo energetico quella stessa vibrazione e permettendoci di entrare in contatto con le Entità che nel piano spirituale manifestano quella virtù.

A tal proposito Aïvanhov ha spiegato:

Al discepolo non è proibito servirsi delle pietre; il lavoro spirituale può avere un punto di partenza, un supporto materiale, per cui una pietra può creare un legame con la realtà invisibile che le corrisponde. Non si deve dire: “Oh, io mi interesso solo dello spirito. Per me, tutto ciò che è materia e fisico non conta”. Sarebbe un errore, e con un atteggiamento del genere non andreste lontano. La Natura lavora con la materia, e l’uomo non ha diritto di trascurarla: la materia esiste per istruirlo e per mostrargli il cammino da seguire.

Una pietra preziosa, per piccola che sia, è una particella di materia suscettibile di fissare e trasmettere le forze cosmiche. Si deve quindi imparare a utilizzare questa caratteristica, ma non è una buona ragione per fermarsi sulla pietra e dire: “Ora spetta a lei curare la mia trasformazione, trasmettermi le sue virtù e guarirmi…” Se non fate un lavoro spirituale, sarà meglio non contare sui poteri della pietra, perché non vi servirebbero a nulla.[10]

La pietra è come un’antenna e, come ad un’antenna, bisogna darle una funzione, dei messaggi da trasmettere. Dietro quella pietra ci sono delle forze che girano, che vibrano, ma sta a voi fissarle, orientarle. Ogni pietra preziosa è già preparata dalla Natura per captare certe energie dal cosmo e diffonderle, propagarle.[11]

Ma non basta aver fiducia in una pietra preziosa e così dormire tranquilli. Ci si deve servire della pietra per svolgere un determinato lavoro. Se ne possedete una, potete creare un collegamento con le virtù che rappresenta, ma è necessario che tale pietra entri in voi, è in voi che deve nascere ed essere coltivata. Portare sul vostro corpo delle perle o delle pietre va molto bene, ma se non comprendete lo spirito del nuovo Insegnamento per portarle dentro di voi, è inutile. La pietra fisica deve essere soltanto un modello che vi ispiri e vi mostri come riprodurla interiormente, esattamente come il modello con cui lavorano i pittori e gli scultori. Guardate quelle pietre, ammiratele, ma soprattutto cercate di crearle dentro di voi… vive! In questo senso è bello possedere delle pietre, altrimenti non è altro che vanità o superstizione.[12]

Vediamo infine l’aspetto spirituale, che ovviamente è in connessione con i due precedenti. Abbiamo già detto che in ogni pietra vive un’Entità, uno spirito luminoso, che si occupa dell’evoluzione della pietra stessa. Nel caso di una pietra preziosa l’Entità che in essa vive è sicuramente più potente, con un maggiore livello di coscienza, rispetto alle normali pietre. Anche nel caso di una pietra preziosa però, prima di compiere un lavoro energetico con essa, questa Entità va “risvegliata”, e la prima cosa da fare, come abbiamo già visto, è riconoscerne la presenza, amandola e rispettandola. È poi importante purificare e consacrare la pietra e solo a questo punto è possibile svolgere un lavoro con l’Entità della pietra. A tale scopo esistono varie formule o pratiche energetiche: ad ognuno la libertà di scegliere quella che ritiene più appropriata.

Ogni pietra preziosa, amata, purificata e consacrata può diventare un prezioso alleato per l’essere umano, come sostegno nel suo processo evolutivo, aiutandolo a sviluppare determinate qualità e virtù, proteggendolo e indicandogli la via da compiere per raggiungere quella stessa purezza che l’ha resa tanto bella e preziosa.

Le montagne

Oltre alle pietre preziose c’è un altro aspetto del regno minerale che vogliamo illustrare in questo articolo: le montagne. Da sempre infatti le montagne rappresentano simbolicamente la vita spirituale, ossia un percorso iniziatico in cui la vetta rappresenta il piano divino: la meta cui ogni scalatore ambisce. Per raggiungere la vetta di una montagna bisogna compiere un lungo percorso di ascesa, e questo percorso è lo stesso che interiormente compie il discepolo, o l’Iniziato, per dominare la sua natura inferiore e raggiungere il centro, la cima del suo essere: il suo Spirito. Solo quando l’uomo si fonde con il suo Spirito, il suo Sé superiore, solo allora trova la vera pace e la vera armonia interiore, oltre che la felicità.

Dal punto di vista simbolico, l’immagine della vetta corrisponde al nostro Sole interiore. Gli Iniziati si sono sempre serviti di questo simbolo, anche nei paesi dove si trovano solo colline. È nel “Sermone della Montagna” che Gesù ha rivelato l’essenziale del suo Insegnamento, e quella montagna non viene neppure nominata… Forse, proprio perché si trattava di una montagna spirituale. La montagna è un simbolo dell’Iniziazione: la vetta è il luogo dove l’uomo si istruisce, si purifica, si libera e acquisisce una visione superiore della vita. Sulle cime, dove l’aria è così pura, è più facile raggiungere in se stessi quella vetta che la Scienza iniziatica chiama il “corpo causale”. È là, nel corpo causale, che il pensiero trova tutti gli elementi della realizzazione; e là che si trovano quelle forze e quelle potenze che noi dobbiamo raggiungere per diventare creatori.[13]

Anche se non è molto elevata, ogni vetta può diventare un santuario poiché, simbolicamente, ogni altura ci avvicina a Dio. Quel santuario ha per tetto la volta celeste.[14]

Le montagne possono inoltre essere definite delle vere e proprie “antenne”, capaci di stabilire un collegamento tra il Cielo e la Terra. La montagna non è quindi solo un simbolo, ma anche una realtà energetica: sulle montagne vivono Entità del mondo invisibile molto pure e potenti. Per tale motivo, quando si va in montagna, bisognerebbe avere un profondo senso di rispetto e di sacralità.

Le montagne sono immense antenne che mettono la Terra in comunicazione con il Cielo: esse sono il legame fra Terra e Cielo, e per questo l’acqua che scende dalle alte montagne è impregnata dei fluidi del Cielo.

Tramite le loro cime, le montagne captano le forze e le energie celesti che si manifestano sotto forma di grandi turbinii, di onde potenti e luminose. A causa della presenza di queste correnti di energie, gli Spiriti della Natura, che sono Spiriti molto evoluti, visitano spesso le cime dei monti: essi s’immergono in quegli effluvi per rinforzarsi, per rigenerarsi, e poi ripartono per svolgere il loro lavoro attraverso il mondo.[15]

 

La consapevolezza e, conseguentemente, il rispetto per le energie presenti in un certo luogo, delle Entità invisibili che lo abitano, è qualcosa di ancora molto lontano dai pensieri e dalle preoccupazioni della gente, anche se ha la sensibilità per apprezzare un ambiente come quello della montagna. Aïvanhov ci mette in guardia sulle conseguenze che un comportamento irrispettoso provoca sul silenzio e sulle Entità che abitano certi luoghi speciali della Terra.

Al giorno d’oggi, con lo sviluppo dei mezzi di trasporto, si vede sempre più gente andare in montagna; è diventata una moda. Le persone si danno agli sport invernali per distrarsi, divertirsi e raccontare poi di essere scese lungo un certo pendio, di aver scalato una certa cima… E, invece di rispettare il silenzio della montagna e di lasciarsene impregnare per scoprire gli stati di coscienza superiore, essi si comportano come in ogni altro luogo: portano con sé il loro vino, il loro prosciutto, le loro sigarette, la loro musica cacofonica, gridano, scherzano, s’accapigliano… Come se non vi fossero altri luoghi per distrarsi e far baccano! È così che disturbano enormemente gli abitanti di quelle zone. Ma nessuno dice alle persone che con la loro disattenzione e mancanza di rispetto turbano l’atmosfera e recano molestia a tutte quelle creature. Se tale situazione dovesse protrarsi nel tempo, le Entità se ne andrebbero altrove, là dove c’è veramente silenzio, là dove è molto difficile per gli uomini avere accesso. Una volta che tali Entità si saranno allontanate dai luoghi in cui abitavano, quelle zone perderanno il loro mistero, il loro carattere sacro e non saranno più così impregnati di luce, di forza spirituale; sarà un vero peccato. È dunque chiaro che se non andate in montagna con la giusta disposizione d’animo, le creature invisibili prenderanno delle precauzioni e si allontaneranno, e voi non potrete ricevere più nulla da loro. È per questo che si torna a casa piccoli e limitati come prima; tale soggiorno non sarà neppure di grande beneficio per la salute, dal momento che lo stato fisico dipende in gran parte da quello psichico. Allora a che serve salire sulle cime dei monti se non se ne torna più puri, più forti, più nobili e in miglior salute?… Se non si è capito che l’ascensione delle montagne fisiche è un’immagine dell’ascensione delle montagne spirituali? [16]

 

 

Il Regno Vegetale

Ci sarebbero davvero molte cose da dire sull’aspetto simbolico, energetico e spirituale del regno vegetale, ma a tal proposito esiste già, fortunatamente, una nutrita bibliografia, in cui vengono trattate e descritte esperienze pratiche, come la coltivazione e la cura delle piante attraverso un rapporto di collaborazione con i Deva e gli Spiriti di Natura. Basti pensare alle esperienze della comunità di Findhorn, o a M. Small Wright e al suo Giardino di Perelandra.

Vediamo comunque di analizzare alcuni aspetti essenziali di questo regno, iniziando a comprendere che le piante sono esseri intelligenti, fatto su cui anche la scienza sta indagando, giungendo a conclusioni simili.[17]

Negli Stati Uniti, nel corso dei loro esperimenti eseguiti mediante appositi apparecchi, alcuni ricercatori hanno scoperto che le piante possiedono una forma di sensibilità che le fa reagire alle presenze benefiche o malefiche; hanno constatato, infatti, che se si avvicina loro qualcuno che le aveva maltrattate, danno immediatamente segnali di paura. Quindi, anche le piante hanno una memoria. Le piante sono sensibili, e le pietre, a modo loro, pure. Se le amate, le toccate con amore, possono rispondere e farvi delle rivelazioni.[18]

La vita delle piante è in stretto rapporto con gli Spiriti di Natura: dal piano energetico essi agiscono sulla vegetazione affinché essa cresca e si sviluppi nel migliore dei modi. Per ogni fase della loro esistenza si manifestano degli Spiriti di Natura specializzati: qualcuno per la germinazione del seme, altri per lo sviluppo delle foglie, dei fiori, dei frutti, ecc. Il corpo energetico di questi Spiriti è costituito dalla stessa materia eterica degli Spiriti dei quattro elementi, ma la loro composizione varia in base alle necessità. Questi piccoli esseri determinano la vitalità, la salute e il benessere di tutto il regno vegetale.

Alcuni di questi Spiriti di Natura, chiamati Deva, si occupano più particolarmente della vegetazione. Dovunque cresca la vegetazione si trovano dei Deva. I semi che il giardiniere pianta nella terra, quando cominciano ad aprirsi e a germogliare grazie al calore e all’umidità, emettono dei suoni, come se chiamassero; allora i Deva accorrono per nutrirli e dar loro le cure di cui hanno bisogno, come fanno le madri quando si precipitano dal loro bimbo che piange. In altre fasi del loro sviluppo, le piante emettono altri suoni e allora viene ad occuparsene un’altra categoria di Spiriti. I Deva sono specializzati come lo sono gli operai delle fabbriche e sanno fare una sola cosa: alcuni si occupano unicamente di dare ai fiori i propri colori, altri danno ai fiori le forme geometriche, altri ancora la vitalità.[19]

Queste poche parole ci fanno comprendere come, almeno in teoria, qualsiasi metodo agricolo, qualsiasi intervento venga compiuto sul mondo vegetale, dovrebbe tener conto di queste Entità invisibili. La maggior parte di coloro che lavorano con la vegetazione, invece, siano essi agricoltori, giardinieri, boscaioli, o semplici fiorai, non sono coscienti di questa realtà. Fortunatamente in molti paesi ci stiamo avviando, pian piano, verso un’agricoltura sempre più rispettosa dell’ecosistema; ma questo non è ancora sufficiente: bisogna aprire la strada a un’agricoltura energetico-spirituale, che tenga conto anche degli aspetti invisibili del regno vegetale e che cerchi una collaborazione attiva con le Intelligenze cosmiche. In che modo?! Abbiamo visto che il linguaggio universale è quello dell’amore. Il vero amore apre in noi le porte dell’intuizione. Esistono poi anche tecniche – come, ad esempio, la radionica –, che sono di sostegno a questa che dovrebbe essere l’attitudine fondamentale e che mettono a disposizione degli strumenti per entrare in contatto energeticamente con le piante e gli animali. La scienza sta dimostrando quanto le piante siano intelligenti e come comunichino tra loro, ma è auspicabile che la scienza si apra anche allo studio e alla comprensione di questa Intelligenza invisibile che tutto permea. Una relazione profonda e armonica con il regno vegetale porterebbe grandi benefici al genere umano, sotto tutti i punti di vista.

Di questo grande e immenso regno prenderemo ora in considerazione solo su due grandi protagonisti: gli alberi e i fiori.

 

Gli Alberi

Fin dall’antichità l’albero è stato usato come simbolo spirituale di grande potenza. Esso collega la Terra al Cielo, dona frutti, legna, ristoro, è simbolo di vita, di forza, di armonia. In tutte le culture gli alberi erano considerati con grande rispetto e sacralità, in particolare gli alberi vecchi, antichi e maestosi, che erano visti come saggi vegliardi, custodi dei più preziosi segreti della Natura.[20]

Pensiamo ad esempio al Libro della Genesi, in cui si parla dell’Albero della Vita, chiamato anche, nella Kabbalah, Albero Sephirotico: quest’albero riassume in sé tutto l’universo, tutta la Creazione, dalla Terra fino a Dio.

L’Albero Sephirotico, che è una rappresentazione delle diverse regioni dell’Universo, è anche una rappresentazione delle diverse regioni psichiche dell’uomo.[21]

Molte altre simbologie possono essere trovate nell’albero, Aïvanhov, ad esempio, spiega:

Guardate l’albero: tiene per sé le sue radici, il suo tronco e i suoi rami, ma distribuisce i suoi fiori e i suoi frutti per la gioia di tutti; e anche le sue foglie possono essere utili. È così che la Natura ha organizzato le cose. Il saggio, che ha compreso la lezione della Natura, si sforza di imitare l’albero: conserva le sue radici, il suo tronco e i suoi rami – simbolicamente parlando –, ma distribuisce abbondantemente le sue foglie, i suoi fiori e i suoi frutti, vale a dire i suoi pensieri, i suoi sentimenti, le sue parole, la sua luce, la sua forza. Imparate anche voi a conoscere ciò che potete dare e ciò che dovete conservare.[22]

Un albero però è anche un’Entità vivente, ha una sua propria energia e ogni specie di albero emana una particolare virtù, particolari caratteristiche; per conoscerle bisogna entrare in contatto e in sintonia profonda con ogni tipo di albero, imparare ad ascoltarlo, in modo che possa rivelare le proprie caratteristiche. L’albero le offrirà con gioia a chi, sostando in sua prossimità, saprà entrare in vibrazione con lui attraverso il principio d’amore.

Aïvanhov aveva un rapporto davvero particolare con gli alberi, come testimonia questo singolare racconto:

“Gli alberi… che ricchezza, che benedizione! Soprattutto quando si giunge a percepire che tutta quella materia solida e compatta è in realtà luce condensata. Sì, quei tronchi, quei rami, quel fogliame si nutrono di luce e sono luce solare condensata. Come non rimanere incantati al pensiero che in essi si trova in abbondanza l’amore del Sole? Inoltre, purificando l’atmosfera mediante l’ossigeno che rilasciano, gli alberi sono anche nostri benefattori; ecco perché chi vive vicino a una foresta è veramente privilegiato. Una foresta è naturalmente un luogo pieno di presenze. Non appena inizio a camminare fra gli alberi percepisco alcune presenze: per questo parlo loro. So in che modo rivolgermi a quegli Esseri, so come comunicare con la loro anima, ed essi mi comprendono.[23]

Ho un legame con gli alberi da così tanto tempo che mi è naturale dir loro che sono miei fratelli. Mi avvicino a uno di essi e l’abbraccio sussurrandogli: “Ti incarico di un messaggio per tutti gli alberi di questa foresta. Dì loro che li amo e che vorrei abbracciarli tutti”. L’albero trasmette mio messaggio e tutti gli alberi sono così contenti che quasi danzano mentre proseguo il cammino.

Un giorno, un fratello mi sorprese nel mio giardino mentre stavo abbracciando un cipresso, in seguito mi disse quanto questo gesto lo avesse stupito. Perché? Non c’è nulla di così stupefacente. Io parlo agli alberi e mi capita di abbracciarli: essi sentono che li amo e mi rispondono. Gli umani sarebbero più felici se sapessero intrattenere vere relazioni con gli alberi. Che cos’è un cipresso? Che cos’è un pino? Che cos’è un eucalipto?… Occorre essere rimasti ore intere accanto a loro per scoprirne l’anima e per comunicare con essa. È quello che io faccio spesso, ma è impossibile esprimere ciò che provo e le rivelazioni che ricevo. A quel punto, qualcosa cambia anche nelle vibrazioni di quegli alberi, anche nei loro colori. Quando entrate nelle foreste, dovete pensare che state entrando in un territorio che appartiene agli Spiriti della Natura; mettetevi in armonia con quegli Spiriti, e voi pure ne avvertirete la presenza. Non vi racconto storie: le fate esistono, e l’incantatore Merlino non è il solo ad averle frequentate nella foresta di Brocéliande.[24]

Da quando ero molto giovane ho iniziato a fare queste esperienze e continuo ancora adesso: parlo agli alberi del mio giardino e anche quando passeggio nella foresta, parlo agli alberi, li accarezzo e perfino li abbraccio. Perché? Perché sento che sono vivi e desidero entrare in comunicazione con la vita che circola in loro dalle radici fino all’estremità dei rami. Poi entro in relazione con le Creature invisibili che abitano negli alberi e che si curano di loro, perché, come esistono creature che si occupano degli uomini, esistono Entità che si occupano delle pietre, delle piante, degli animali.[25]

In tutti i paesi che percorro viaggiando, visito ovviamente molte città, ma cerco di visitare anche le foreste. Quando vedo dei begli alberi, avviene qualcosa dentro di me e io rientro a casa felice.[26]

La relazione che Aïvanhov aveva con gli alberi ci fa comprendere fino a che punto si possa arrivare nel rapporto tra uomini e alberi, un’alleanza che molte persone oggi stanno riscoprendo. Ma si può fare molto di più, chiedendo ad esempio agli alberi di aiutare l’umanità a crescere e ad evolvere:

È per questo che, quando passeggiate nei boschi, dovete avvicinarvi a un albero e dirgli: “Come sei bello e forte! Se potessi avere la tua resistenza, la tua stabilità! Ti prego di dire a tutti gli altri alberi del bosco come vi ammiro.” Allora gli spiriti che abitano quell’albero si dicono: “La maggior parte degli uomini è cieca e addormentata, ma quest’essere è entrato nel bosco e ha sentito la nostra presenza; è meraviglioso!” E sono felici e trasmettono la notizia di albero in albero, ed escono tutti dal loro rifugio per guardare e danzare attorno a voi.

Rivolgetevi a tutti gli alberi del bosco: “Voi sapete che Dio, il Creatore, è grande e sublime, ma oltre al vostro lavoro che cosa fate per servirLo di più? Bisogna che aiutate la Fratellanza Bianca Universale! Essa è qui per illuminare gli uomini, per farli rinsavire, affinché Regno di Dio si stabilisca sulla Terra. Voi stessi sarete allora molto più felici. Andate, riunitevi su tutta la Terra e dateci un aiuto!” Così tutti gli alberi della Terra saranno avvertiti si metteranno a lavorare insieme per la Luce.

Talvolta aprendo dolcemente gli occhi, potete scorgere anche un essere immenso, maestoso: è il capo di tutti gli Spiriti della foresta, la creatura che li riunisce in una sola anima. Egli vi avvolge in un immenso sguardo di Luce, proietta su voi i suoi raggi d’ogni colore e voi tornate a casa abbagliato, felice e appagato.[27]

 

I Fiori

Come le pietre preziose per il regno minerale, così i fiori sono senz’altro la più bella e sublime manifestazione del regno vegetale. I fiori sono infiniti per varietà, forme, colori, profumi, e anche in questo caso possiamo dire che rappresentino un simbolo e una realtà energetica e spirituale. Se pensiamo, ad esempio, ai fiori di Bach essi costituiscono un rimedio energetico, che sfrutta le particolari vibrazioni di determinati fiori per la cura del corpo energetico dell’essere umano. I fiori sono il simbolo della capacità di donare le proprie qualità in modo disinteressato: infatti, senza fare alcuna discriminazione, offrono la propria bellezza, il proprio profumo e tutte le loro caratteristiche a quanti si accostano ad essi. Pensiamo ad esempio alla rosa… ecco un fiore che ci indica la via del vero Amore:

Una tradizione riporta che le rose sono Entità provenienti dal pianeta Venere; esse hanno accettato di incarnarsi sulla Terra per aiutare gli esseri umani. Ma chi conosce la missione delle rose? Ci si serve di loro per ornare i giardini e gli appartamenti, per attirare un uomo o sedurre una donna. In realtà, la rosa ha il compito di rivelarci il cammino dell’amore vero. Ecco il ruolo, il messaggio della rosa. Se la rosa è considerata la regina dei fiori, è perché ci insegna il vero amore, l’amore che non imprigiona, l’amore che libera. Il giorno in cui gli esseri umani comprenderanno il sacrificio che essa ha fatto venendo in mezzo a loro e accetteranno di ricevere il suo messaggio, forse diverranno simili ad essa: ovunque, al loro passaggio, impregneranno l’atmosfera di un profumo delizioso.[28]

Ogni singolo fiore ha una propria essenza, ed è abitato da un’Entità luminosa; dipende però da noi la possibilità di percepirla ed entrare in contatto con questa Entità. Sempre in riferimento alla rosa Aïvanhov diceva:

Una rosa diventa più viva se la guardate con una coscienza illuminata: tra la rosa e voi si stabilisce un contatto; sentite che quel fiore è abitato da una creatura meravigliosa la quale si rivolge a voi.[29]

I fiori sono quindi anche una realtà energetica e spirituale e pertanto andranno considerati nella maniera più opportuna: quando li guardiamo, li contempliamo, è importante essere consapevoli che sono vivi e che se ci apriamo nei loro confronti possono offrirci i loro doni, le loro qualità e virtù.

Ecco cosa Aïvanhov suggerisce sulla relazione che è possibile avere con i fiori:

Prendiamo i fiori. Chi non li apprezza? Si ama riceverli e offrirli, si mettono in casa, si piantano in giardino, si ammirano nei parchi e in campagna, ci si meraviglia delle loro forme, dei loro colori e profumi, ma essenzialmente si considerano come elementi decorativi, che contribuiscono a rendere l’esistenza più gradevole. Con questo atteggiamento superficiale non si riceve granché dalla loro presenza. In realtà i fiori sono esseri con i quali si può entrare in relazione. Si, un fiore non è soltanto un pezzo di materia colorata e profumata: è il ricettacolo di una Entità spirituale che viene a parlarci della Terra e del Cielo. Se si sa come guardare un fiore, come legarsi a lui, si entra in relazione anche con le forze della Natura, con le creature sottili che lavorano per fare del fiore una presenza molto vivificante e poetica.[30]

 

 

Il Regno Animale

Nei libri sacri è scritto che con la Caduta l’essere umano trascinò con sé i suoi fratelli minori, ossia gli animali e che da allora alcuni rimasero fedeli all’uomo – come, ad esempio, tutti gli animali domestici – mentre altri gli dichiararono guerra proprio a causa di questo evento. Il rapporto che esiste tra l’uomo e gli animali è qualcosa di molto più intimo e straordinario di quanto l’uomo stesso possa a immaginare.

Gli animali, che si trovavano anche loro nel Paradiso, seguirono l’uomo nella Caduta, ma anche loro, da quel momento, si divisero: alcuni, per amore, non vollero abbandonare l’essere umano, mentre altri, erano talmente indignati contro di lui, che divennero suoi nemici. Ancora oggi non possono perdonarlo; pertanto, quando lo incontrano, vogliono fargli del male per ricordargli la sua colpa. Invece i primi, quelli che sono rimasti inoffensivi, hanno accettato la situazione. Ecco quel che ci rivela la tradizione esoterica.

Dunque, all’inizio non esisteva alcuna divisione fra gli animali, tutti si comprendevano e vivevano in perfetta armonia con l’uomo. In futuro l’armonia sarà ristabilita e tutto ritornerà di nuovo in ordine: gli esseri umani si comprenderanno, si tenderanno la mano, vivranno come fratelli e faranno la pace con gli animali. È questo il senso della profezia di Isaia: “Il lupo abiterà con l’agnello, la pantera dormirà con il capretto, la mucca e il leone passeggeranno insieme sotto la guida di un ragazzo…” È meravigliosa questa profezia! Quando il Regno di Dio si ristabilirà, non esisterà più ostilità fra gli uomini, né fra gli animali e gli uomini.[31]

La relazione che esiste tra l’essere umano e gli animali è tale che tutto ciò che l’essere umano fa agli animali finisce poi per avere delle ripercussioni su di lui. È necessaria una presa di coscienza di questo aspetto, in quanto la maggior parte delle persone è convinta di poter agire sulla Natura e su tutte le sue creature come meglio crede. Esistono però delle Leggi cosmiche, cui tutti siamo sottomessi e che reggono l’intera esistenza dell’universo; la Legge di causa ed effetto è una di queste: nulla rimane senza conseguenze. Secondo queste Leggi spirituali, trattare in modo crudele gli animali, sfruttandoli per un mero interesse economico, è un crimine che prima o poi andrà pagato. Non a caso secondo Aïvanhov, così come secondo altri Maestri:

Quanto agli animali – anche se non prestiamo loro molta attenzione – questi fanno parte della nostra vita, e alcuni di essi conducono accanto a noi un’esistenza dalla quale avremmo molto da imparare. Ma come considera gli animali la maggior parte degli esseri umani, e come si comporta con loro? Il modo in cui essi sfruttano alcune specie è veramente ignobile. Per avere la loro carne, la loro pelliccia, il loro cuoio, le loro corna o qualche altra parte del loro corpo, non indietreggiano di fronte a nessuna crudeltà. Ma ve l’ho già detto: un giorno gli esseri umani saranno condannati a pagare a caro prezzo questa loro crudeltà verso gli animali.

Anche se in apparenza le guerre hanno unicamente cause politiche, economiche, ecc., in realtà sono anche la conseguenza di tutti massacri di animali di cui gli uomini si rendono colpevoli. La Legge di Giustizia, che è implacabile, li obbliga a pagare con il proprio sangue quello che hanno fatto scorrere uccidendo gli animali. Quanti milioni di litri di sangue sparso sulla Terra gridano vendetta verso il Cielo! L’evaporazione di quel sangue attira una moltitudine di larve e di entità inferiori del mondo astrale, che avvelenano l’atmosfera della Terra e alimentano i conflitti. Gli esseri umani vogliono la pace – per così dire – ma finché continueranno a massacrare gli animali, avranno solo la guerra. Ecco una verità che non si conosce che forse non verrà accettata; che la si accetti o meno, io sono obbligato a rivelarla: gli esseri umani saranno trattati come hanno trattato gli animali.[32]

Da questa riflessione possiamo comprendere quanto il rapporto con gli animali andrebbe completamente rivisto. Poter sperare di costruire una società sana, che vive nella pace, significa anche migliorare il rapporto con gli animali: questi nostri fratelli minori vanno rispettati e considerati Entità senzienti, che soffrono e che hanno una loro dignità spirituale.

Analizzando questo regno da un punto di vista simbolico scopriamo che le varie specie animali sono presenti in tutte le antiche culture, in base alle loro caratteristiche, al loro comportamento e attitudine: pensiamo ad esempio agli dèi egizi.

Ogni animale, così come ogni pianta e ogni pietra, è collegato ad una virtù o a una caratteristica che ritroviamo anche nel carattere degli esseri umani. Prendiamo ad esempio animali con una forte simbologia come l’aquila, il leone, il serpente, il cervo, la colomba, ecc. Attraverso l’animale ci si può collegare a una delle virtù che esso rappresenta: la regalità del leone, la furbizia del serpente, la purezza della colomba, l’agilità del cervo, la capacità di osservazione dell’aquila, ecc. Su questo aspetto – l’animale come simbolo – esiste una ricchissima bibliografia[33]: pertanto, non approfondiremo tale argomento, e ci concentreremo invece ora sulle questioni energetiche e spirituali.

Pochi sanno, infatti, che gli animali hanno un rapporto molto stretto con il mondo invisibile, e lo percepiscono con maggiore facilità rispetto agli esseri umani. Un’animale può divenire tramite di altre Entità spirituali, come anche di anime umane, nel senso che queste Entità o queste anime usano il corpo dell’animale per relazionarsi con il mondo fisico e con gli esseri umani. Come questo possa avvenire ci viene spiegato da Aïvanhov con grande chiarezza:

È detto che in tempi antichissimi i primi uomini vivevano in armonia con gli animali: non avevano quindi nulla da temere dagli animali, e questi non fuggivano all’avvicinarsi dell’uomo. Ma ora, anche se si incontrano alcune eccezioni, il legame è spezzato, e gli animali fanno sull’essere umano delle riflessioni che raramente gli fanno onore. Quando gli animali tengono consiglio, cosa non raccontano di lui! Come lo giudicano, come lo criticano! L’essere umano si crede molto superiore, ma gli animali, che lo osservano, dicono fra di loro: “L’uomo pensa che siamo stupidi, che non capiamo. Facciamo in modo che non debba ricredersi, e continuiamo ad osservarlo”.

Provate a parlare con un animale: farà finta di non capirvi; in realtà, è in grado di capire perfettamente, ma solo quando gli fa comodo. Noi non sappiamo cosa passa per la testa degli animali, ma forse essi sanno meglio di noi cosa passa nella nostra. Noi non li capiamo, ma essi ci capiscono, o più esattamente, ci sentono. Molti di coloro che amano i cani, i gatti, i cavalli, ecc., ne hanno avuto delle prove.

A tratti, cercando di captare lo sguardo di certi animali, abbiamo l’impressione che ci nascondano qualcosa. Perché questa impressione? Perché in realtà può succedere che gli animali siano abitati da Entità astrali che ci osservano attraverso i loro occhi. Sì, altre creature vive e intelligenti possono guardarci attraverso gli occhi di un cane, di un gatto o di un cavallo. È questo che a volte dà la strana sensazione di avere di fronte qualcosa di più di un semplice animale. Ma oso appena parlarne di quest’argomento, perché passerei per uno sciocco. Eppure, è la realtà: può accadere che alcune Entità entrino nel corpo di un animale e, nei suoi occhi, incontriamo lo sguardo di quell’Entità. Questa relazione degli animali con il mondo invisibile spiega il motivo per cui alcune religioni abbiano dato ai propri dèi forme di animali. Nella religione egizia per esempio, Horus è rappresentato da un falco, Hathor da una giovenca, Toth da un ibis, Sekhmet da un leone, Bastet da un gatto…[34]

A Izgrev il Maestro Peter Deunov aveva un gatto di cui a volte ci parlava nelle sue conferenze. […] Vedendo che ci stupivamo dell’attenzione che accordava al suo gatto, il Maestro finì col dirci: “In questo gatto è rinchiusa l’anima di un grande filosofo del passato, che ha pensato male e ha vissuto male. Per questo gli parlo, per istruirlo. Voi non mi credete, perché pensate che un’anima umana non possa entrare in un gatto… Ma ragionate un po’: quando un uomo entra in un’automobile o in un aereo, voi non lo confondete con quei veicoli; sapete bene che l’automobile o l’aereo sono solo dei mezzi che egli utilizza per recarsi da un luogo all’altro. Ebbene, anche una forma animale è un veicolo che può trasportare un’anima umana. Così come voi entrate in un veicolo o ne uscite, allo stesso modo, in qualsiasi momento un’anima umana può entrare in un animale e poi uscirne. Negli animali che ci circondano si trovano spesso delle anime con le quali certe persone riescono a comunicare. L’anima che li guarda attraverso gli occhi di un animale può essere quella di un uomo o di una donna che sta seguendo un tirocinio perché deve fare alcune esperienze, capire alcune verità”.[35]

Gli animali sono dunque esseri senzienti che, come abbiamo visto precedentemente, hanno un’anima di gruppo, e stanno lentamente sviluppando il piano mentale. In particolare sono gli animali che vivono a contatto con l’uomo che seguono questo processo evolutivo con maggiore facilità.

Da un punto di vista spirituale è importante quindi considerare gli animali come i nostri fratelli minori, da accompagnare nel loro percorso evolutivo, sapendo che attraverso di loro il mondo invisibile comunica con noi e attraverso di loro possiamo ricevere dei messaggi.

Queste brevi riflessioni sono sufficienti per comprendere quanto sia importante che l’uomo rinnovi il suo rapporto con gli animali alla luce del sapere iniziatico, affinché una nuova relazione basata sul rispetto e sull’amore divenga possibile.

[1] Aïvanhov, O. M., Per diventare un libro vivente, elementi autobiografici 1, Prosveta, 2011, pp. 342-343.

[2] Aïvanhov, O. M., Pensieri quotidiani 2011 (25 febbraio), Prosveta, 2010.

[3] Aïvanhov, O. M., Pensieri quotidiani 2013 (28 gennaio), Prosveta, 2012.

[4] Aïvanhov, O. M., Cercate il Regno di Dio e la Sua Giustizia, Prosveta, 2005, p. 520.

[5] Aïvanhov, O. M., Pensieri quotidiani 2015 (9 aprile), Prosveta, 2014.

[6] Aïvanhov, O. M., La Nuova Terra, Prosveta, 2009, p. 108.

[7] Aïvanhov, O. M., Per diventare un libro vivente, elementi autobiografici 1, Prosveta, 2011, p. 343.

[8] Aïvanhov, O. M., I segreti del libro della natura, Prosveta, 2007, p. 187.

[9] Aïvanhov, O. M., Pensieri quotidiani 2015 (8 gennaio), Prosveta, 2014.

[10] Aïvanhov, O. M., I segreti del libro della natura, Prosveta, 2007, pp. 189-191.

[11] Aïvanhov, O. M., Pensieri quotidiani 2010 (27 giugno), Prosveta, 2009.

[12] Aïvanhov, O. M., I segreti del libro della natura, Prosveta, 2007, pp. 192-193.

[13] Aïvanhov, O. M., Alla scuola del Maestro Peter Deunov – Elementi autobiografici, Prosveta, 2014, p. 346.

[14] Aïvanhov, O. M., Alla scuola del Maestro Peter Deunov – Elementi autobiografici, Prosveta, 2014, p. 321.

[15] Aïvanhov, O. M., Pensieri quotidiani 2009 (26 dicembre), Prosveta, 2008.

[16] Aïvanhov, O. M., Il senso del silenzio, Prosveta, 2007; pp. 67-69.

[17] Si vedano, ad esempio, gli studi di Stefano Mancuso e il suo libro Intelligenza Verde.

[18] Aïvanhov, O. M., I segreti del libro della natura, Prosveta, 2007, p. 198.

[19] Aïvanhov, O. M., I frutti dell’Albero della Vita, Prosveta, 2006, p. 276.

[20] Vd. Alberi Sacri di F. Tassi, Stella Mattutina Edizioni, 2017.

[21] Aïvanhov, O. M., Pensieri quotidiani 2010 (30 marzo), Prosveta, 2009.

[22] Aïvanhov, O. M., Pensieri quotidiani 2018 (12 ottobre), Prosveta, 2017.

[23] Aïvanhov, O. M., Pensieri quotidiani 2013 (24 agosto), Prosveta, 2012.

[24] Aïvanhov, O. M., Alla scuola del Maestro Peter Deunov – Elementi autobiografici, Prosveta, 2014, pp. 359-360.

[25] Aïvanhov, O. M., La fede che sposta le montagne, Prosveta, 2001, pp. 189-192.

[26] Aïvanhov, O. M., Alla scuola del Maestro Peter Deunov – Elementi autobiografici, Prosveta, 2014, p. 358.

[27] Aïvanhov, O. M., I frutti dell’Albero della Vita, Prosveta, 2006, pp. 276-277.

[28] Aïvanhov, O. M., Pensieri quotidiani 2010 (25 luglio), Prosveta, 2009.

[29] Aïvanhov, O. M., Pensieri quotidiani 2017 (22 maggio), Prosveta, 2016.

[30] Aïvanhov, O. M., La fede che sposta le montagne, Prosveta, 2001, pp. 187-189.

[31] Aïvanhov, O. M., Linguaggio simbolico, linguaggio della Natura, Prosveta, 2009, pp. 188-189.

[32] Aïvanhov, O. M., Per diventare un libro vivente, elementi autobiografici 1, Prosveta, 2011, p. 343.

[33] Si vedano ad esempio i libri: Animali tra mito e simbolo e La natura e i suoi simboli.

[34] Aïvanhov, O. M., Per diventare un libro vivente, elementi autobiografici 1, Prosveta, 2011, pp. 343-345.

[35] Aïvanhov, O. M., Alla scuola del Maestro Peter Deunov – Elementi autobiografici, Prosveta, 2014; pp. 374-376.

 

Il Regno della Natura vivente – 2. I QUATTRO ELEMENTI

Nei precedenti paragrafi abbiamo visto come l’intero universo sia stato formato a partire dalla Luce. Questa Luce non è quella luce che vediamo, bensì la Luce spirituale, da cui tutto ha avuto origine. In realtà, esistono due luci: la luce visibile e la luce invisibile, che è la quintessenza della Creazione. Alcuni idiomi danno infatti, […]

Basta Tagliare e Bruciare – di Franco e Margherita Tassi

Di fronte al continuo massacro del patrimonio arboreo, e alla scellerata strage di boschi senza valide giustificazioni, la Primavera 2022 sta registrando in Italia segni confortanti di risveglio del Popolo degli Alberi e dei Boschi. Basta Tagliare e Bruciare!

Una prima forte scossa arriva da Firenze, dove Sabato 28 Maggio una folla di attivisti ha espresso il proprio deciso dissenso di fronte al palazzo della Regione Toscana, esponendo striscioni e manifesti a difesa della Natura. Non meraviglia che la protesta inizi proprio qui, dato che la Toscana, ancora prigioniera di una visione produttivistica a corto raggio del patrimonio forestale, merita senza dubbio il titolo di “Regione nemica del Manto Verde del Pianeta”.

Contro le Centrali a Biomasse che stanno divorando le nostre foreste si sono schierati il Movimento per la Terra e Italia Nostra, Il Gruppo Unitario Foreste Italiane e la Lega per la Protezione degli Uccelli, e una quantità di altre Organizzazioni ambientaliste. Chiedendo con forza di sopprimere gli ingenti quanto nefasti incentivi europei, dato che la frenetica corsa a bruciare boschi per produrre energia è tutt’altro che una pratica rinnovabile, sostenibile e compatibile. Ma rappresenta, piuttosto, una folle speculazione per profitto privato, incompatibile con l’obiettivo di tutelare l’equilibrio ecologico, idrogeologico, climatico, paesaggistico per il bene comune.

Nel frattempo dal centro di Roma, Venerdì 27 Maggio, un Gruppo di qualificati Esperti e Rappresentanti delle Istituzioni lanciava unanimemente un interrogativo: ma noi vogliamo considerare l’Albero un nemico, e quindi continuare contro di lui una guerra senza quartiere, o piuttosto riconoscere che è un vero amico, da amare e proteggere con cura? E sono stati illustrati efficacemente i molti incontestabili benefici che alberi, viali, parchi e giardini, insomma il verde urbano e peri-urbano, donano non solo all’ambiente e alla bellezza, alla natura e alla biodiversità, all’aria pulita e all’ossigeno, alla frescura e all’ombra, al significato e al valore dei luoghi: ma anche alla salute, al benessere e alla qualità della vita.

Infine una riuscita trasmissione di “TG3 Fuori TG”, Lunedì 16 Maggio, aveva già documentato una serie di gravissimi attentati al Manto Verde del Pianeta, perpetrati persino nel cuore dei Parchi Nazionali, proprio là dove la Natura dovrebbe godere della più rigorosa protezione. Ma nel caso della Pineta di Villetta Barrea, dove erano stati scelleratamente condannati al taglio con fondi europei ben 3.000 Pini neri, i primi ad insorgere indignati sono stati proprio gli abitanti locali: un fatto, che fa ben sperare per il futuro.

Vi sono quindi più che giustificati motivi perché finalmente scenda in campo la protesta civile e motivata della cittadinanza attiva, con il metodo dell’Ecotattica, che qui esponiamo in sintesi. Per sgretolare le false dottrine imperanti, nutrite di Analfabetismo Ecologico, per smantellare l’affarismo e la corruzione che ormai dominano nelle società decadenti, e per bloccare al più presto la folle corsa all’autodistruzione, di cui già stiamo subendo le conseguenze.

MISSIONE: SALVARE GLI ALBERI
ECOSTRATEGIA: AGIRE TUTTI, INSIEME, SUBITO
ECOTATTICA: ECCO LE CINQUE MOSSE VINCENTI

1.- CONTROLLO SOCIALE
Osservare e documentare tagli, potature, capitozzature, interventi degradanti, piantumazioni e abusi. Informarsi su
chi ha deciso e su chi sta effettuando l’intervento, e con quali modalità. Chiedere come verrà utilizzato e dove andrà a
finire tutto il materiale ricavato, annotando con cura ogni particolare.

2.- RIVELARE LA VERITA’
Scrivere ai mezzi di informazione, manifestando forte contrarietà e indignazione, con numerose firme di cittadini,
raccontando e fotografando i fatti documentati, e smascherando gli inganni, i pretesti e le falsità (alberi davvero malati o pericolosi?), che sono spesso sfruttati per giustificare certi interventi.

3.- INDAGINI UFFICIALI
Inviare esposti-denuncie alle Autorità competenti, alla Magistratura e alle Istituzioni, chiedendo di incontrare i Responsabili politici, burocratici e tecnici per far sentire il peso del dissenso, confutare ogni fandonia, spiegare il valore degli Alberi e del Verde, e smantellare così le pratiche irregolari.

4.- MANIFESTAZIONI
Organizzare Gruppi pacifici di contestazione, con esposizione di immagini, manifesti e striscioni, diffondendo adesivi eloquenti, vignette efficaci e spot incisivi, in modo da coinvolgere sempre di più un vasto pubblico, e nei casi più scandalosi informare anche tutti i Media nazionali e internazionali.

5.- VOLONTARI VERDI
Promuovere il Volontariato Verde delle Scuole, degli Insegnanti, dei Giovani e della Terza Età, per creare Gruppi locali competenti, ben preparati e impegnati nella osservazione e nella assistenza nei parchi urbani, nei viali e nei giardini pubblici, preziosi per collaborare alla cura assidua e responsabile del Verde.

Roma, 29 Maggio 2022
Franco Tassi Margherita Martinelli

Centro Parchi Internazionale – Gruppo Alberi Sacri

I Fiori di Bach – Un Libro che nasce dall’Esperienza Pratica. Sergio Abram

I Fiori di Bach – Un Libro che nasce dall’Esperienza Pratica.

  Intervista a Sergio Abram

Sergio Abram, ricercatore di vasti interessi nel settore floro-faunistico-ambientale, fotografo professionista, è autore di centinaia di articoli e di una cinquantina di volumi a carattere naturalistico, ci racconta per la prima volta come è nata l’idea di scrivere un libro sui Fiori di Bach, come è nata in lui la passione per la raccolta, la catalogazione e l’approfondimento per i fiori.

Il suo interesse per questa disciplina nasce oltre venti anni fa, quando Sergio Abram partecipa a un corso di Naturopatia, durato 3 anni, nel quale c’era la materia di floricultura, con uno studio sui fiori di Edward Bach. E’ stata la materia che lo ha interessato maggiormente, che lo ha portato a sperimentare in proprio l’utilizzo di questi fiori, andando a cercare personalmente i fiori dopo aver utilizzato quelli del kit da cui aveva mosso i primi passi. Dopo un lungo percorso attraverso seminari e conferenze, Sergio Abram decide di andare ad approfondire le fonti, a partire da Edward Bach fino ai suoi discepoli sparsi per il mondo.

Il suo percorso di approfondimento è durato 5 anni, arrivando alla conclusione che non è così fondamentale conoscere proprio tutti i fiori, ma importante riuscire a maneggiare e padroneggiare ciò che ci circonda. L’approccio di Abram è sempre rivolto alla praticità e alla pragmaticità: nel passaggio da studente e insegnante, cerca sempre di trasmettere a chi si appassiona ai rimedi, come trovare i fiori a parte del proprio luogo di appartenenza, ad imparare a riconoscerli, a distinguerli, a utilizzarli al meglio per quelle che sono le caratteristiche specifiche di ogni fiore e di ogni luogo.

https://youtu.be/l4kMX0APXxM

A corollario di questo percorso Sergio Abram ha deciso di raccogliere tutto in un libro dedicato ai Fiori di Bach, andando a catalogare ogni fiore, menzionando il nome originale e quello nelle lingue più conosciute, raccogliendo delle immagini molto significative e tratteggiando le principali caratteristiche e gli utilizzi più indicati. Una particolare attenzione viene posta sull’habitat naturale del fiore e sulle condizioni di utilizzo.

Una volta analizzato il fiore si passa alla sezione sulle osservazioni specifiche dedicate a ogni singolo fiore, su quali parti si utilizzano, su come si preparano, il periodo di raccolta, quale il metodo si utilizza per realizzare la tintura.

Andando a ricercare le parole di Edward Bach, integrando poi con le proprie considerazioni sugli stati armonici e disarmonici di ogni singolo fiore, sono emerse alcune curiosità che nel tempo non erano state approfondite a dovere: se per alcuni fiori era stata fatta confusione nella traduzione in varie lingue di determinati fiori, Abram ci racconta il particolare caso dell’Olmo inglese, a cui è dedicato questo video. La sua ricerca minuziosa ha dimostrato che non c’è bisogno di andare in Inghilterra per trovare un fiore che è molto più vicino di quanto si pensi, dato che si trova comunemente nelle nostre campagne.

https://youtu.be/XvFXfzATrXw

Nel terzo video che va a completare la serie, Sergio Abram racconta come è importante essere ben focalizzati nel momento in cui si vanno a preparare e utilizzare i Fiori di Bach: “il pensiero crea”, credere in quello che si sta facendo è il primo, fondamentale, passo per riuscire a ottenere ciò che si vorrebbe, ma la concentrazione assoluta è necessaria in ogni singolo passaggio, dedicandosi al 100% al fiore, che rappresenta quel determinato momento che stiamo vivendo. “Sono i fiori dell’anima”, in questo bellissimo passaggio Abram racconta la forza dell’anima di ognuno di noi, di come questa certe volte vada in contrasto con la mente, il pensiero razionale, che ci porta lontano da ciò che la Natura vorrebbe dirci, da dove vorrebbe portarci. Quando ci accorgiamo di ciò e impariamo veramente a seguire l’anima, ad ascoltarla nel profondo, non c’è miglior guida per la nostra esistenza.

Il libro comprende poi le Carte dei Fiori, che sono delle carte illustrate che possono essere seguite per realizzare vari giochi, sia in solitudine che in compagnia, attraverso la lettura dei fiori e delle poesie, raccolte dal corposo archivio di Sergio Abram, con il quale l’autore racconta il significato profondo che ogni fiore esercita per lui e nella sua vita.

A questo punto non rimane che dare un’occhiata al libro, disponibile nel catalogo di Stella Mattutina Edizioni

https://www.stellamattutinaedizioni.it/i-fiori-di-bach-sergio-abram/

https://youtu.be/Q2EnBGVNdgs

E’ tempo di cambiare rotta! – Progetto Centenario

PROGETTO CENTENARIO

Il Rilancio dei Parchi Naturali come risposta alla crisi mondiale

Di Franco Tassi

Giunti all’epilogo dell’anno più disastroso dell’ultimo Settantennio, forse sarà il caso di ascoltare la parola di quanti, da lungo tempo, invocano un cambiamento. Anticipiamo qui la sintesi di un’intervista – rilasciata dal Prof. Franco Tassi, del Centro Parchi Internazionale, al Docente di Cultura Ambientale Europea Viktor Klarsicht – che sarà poi pubblicata integralmente nel prossimo Volume di Storia della Conservazione della Natura in Italia. Con l’Appello per un Futuro migliore, tratto dal Messaggio di Augurio 2020 – 2021.

D.- L’invito al cambiamento appare più che esplicito, e non è certo la prima volta che lei lo lancia con serie argomentazioni: potrebbe illustrarcele in breve?

R.- L’umanità sembra oggi l’equipaggio spaesato di una nave mal condotta, che sbaglia rotta, annaspa nella tempesta e rischia il naufragio. Come mai? Dopo decenni di adorazione del sacro PIL, ora siamo travolti dall’incubo COVID, ma intanto nessuno sembra occuparsi seriamente del ritorno sulla giusta rotta, attraverso Scienza, Conoscenza e Coscienza … E non è un gioco di parole!

D.- Intende dire che il mondo ha perso di vista le fondamenta stesse della vita sul Pianeta, e rischia addirittura la sopravvivenza?

R.- Esattamente: il fallimento del sistema politico, economico, sociale e normativo dominante è ormai più che evidente. Guerre, ingiustizie, conflitti irrisolti, povertà, fame, emarginazioni, migrazioni, epidemie dilagano, e sono il frutto inevitabile della barbara devastazione della natura, dalla deforestazione selvaggia all’inquinamento dei mari. Con una popolazione che cresce a dismisura, espandendo l’impatto sull’ambiente, senza mai preoccuparsi della conseguenze. Non è certo normale, nè giusto, che mentre la maggior parte dell’umanità soffre crescenti disagi, la minoranza che detiene il potere accumuli enormi ricchezze. Non si vede che abbiamo perso completamente la bussola?

 

D.- Come può la Scienza aiutarci a risolvere il problema, e salvare il Pianeta?

R.- La ricerca scientifica è fondamentale, perché illumina la strada davanti a noi. Ma occorre indirizzarla nel modo giusto, orientandola verso il bene comune, e non al servizio del potere e della ricchezza di alcuni, a danno degli altri. Mai come oggi la Scienza è apparsa divisa, contraddittoria, fallace e “taroccata” (si pensi al caso impressionante dei gravi errori nel prevenire contrastare la pandemia). Troppo spesso poi la Scienza viene meno, sopraffatta da un miope “Scientismo”: che non è più ricerca della verità, ma difesa di assiomi, magari sbagliati, a difesa di interessi particolari (e qui basterebbe citare la frenetica arrampicata sugli specchi, per giustificare il massacro di alberi e foreste, che andrebbero tutelati come nostro prezioso patrimonio).

 

D.- Intende dire che dove la Scienza vacilla, deve intervenire la Conoscenza?

R.- Esattamente, si tratta di applicare il comune “buonsenso”. Oggi, purtroppo, sta avvenendo proprio il contrario. Viene sempre più manipolata l’informazione (vorrebbero convincerci che i boschi si espandono troppo, mentre la metà del Pianeta è a rischio aridificazione e desertificazione), e si finge di non vedere che, alle prime piogge, le montagne si sfaldano, sommergendo di fango i centri abitati. Imperano l’assoluta ignoranza e il classico “Analfabetismo Ecologico”. Intanto, si intensifica l’assalto all’Amazzonia e alle foreste tropicali. L’unico rimedio sarebbe la cultura, a volte basterebbe, appunto, un po’ di “buonsenso”. Come quello mirabilmente espresso da un Indio della selva, che interrogato sul motivo per cui si opponeva al “desmatar” (disboscare), rispose semplicemente: “Se tagliamo gli alberi, colonne che sorreggono il cielo, il cielo ci precipiterà addosso!”.

 

 

D.- Sembra di capire, però, che anche la Scienza e la Conoscenza debbano sempre sottomettersi alla Coscienza?

R.- La luce superiore della Coscienza è oggi il valore spirituale fondamentale: sempre più dimenticato, offuscato e rimosso dal materialismo dominante. Che corre verso una crescita senza freni e uno sviluppo illimitato, mentre avidità e narcisismo ci stanno portando alla crisi. Sembra smarrito l’orientamento morale, manca una “Bussola Etica”. Come si può credere di essere felici, producendo e vendendo armamenti, irrorando la terra di micidiali veleni, sterminando animali innocenti e devastando gli ecosistemi? Senza un nocchiero, questa nave vacilla nella tempesta, e rischia il naufragio.

 

D.- Siamo davvero arrivati a un punto così drammatico?

R.- Rispondo con una constatazione obiettiva. Nell’anno 2020 abbiamo registrato un fatto impressionante. Per la prima volta nella storia, la “Massa abiotica” (e cioè l’insieme di cemento, strade, città, edifici e massa inerte, vale a dire spazio sottratto alle terre feconde e produttive) ha superato la “Biomassa” (il volume di tutti gli esseri viventi). E non è questa una vera e propria “mineralizzazione”, ovvero la progressiva “sterilizzazione” del Pianeta al quale dobbiamo la vita? Mentre la “Biomassa” continua a impoverirsi a ritmo accelerato, la “Massa abiotica” (inerte e artificiale), continua invece a crescere in modo esponenziale …

Ma ben pochi se ne rendono conto, e se ne preoccupano davvero. Quale altra specie vivente, a parte il nostro tanto venerato Homo sapiens (Uomo sapiente?!) distruggerebbe così le fondamenta stesse del proprio avvenire?

 

L’ITALIA POTRA’ RISOLLEVARSI?

Sull’idea che occorra la Riconciliazione con la Natura non si può che essere d’accordo. Ma non bastano parole, occorrono fatti concreti: la posta in gioco è così alta, da richiedere una mobilitazione generale.

All’alba del Nuovo Anno 2021, si sta profilando un Anniversario molto significativo per la Natura d’Italia. Mentre l’Europa afferma la necessità di tutelare con Aree Protette almeno il 30% del territorio, mentre a livello planetario si punta a salvare la metà delle Foreste esistenti, e si impone sempre più l’esigenza di bloccare le continue stragi di fauna, nel prossimo Anno 2022 i due più antichi e famosi Parchi Nazionali del Bel Paese – Abruzzo e Gran Paradiso – compiranno 100 anni di vita.

Da Roma, il Centro Parchi Internazionale – forte del successo della storica Sfida del 10% del 1980, che aveva favorito la cultura, la pratica e la crescita delle Aree Protette – ha quindi lanciato una grande Sfida: il Progetto Centenario. Una iniziativa molto attesa e condivisa, che punta non solo a infondere maggiore energia ai Parchi e alle Riserve esistenti, ma anche a promuovere la creazione di nuove Aree Protette, sia terrestri che marine. Riprendendo e rinvigorendo la lungimirante “Missione” già delineata e perseguita nel secolo scorso: Una Terra di Parchi Verdi – Un Mare di Parchi Blu.

Roma, 1° Gennaio 2021
Franco Tassi
Centro Parchi Internazionale

Il Regno della Natura vivente – 1. INTRODUZIONE

Il Regno della Natura vivente secondo l’Insegnamento di Omraam Mikhaël Aïvanhov
PRIMA PARTE
di Francesco Mossolin[i]

Tratto da Misli V – 2018

Il vero Tempio è quello che Dio ha creato: l’universo. È questo Tempio che il Maestro Peter Deunov chiama “il Regno della Natura vivente”, ed è indistruttibile. Noi tutti viviamo in questo Tempio, ma ci vivono realmente solo quelli che hanno una coscienza risvegliata.[ii]

Introduzione

La Natura è presente in tutti gli aspetti della vita quotidiana di ogni essere umano, eppure la maggior parte di loro sembra aver scordato questa semplice verità. Il concetto di “Natura” a cui facciamo riferimento include non solo le piante o i fiori che troviamo nei giardini o in campagna, bensì l’intero universo, ossia tutto ciò che esiste. Da questo punto di vista tutto ciò che ci circonda, tutto ciò che ci mantiene in vita, tutto ciò di cui abbiamo bisogno, proviene in origine dalla Natura. Noi stessi siamo parte di questa Natura, che possiamo anche chiamare “il Creato”.

Negli ultimi decenni l’essere umano ha costruito intorno a sé una vita artificiale, una sorta di sfera di cristallo…, o meglio di cemento, che lo ha allontanato dalla Natura al punto da aver perso un vero contatto con essa e con tutte le sue creature. Ci stiamo naturalmente riferendo all’uomo moderno, che vive in grandi città, che lavora tutto il giorno in splendidi o miseri uffici, circondato da oggetti e strutture artificiali. Quest’uomo moderno non ha più un vero legame con il Creato, né con il susseguirsi delle stagioni e i suoi ritmi, con le giornate che si allungano e si accorciano, con il caldo e il freddo: in un grande centro commerciale ogni giorno è identico al giorno precedente, come a quello successivo… e così per tutto l’anno: stessa temperatura, stessa luce, stessa aria, stessi ritmi.

Per la maggior parte degli esseri umani la Natura è ormai un’entità sconosciuta.

Nonostante in certi luoghi della Terra milioni di persone vivano ancora in stretto contatto con la Natura, la amino, la apprezzino e la rispettino, soprattutto in Occidente sta rapidamente crescendo il numero di individui che si sente sempre più attratto dal modello esistenziale maggiormente pubblicizzato dalle grandi multinazionali – purtroppo molto gradito dalle nuove generazioni –, un modello fatto solo di benessere materiale, di prosperità economica, di successi e riconoscimenti evanescenti e superficiali, un modello che insomma non include la Natura.

Ci sono fortunatamente molte correnti di pensiero che propongono vie alternative e che hanno come obiettivo quello di riportare l’uomo verso se stesso e quindi, conseguentemente, verso la Natura. Queste correnti si basano su antichi o nuovi insegnamenti di carattere spirituale: infatti, la visione spirituale dell’esistenza implica, necessariamente, la conoscenza, l’amore e il rispetto verso la Natura.

Nonostante il lavoro di queste correnti di pensiero – volto a riarmonizzare il rapporto tra l’uomo e l’ambiente – sia vasto e profondo, dobbiamo purtroppo affermare che pochissimi sono coloro che hanno davvero compreso gli aspetti energetici e spirituali della Natura. Si è molto approfondito lo studio delle scienze naturali nel loro aspetto fisico, chimico, biologico, fisiologico, ma da un punto di vista energetico e spirituale si conosce ancora ben poco.

Omraam Mikhaël Aïvanhov ha ampiamente trattato di questo argomento, descrivendone le caratteristiche in modo dettagliato. Con il presente lavoro cercheremo di strutturare e sintetizzare le sue riflessioni su questo tema.

Naturalmente non sarà possibile entrare nel dettaglio di ogni aspetto del vasto mondo della Natura, ma saranno toccati e sviluppati gli aspetti principali – da punto di vista simbolico, energetico e spirituale – relativi ai quattro elementi e ai tre regni presenti in Natura.

La Natura è il Tempio di Dio

Cerchiamo anzitutto di comprendere cos’è la Natura.

Secondo i grandi Maestri spirituali – tra cui Omraam Mikhaël Aïvanhov – la Natura è il Corpo di Dio, il Tempio di Dio. La Natura è il Creato, Dio è il Creatore, ossia lo Spirito o l’Intelligenza cosmica che abita e vivifica costantemente la Creazione.

Se la Natura è il Corpo di Dio, significa che Dio è presente ovunque nella Natura, e significa soprattutto che non c’è separazione tra Dio – lo Spirito – e la Natura – la Materia. Dio abita la Natura, la governa e la dirige. La Natura è quindi abitata dall’Intelligenza Divina e, grazie ad essa, è in continua evoluzione.

Aïvanhov osserva:

La maggior parte dei credenti considera come primo dogma di fede il fatto che Dio è il creatore del Cielo e della Terra. Lo recitano nelle loro preghiere, lo cantano anche… Siccome Dio è il creatore del Cielo e della Terra, Egli è senza dubbio presente in tutta la Creazione, dai più piccoli atomi, fino alle pietre. Sì, anche le pietre sono un aspetto di Dio, una Sua manifestazione. Dio è nella luce ed è nelle pietre. Quanta distanza fra le pietre e la luce! Ma in entrambe agisce la presenza divina. Queste poche parole riassumono tutta la saggezza degli Iniziati. È una verità molto semplice, ma molto distante dalla comprensione degli esseri umani! Bastano pochi secondi per enunciarla, ma ci vorranno anni per spiegarla e ci vorranno secoli, millenni, affinché tutti possano realizzarla.[iii]

Questo modo di vedere le cose spiega anche perché nelle tradizioni e nei culti più antichi le principali divinità erano in qualche modo collegate alla Natura, e per quale ragione i riti fossero in sintonia con le stagioni. La ricerca del Divino attraverso le manifestazioni della Natura ha quindi una sua precisa logica e coerenza in quanto, attraverso il Creato, l’uomo può incontrare e ritrovare il Creatore.

Tutto ciò che esiste nell’universo è composto dalla stessa quintessenza divina. Dio, il Creatore, avrebbe forse potuto non mettere qualcosa della Sua vita in ogni particella dell’universo che ha creato? E il politeismo che i cristiani hanno molto combattuto, non è che un modo di affermare che tutta la Natura è abitata da Dio. Non bisogna pensare che i Pantheon induisti, egizi, greci siano scaturiti dalle menti di persone ingenue e superstiziose. Anche la religione ebraica, che fu la prima nella storia ad insistere sulla realtà di un Dio unico, nella Kabbalah ha presentato Dio con nomi differenti, che esprimono i Suoi differenti attributi e manifestazioni dell’universo. Direte che la differenza fra la religione monoteista e le religioni politeiste è che la prima non rende culto alle forze della Natura, né agli astri, né ai quattro elementi, e che gli animali e le piante non sono considerati sacri! Certamente, ma trovate che gli oggetti (statue, quadri, vetrate) fabbricati dagli esseri umani siano migliori intermediari fra voi e la Divinità, di tutta la Natura in cui il Creatore stesso ha messo la propria vita?… I cristiani dovrebbero allargare un po’ la loro coscienza e comprendere che tutte le religioni, sotto forme più o meno elaborate, esprimono sempre la stessa idea: Dio, che ha creato l’universo, si può rivelare attraverso tutte le manifestazioni viventi dell’universo stesso, del quale conosciamo solo una piccola parte.[iv]

In sostanza, il Divino anima e vivifica tutta la Natura e, conseguentemente, attraverso tutte infinite le manifestazioni della Natura, noi possiamo riscoprire e ritrovare il Divino: questo è dunque il primo passo da compiere per conoscere e comprendere cosa realmente sia la Natura.

Tutto è vivo nella Natura

La Natura è viva e intelligente.

L’uomo moderno è abituato a vedere il Creato da un punto di vista materialista, dove le cose esistono e hanno un valore solo nella misura in cui possono portargli una qualche forma di profitto, possibilmente economico. Questa visione miope sta letteralmente distruggendo il Pianeta sul quale viviamo. Dobbiamo prendere coscienza che la Terra, la nostra Casa comune, è un’Entità viva e intelligente, poiché fa parte della Natura, ed è nostro compito stabilire una relazione corretta con lei.

Per la maggior parte delle persone l’idea che la Natura sia viva e intelligente suona come una cosa strana, persino ridicola. Ad esempio, se ad un materialista chiedessimo se una pietra possa essere considerata intelligente, potremmo ricevere risposte quanto meno sdegnate. E invece – come vedremo in seguito – la risposta può essere “sì”, ma a patto di capire e comprendere cos’è che in una pietra è vivo e intelligente, e come rivolgersi a questa parte.

Su tale aspetto Aïvanhov ha molto insistito, sottolineando anche l’aspetto pedagogico e psicologico dell’importanza di considerare la Natura viva e intelligente:

Tutta la Natura parla, poiché tutto ciò che esiste nell’universo possiede un particolare modo di esprimersi. Si tratta di lavorare sulle nostre facoltà di percezione, non soltanto per comprendere ogni manifestazione della Natura e le forme del suo linguaggio, ma anche per trovare in noi stessi dei mezzi di espressione per rivolgerci ad essa, o per risponderle. Infatti la Natura è viva e intelligente. Sì, intelligente, dal momento che l’intelligenza non è propria unicamente degli esseri umani. Per alcuni è molto difficile da ammettere, lo so, ma bisogna che conoscano questa verità: a mano a mano che cambiamo la nostra opinione sulla Natura noi modifichiamo il nostro destino. La Natura è il corpo di Dio, e se pensiamo che sia morta, che sia stupida, diminuiamo la vita in noi; se invece pensiamo che sia viva e intelligente, che le pietre, le piante, gli animali, le stelle sono esseri vivi intelligenti, introduciamo la vita in noi. E poiché la Natura è viva e intelligente, dobbiamo essere estremamente attenti e rispettosi nei suoi confronti, accostandosi con un sentimento di sacralità. Quanti di voi pensano: “Ma che importanza può avere il modo in cui considero la Natura? Per lei non fa differenza; non le faccio né del bene, né del male”. Che ne sapete?… Anche ammettendo che sia vero, cercate almeno di avere un atteggiamento rispettoso per gli effetti positivi che questo avrà su di voi. Sì, se avete un certo riguardo per le pietre, le piante, gli animali e anche per gli oggetti che vi circondano, la vostra consapevolezza del mondo invisibile si sviluppa, si approfondisce, e vi arricchite di tutta quella vita che respira e vibra intorno a voi. Essere un discepolo della Scienza iniziatica significa sviluppare la consapevolezza che nella Natura ogni cosa è viva, al fine di poterla rispettare, preservare e proteggere; significa approfondire dentro di sé lo spirito di costruzione. Ci avete mai pensato? Credo di no, ed è per questo che vi sentite spesso disorientati, angosciati, nel vuoto. Per uscire da questa situazione, cominciate a pensare che siete legati alle forze e alle Entità luminose della Natura, e che potete comunicare con loro. La vera vita è proprio questa comunicazione ininterrotta che avviene ogni giorno con una moltitudine di creature.[v]

Ci si potrebbe ora interrogare su come sia possibile entrare in relazione con l’Intelligenza della Natura, con quale linguaggio, o mezzo di comunicazione. Gli antichi celebravano riti e cerimonie di ogni genere per entrare in contatto con queste Entità, in particolare offrendo loro dei sacrifici. Queste pratiche, oggi considerate barbare e incivili, avevano come obiettivo quello di rendere omaggio alle divinità, agli dèi e agli Spiriti di Natura. Ma c’è da chiedersi se davvero queste Entità desiderassero certi sacrifici, o se più probabilmente ciò che era loro gradito era l’amore e la riconoscenza celati dietro queste pratiche rituali. Purtroppo, come spesso accade, i riti nel tempo si svuotano del proprio significato e rimangono solo forme esteriori e superficiali.

In effetti, ad un’attenta lettura delle parole di Aïvanhov comprendiamo come l’elemento essenziale di queste antiche forme di “comunicazione” con le Entità della Natura fosse proprio l’amore, la riconoscenza, la gratitudine. Ovviamente non c’è necessità di ritornare verso queste forme rituali e compiere nuovi sacrifici per manifestare tali sentimenti verso la Natura, anzi: questo tipo di pratiche – in particolare i sacrifici umani e animali –, erano accettabili per le culture del passato, ma non certo per quelle contemporanee. Piuttosto, è importante recuperare l’essenza di questi riti, quell’elemento che permette di entrare in relazione con l’Anima della Natura vivente: l’Amore.

Direte: “Ma quale mezzo di comunicazione abbiamo?” L’amore. Non esiste altro mezzo che l’amore. Se amate la Natura, lei parlerà in voi, perché anche voi siete parte della Natura. Certo occorre una lunga preparazione per raggiungere questo stato di coscienza, ma il giorno in cui ci riuscirete, vi sentirete nella luce, nella pace, protetti da Madre Natura che vi riconoscerà come suoi figli; essa allora vi amerà teneramente, vi prenderà fra le sue braccia e vi donerà la sua gioia. Non saprete neppure da dove provenga quella gioia, ma sarete felici come se il Cielo e la Terra vi appartenessero.[vi]

Il Libro vivente della Natura – Macrocosmo & Microcosmo

La Natura può essere analizzata anche da un punto di vista esoterico e simbolico e, in questo caso, possiamo vederla come una sorta di libro, in cui tutto è scritto:

La Natura è il libro in cui Dio ha scritto tutte le Sue Leggi. Dio si esprime attraverso i fenomeni della Natura.[vii]

Chi sa leggere e comprendere questo “Libro” comprende sia le Leggi che regolano l’universo, sia ogni più piccolo fenomeno della vita quotidiana. Ma solo gli Iniziati[viii] riescono a penetrare questo linguaggio e a decifrarne il contenuto.

Il Maestro Peter Deunov diceva: «La Natura diverte gli uomini comuni, insegna ai discepoli e svela i suoi segreti soltanto ai saggi». Nella Natura ogni cosa possiede una forma, un contenuto e un senso. La forma è per gli uomini comuni, il contenuto per i discepoli e il senso profondo per i saggi, gli Iniziati.[ix]

Aïvanhov ci spiega che la Natura, oltre ad essere il Corpo di Dio, può essere vista anche come un Libro vivente, sul quale l’Intelligenza cosmica ha scritto le Leggi che sostengono e regolano l’intero universo.

Possiamo quindi iniziare a comprendere da dove gli Iniziati di tutti i tempi abbiano tratto le loro intuizioni e i loro insegnamenti spirituali: dalla Natura stessa, dallo studio di questo particolare Libro vivente.

È venuta l’ora di imparare ad attingere nozioni dal Libro della Natura, nel quale tutto è scritto. Dobbiamo imparare a trarne gli insegnamenti poiché, data l’imperfezione della natura umana, entro certi limiti tutti i pensatori del passato sono nell’errore, mentre la Natura è e rimarrà eternamente viva e veritiera. Un grande Maestro, un grande Iniziato, è un essere che conosce la struttura dell’uomo e della Natura, nonché gli scambi che deve fare, mediante i propri pensieri, i propri sentimenti e le proprie azioni, con la Natura stessa.[x]

La Natura si manifesta in molte forme: il cielo sereno, la pioggia, la nebbia, la neve, le stagioni che si susseguono: primavera, estate, autunno e inverno… Cambiamenti questi che comportano un linguaggio da decifrare.[xi]

Studiate la Natura, osservate tutti fenomeni che vi avvengono e vedrete che si farà molta luce dentro di voi. Contemplando ogni mattina il levar del Sole, berrete l’elisir dell’immortalità, elisir che non si trova solo nel Sole; infatti, lo potete trovare e raccogliere anche dall’aria, dalle piante e dalle pietre.[xii]

Aïvanhov invitava spesso i suoi discepoli a studiare, analizzare, contemplare e meditare su questo grande Libro, ed egli stesso ha più volte affermato che i principi del suo Insegnamento li aveva tratti e verificati dal Libro della Natura vivente, in cui tutto è scritto, tutto è spiegato, anche se attraverso un linguaggio diverso dal nostro, che si può decifrare tramite la meditazione, la contemplazione, l’identificazione e lo sviluppo dell’intuizione.

La Scienza dello Spirito ci insegna che l’uomo è la condensazione di tutto l’universo, un Microcosmo che rappresenta il Macrocosmo. Lo studio della Natura ci porta quindi anche verso la comprensione di cos’è l’uomo, di com’è strutturato.

Da tempo immemorabile l’uomo viene considerato una sintesi dell’universo. Negli antichi templi era rappresentato simbolicamente come la chiave capace di aprire le porte del Palazzo del Grande Re, poiché tutto ciò che esiste nell’universo, dalla materia alle energie, esiste in quantità proporzionale anche nell’uomo. Da qui il motivo per cui l’universo viene chiamato “macrocosmo” (grande mondo), mentre l’uomo “microcosmo” (piccolo mondo); e Dio è il nome dello Spirito sublime, il Creatore del grande e del piccolo mondo, che vivifica e ne sostiene l’esistenza.[xiii]

Dire che l’uomo rappresenta un microcosmo creato a immagine del macrocosmo, significa che i quattro elementi, come pure tutti i regni della Natura, sono presenti in lui. Il regno minerale è rappresentato dal sistema osseo, il regno vegetale dal sistema muscolare, il regno animale dal sistema circolatorio, infine, il regno umano dal sistema nervoso.[xiv]

Quando si dice che nell’uomo sono rappresentati i vari regni della Natura, non si tratta solamente di una realtà fisica (le pietre corrispondono al sistema osseo, le piante al sistema muscolare, ecc.), ma anche e soprattutto di una realtà psichica. I regni minerale, vegetale, animale, umano e angelico corrispondono ai diversi stati di coscienza che ci è dato vivere. Il regno minerale è rappresentato dall’inconscio, il regno vegetale dal subconscio, il regno animale dalla coscienza, regno umano dalla coscienza di sé, il regno angelico, che è quello dei grandi Maestri e degli Iniziati, è rappresentato dalla supercoscienza.[xv]

Con questi brevi estratti abbiamo visto un piccolo accenno alle corrispondenze che esistono tra l’uomo e l’universo, tra il Microcosmo e il Macrocosmo. Questa materia meriterebbe senz’altro un ulteriore approfondimento, in quanto una maggiore conoscenza dell’essere umano e del suo legame con la Natura e con l’intero universo favorirebbe la comprensione di come tutto è interconnesso e che qualsiasi cosa facciamo, pur nel ristretto contesto delle nostre esistenze personali, ha delle ripercussioni in tutto il Creato. Come disse il poeta Francis Thompson: «Le cose sono unite da legami invisibili: non puoi cogliere un fiore senza turbare una stella».[xvi]

CORRISPONDENZA TRA I REGNI DELLA NATURA E L’ESSERE UMANO
RegnoStato di coscienzaSistema fisico
Regno AngelicoSupercoscienzaSistema energetico
Regno UmanoCoscienza di séSistema nervoso
Regno AnimaleCoscienzaSistema circolatorio
Regno VegetaleSubconscioSistema muscolare
Regno MineraleInconscioSistema osseo
La Luce: materia della Creazione

È scritto nei testi sacri che Dio creò il mondo attraverso la Luce; la Luce è dunque la materia originaria con la quale il mondo venne creato; tutti gli altri elementi non sono quindi che una condensazione di questo primo elemento: la Luce spirituale. Per comprendere meglio questo concetto dal punto di vista della Scienza dello Spirito riportiamo alcune brevi riflessioni di Aïvanhov:

La Luce è quella sostanza che Dio, il Fuoco primordiale, ha emanato all’origine del mondo dicendo: “Che Luce sia!”. Quella Luce altro non è che il Verbo citato all’inizio del Vangelo di San Giovanni: “In Principio era il Verbo, e il Verbo era con Dio e il Verbo era Dio… Tutto ciò che è stato fatto, è stato fatto da Lui…”. La Luce è il Verbo che il Creatore ha pronunciato e col quale ha creato il mondo. Il mondo fisico, così come lo conosciamo, altro non è che la condensazione della Luce primordiale. Dio, il Principio attivo, ha proiettato quella Luce e l’ha utilizzata quale materia per creare l’universo. Si comincia così a percepire la manifestazione dei due principi, maschile e femminile, che sono all’origine della Creazione, poiché Dio, il Fuoco, il Principio maschile, ha emanato da Sé e proiettato il Principio femminile, la Luce, la materia con la quale doveva creare.[xvii]

La Luce è lo stato più sottile della materia e ciò che noi chiamiamo materia altro non è che la forma più condensata della Luce. Si tratta dunque della stessa materia per tutto l’universo… ovvero della Luce stessa… più o meno sottile, più o meno condensata. Tutto ciò che si trova condensato sulla Terra esiste nel piano eterico in forma più sottile, più pura. Ed è appunto questo il significato del lavoro spirituale: riuscire a cogliere lo stato sottile più simile allo stato primordiale.[xviii]

Queste considerazioni ci aiutano a comprendere che tutto ciò che vediamo di materiale intorno a noi è, in realtà, Luce spirituale condensata, e che ogni cosa è compenetrata e abitata da una parte più sottile, ma sostanziale, che viene definita corpo eterico, o corpo energetico. Ci sono, in verità, ulteriori e diversi livelli di questa Luce spirituale che, in base al livello di condensazione, vengono definiti corpo astrale, mentale, causale, buddico e atmico. Senza però entrare nei dettagli di cosa siano tutti questi diversi “corpi sottili” – giacché esiste su questo tema un’ampia bibliografia[xix] –, possiamo dire che è attraverso di essi, ed in particolare attraverso il corpo eterico, che si manifesta e agisce l’Intelligenza Divina sulla Natura: ad esempio, è nel corpo eterico e nel corpo astrale della Terra che vivono e abitano gli Spiriti e i Deva di Natura, di cui parleremo più avanti.

Attraverso il corpo energetico possiamo entrare in contatto con tutti gli esseri viventi della Natura, ma non solo: tale connessione può essere attivata anche con le pietre e con tutto il regno minerale, perché, nel loro corpo eterico vivono Entità intelligenti con cui è possibile avere degli scambi energetici di carattere emozionale, mentale e spirituale.

Le foreste, le montagne, i fiumi, i mari… Tutto ciò che vediamo della Natura non è che il suo involucro esteriore, il suo corpo fisico. Dobbiamo sforzarci di andare oltre, per scoprire il suo corpo eterico, con le sue vibrazioni, le sue emanazioni e le sue correnti che circolano. In realtà, però, non basta fermarsi al corpo eterico della Natura; bisogna spingersi ancora più lontano. È questo che veniva insegnato ai discepoli nelle antiche iniziazioni: “sollevare il velo di Iside”. La dea Iside è, nella religione egizia, la sposa del dio Osiride. In questa grande figura femminile, gli Iniziati hanno visto un simbolo della Natura primordiale, dalla quale hanno avuto origine tutti gli esseri e tutti gli elementi della Creazione. Di questa Natura, impenetrabile per l’uomo ordinario, gli Iniziati hanno fatto il loro principale oggetto di studio; essi vogliono conoscerla, e per questo si applicano per comprendere le creature da lei generate, attraverso le quali essa si manifesta.[xx]

[i] Francesco Mossolin è segretario e cofondatore della Fondazione Omraam Onlus, e direttore responsabile della Casa editrice Stella Mattutina Edizioni. Da diversi anni svolge studi e ricerche sull’Insegnamento di Omraam Mikhaël Aïvanhov.

[ii] Aïvanhov, O. M., Alla scuola del Maestro Peter Deunov – Elementi autobiografici, Prosveta, 2014, p. 368.

[iii] Aïvanhov, O. M., La fede che sposta le montagne, Prosveta, 2001, pp. 182-183.

[iv] Aïvanhov, O. M., La fede che sposta le montagne, Prosveta, 2001, pp. 182-184.

[v] Aïvanhov, O. M., Cercate il Regno di Dio e la Sua Giustizia, Prosveta, 2005, pp. 552-553.

[vi] Aïvanhov, O. M., Cercate il Regno di Dio e la Sua Giustizia, Prosveta, 2005, pp. 553-554.

[vii] Aïvanhov, O. M., I segreti del libro della natura, Prosveta, 2007, p. 171.

[viii] «Spesso mi è stato chiesto di spiegare che cosa sia un Iniziato. Posso solo rispondere che un Iniziato è un essere che ha cominciato a comprendere di dover dare sempre più spazio all’intelligenza, alla ragione, che sono le facoltà del mentale superiore. Ogni giorno si concentra, riflette, medita; non smette mai di consultare il principio spirituale dentro di sé e lo supplica di guidarlo, di illuminarlo. È solo prendendo l’abitudine di volgersi sempre verso l’alto – per cercare e domandare – che gli esseri progrediscono, poiché a quel punto le energie in loro cambiano direzione. Fino ad allora quelle energie li mantengono nelle regioni inferiori della coscienza, dove provocano smarrimenti, disordini e distruzioni. Ma non appena essi prendono l’abitudine di guardare verso l’alto, di cercare il proprio orientamento in alto, i loro pensieri, i loro sentimenti e le loro azioni vengono trasformati dalle potenze del loro mentale superiore, ed essi procedono sul cammino dell’Iniziazione». Tratto da Aïvanhov, O. M., Pensieri quotidiani 2016 (31 maggio), Prosveta, 2015.

[ix] Aïvanhov, O. M., I segreti del libro della natura, Prosveta, 2007, p. 20.

[x] Aïvanhov, O. M., I segreti del libro della natura, Prosveta, 2007, p. 13.

[xi] Aïvanhov, O. M., I segreti del libro della natura, Prosveta, 2007, p. 25.

[xii] Aïvanhov, O. M., I segreti del libro della natura, Prosveta, 2007, p. 157.

[xiii] Aïvanhov, O. M., I segreti del libro della natura, Prosveta, 2007, pp. 13-14.

[xiv] Aïvanhov, O. M., Voi siete dèi, Prosveta, 2001, p. 154.

[xv] Aïvanhov, O. M., Voi siete dèi, Prosveta, 2001, pp. 155-156.

[xvi] Thompson, F., The Mistress of Vision, 1913.

[xvii] Aïvanhov, O. M., La luce spirito vivente, Prosveta, 2004, p. 11.

[xviii] Aïvanhov, O. M., La luce spirito vivente, Prosveta, 2004, p. 20.

[xix] Ad esempio il libro Centri e corpi sottili di Omraam Mikhaël Aïvanhov o i libri di Arthur E. Powell: Il corpo astrale, il corpo mentale, il corpo causale.

[xx] Aïvanhov, O. M., Pensieri quotidiani 2008 (28 marzo), Prosveta, 2007.

SOS AMBIENTE ITALIA – Franco Tassi

SOS AMBIENTE ITALIA

VOCES CLAMANTES IN DESERTO

di Franco Tassi

Un brusìo sommesso di lamentele, che però stanno ora amplificandosi sempre di più. La protesta della cittadinanza attiva, che pur se frammentata in mille rivoli, da molto tempo aspirava a un forte cambiamento. Che aveva sostenuto questo Governo, convinta che fosse almeno un primo passo necessario per spazzar via la “mala-politica”, puntando nella direzione giusta … Ma ora il Governo, malgrado l’impegno e nonostante qualche indubbio mutamento di rotta, rischia di frantumarsi su uno dei punti cruciali, l’Ambiente. Perché emergono voltafaccia, ripensamenti, contraddizioni, e lo stesso Ministro dell’Ambiente Sergio Costa si trova assediato da mine vaganti, che potrebbero esplodere da un momento all’altro.

Premessa essenziale, che va chiarita anche a nome dei numerosi attivisti che a noi fanno capo, pregandoci di intervenire. Del Ministro abbiamo la massima stima, nulla a che fare con i suoi predecessori: ha già dato prova di affrontare i problemi ecologici con molta competenza e decisione, stroncando il malaffare e attuando nuove strategie contro i rifiuti, le plastiche e altri danni ambientali. Ma sul fronte principale non sembra ancora troppo attivo, forse spaesato, o mal consigliato, oppure schiacciato dall’alleanza ossimorica delle forze dominanti.

Gli lanceremo quindi al volo qualche semplice suggerimento del tutto disinteressato. I temi ecologici negletti sono proprio quelli più vitali: Natura, Paesaggio, Foreste, Biodiversità, Aree Protette. Quelli su cui nel resto d’Europa, ben diversamente che in Italia, avanzano prepotentemente i Partiti Verdi in netta ripresa. Vediamoli in rapida sintesi, uno dopo l’altro.

Natura?

Si può consentire ancora la corsa al massacro ecologico a vantaggio di pochi, rappresentata da TAV, TRIV, TAP, NAV e simili? Ad esempio, non sarebbe  il caso di rivedere NAV (navi da crociera enormi a passeggio nella Laguna di Venezia)? Quanto a TRIV, pochi credono che non si potesse cambiare rotta: bastava muoversi subito con revoca in autotutela, richiesta nuovo parere a Commissione indipendente, valutazione degli effetti ecologici negativi anche indotti (idrogeologici, sismici, su vita marina e sottomarina, ecc.), analisi costi-benefici con raffronto alle royalties assai maggiori imposte altrove in situazioni analoghe. Sarebbe stato chiedere troppo? Notizia dell’ultimo minuto: pare che la protesta abbia avuto effetto, si prepara una “moratoria” nel Decreto Milleproroghe!

Paesaggio?

Qualcuno dovrebbe rammentarsi che l’Italia aveva sottoscritto solennemente, all’alba del Terzo Millennio a Palazzo Vecchio a Firenze, la fondamentale Convenzione del Paesaggio del Consiglio d’Europa. Ma che successivamente, con la ben nota coerenza, aveva scatenato un frenetico attacco ai panorami più spettacolari, agli orizzonti più inviolati, agli scenari più entusiasmanti del BelPaese: quelli che avevano incantato e ispirato artisti, poeti e viaggiatori stranieri del Grand Tour. Cementificazioni, capannoni, impianti, pale eoliche e altri interventi nel nome di produzione, crescita, sviluppo, ricchezza. Mentre però manca ancora un vero Piano Energetico Nazionale. Per non tacere il fatto che non è neanche possibile avere una Mappa completa delle innumerevoli Centrali a Biomasse, esistenti o progettate, che stanno proliferando ovunque in Italia, grazie ai nefasti incentivi europei, con tutte le conseguenze ecologiche e sanitarie che si possono immaginare.

Foreste?

Ma il capitolo più preoccupante riguarda proprio le Foreste, che sembrano sfuggire come viscide anguille alla competenza dell’Ambiente, per restare esclusivo dominio dell’Agricoltura. E quindi ostaggio di una visione limitata, settoriale, materiale, produttivistica. Il ruolo essenziale del manto verde del Paese per equilibrio ecologico e idrogeologico, ossigeno e acque, biodiversità e clima è inconfutabile, ma non sembra stimolare le meningi dei responsabili. Che raggiungono vertici inimmaginabili allorchè, in un recente squinternato provvedimento, riducono il patrimonio forestale a semplice sottocategoria del Turismo. Incredibile, ma vero. Dopo la soppressione della Forestale e il barbarico Testo Unico Forestale, non si poteva concepire di peggio. Al confronto, Attila e Genserico erano semplici dilettanti.

Alberi sacri Franco Tassi Alberi sacri – Franco Tassi

Biodiversità?

Il Ministro ha già dato prova di attenzione alla Fauna da proteggere, per esempio non cedendo alle beote pressioni per sterminare l’animale più calunniato, il Lupo appenninico: ma ora è necessario fare molto di più. Se la sua iniziativa di creare nuove ZPS (= Zone Speciali di Conservazione)  appare quanto mai valida, non va però trascurato ciò che sta avvenendo nelle Zone già esistenti, che debbono sempre essere strenuamente difese dai continui attacchi di quanti vorrebbero riaprirle alla caccia, oppure offrirle su un piatto d’argento alla speculazione in agguato. Come nel caso della storica Diaccia-Botrona presso Castiglion della Pescaia, angolo di Maremma pullulante di Biodiversità, con straordinari Uccelli stanziali e migratori, fauna e flora rare e ricche di endemismi. Un Paradiso naturale che la Provincia di Grosseto ha ora improvvidamente messo in vendita, e si può ben immaginare in quali mani potrebbe finire. Le Associazioni protezionistiche, con Italia Nostra in prima linea, hanno lanciato l’allarme, ma fino a questo momento non si è avuta notizia di azioni decisive per scongiurare il pericolo. Eppure un intervento dall’alto potrebbe congelare tutto, ad esempio inserendo nel fantasmagorico Decreto Milleproroghe l’assoluto divieto di mutamento di destinazione delle ZPS, senza un preventivo e motivato assenso del Ministero dell’Ambiente. Quali Associazioni sono pronte a esercitare legittime pressioni per ottenere il congelamento o la moratoria? Confidiamo su Italia Nostra e sulla LIPU, e certo il Comitato Parchi sarà sempre con loro: ma quali altri Gruppi e Movimenti potrebbero aggiungersi?

Aree Protette?

Non siamo a conoscenza di grandi iniziative innovative su Parchi Nazionali e Regionali, Riserve Naturali e Parchi Marini, ma le voci circolanti sembrano davvero poco rassicuranti. Si attende che vengano rinnovati i vertici di alcuni Parchi importanti, e questo, dopo anni di inerzia e caos, potrebbe apparire confortante. Senonchè, si sussurra che verranno affidati all’Arma Benemerita, con ruoli apicali  nelle mani non delle persone particolarmente competenti e qualificate, ma dei Carabinieri Forestali, ovvero di “militari”. Sarebbe il colmo! Dopo aver criticato la fallimentare riforma che aveva smantellato la Forestale, e l’assurda incostituzionale pretesa di regalare alla Benemerita (che avrebbe già parecchio da fare contro delinquenze comuni e organizzate), un servizio pubblico di antica e vasta esperienza, in questo modo si completerebbe la “militarizzazione” della Conservazione della Natura! Avallando e legittimando i precedenti passi sbagliati, che già tanti danni culturali, ambientali, socioeconomici, ecologici hanno provocato. Qualcosa di simile non si era mai visto in un Paese civile. Persino negli USA, dove il Ranger dei famosi Parchi Nazionali è rispettata figura di Agente Federale con giurisdizione esclusiva (exclusive jurisdiction), quando si arresta un ladro o un bracconiere, li si consegna poi allo Sceriffo (Marshal) della Contea e al Giudice competente, per ritornare subito attivi “sul Fronte della Natura”. Non resta che augurarci che queste “voci di corridoio” siano prive di fondamento, e che il Ministro le smentisca, affidando la guida dei Parchi ai più capaci. Evitando di far dipendere da militari il personale civile, e chiamando i migliori Carabinieri Forestali (che certo non mancano) a collaborare con lui al Ministero. Perché, se c’è un’esigenza prioritaria da soddisfare, nessuno ne dubita, è anzitutto quella di cambiare, rafforzare, rinnovare struttura e organizzazione tecno-burocratica. Non soltanto mutando il “contenitore” (lodevolissimo il prossimo trasferimento di Sede!), ma anche e soprattutto rigenerando il “contenuto”. Lo suggeriamo anche nell’interesse dell’immagine dei Carabinieri Forestali: su ciascuno di loro, appena diventato Direttore di un Parco, pioverebbero, lo diciamo per esperienza comune, valanghe di false accuse. Alle quali seguirebbero i consueti avvisi di garanzia, pubblicati dai media con grande risalto, come condanne senza scampo … E l’immagine del Carabiniere Forestale, pur se integerrimo, adamantino e innocente, in un Paese drogato da sospetti e pettegolezzi, ne finirebbe irrimediabilmente compromessa.

Franco Tassi & Collaboratori
Centro Parchi Internazionale
Roma, 10 Gennaio 2019

2018: ATTACCO AGLI ALBERI E AI BOSCHI – FRANCO TASSI

2018: ATTACCO AGLI ALBERI E AI BOSCHI
di Franco Tassi

Non un assalto improvviso e massiccio, ma graduale, capillare e mascherato. Ben pianificato da tempo, attentamente studiato, e condiviso dai poteri forti, ma tenuto ben segreto. Ogni volta con pretesti diversi, apparentemente benevoli e spinti verso il bene comune, ma in realtà ingannevoli, fino a sfiorare i limiti del ridicolo.

Con bugie assurde, assiomi demenziali e sfrontati capovolgimenti della verità, tipici di una società caduta nella ragnatela dell’inganno, della mala-politica e dei media manipolatori, per scopi e interessi del tutto inconfessabili. Ecco alcuni proclami dei “tree-killers”, i nuovi Lanzichenecchi al sacco della Natura d’Italia:

A – Le foreste sono troppe, si stanno espandendo esageratamente!

B – Occorre intervenire a tagliarle, altrimenti moriranno!

C – Incombe la terribile minaccia di invasioni di parassiti!

D – Costituiscono ormai un gravissimo pericolo per l’uomo!

Ma tranquilli, per fortuna c’è chi veglia su di noi, e ha già pronti molti geniali rimedi:

1 – Eliminiamo gli alberi malati, o che magari potrebbero forse ammalarsi;

2 – Pratichiamo potature drastiche e focomeliche su quelli che restano;

3 – Recidiamo le radici, che possono dare fastidio e fare inciampare qualcuno;

4 – Togliamo di mezzo il sottobosco, la macchia, gli arbusti e la vegetazione;

5 – Preveniamo eventuali futuri incendi, dando noi stessi fuoco alle foreste.

Spesso i tagli avvengono a sorpresa, all’alba o nei giorni di vacanza. Legname e frasche scompaiono presto, e se qualcuno interroga c’è già la risposta rassicurante, magari un progetto, un’ordinanza o un certificato dei servizi competenti. Dove andrà il materiale ricavato? Mistero …

Qualcuno avanza il sospetto che questa “grande bonifica” non sia animata da spirito ecologico, ma da corsa al guadagno, al profitto, per produrre pellet o mobilio, o magari per alimentare le avidissime centrali a biomasse… Altri si chiedono come mai questa “green economy”, che fa molto gola alla criminalità organizzata, goda di così ampi favori politici e di consistenti incentivi europei, pur non essendo determinante per la produzione di energia. E non manca chi metta in guardia sulle minacce alla salute, la perdita della biodiversità, le conseguenze sul clima, il dissesto idrogeologico, e l’aridificazione del suolo, che porterà inesorabilmente verso la desertificazione.

Eppure, questa strage procede indisturbata e impunita, le stagioni si liquefanno e il caldo impazza, trionfano le bombe d’acqua e le alluvioni, dalle montagne non scende più acqua ma fango, e nessuno si chiede come mai. Si fatica a collegare i vari avvenimenti, non si riesce a individuare cause ed effetti, ancor meno si è capaci di fare i conti sui costi e benefici: si tratta di quello che viene normalmente definito “analfabetismo funzionale”, tipico di società benestanti, ma in pieno regresso culturale, povere di maturità politica e vittime di una crisi galoppante. E per di più affette, da tempo immemorabile, da cronico “analfabetismo ecologico”.

Sarebbe poi tanto difficile correre ai rimedi? La strada da seguire, naturalmente, è diametralmente opposta:

I – Piantare alberi, impegnando i giovani disoccupati e sbandati in una nuova, entusiasmante “missione civile”;

II – Salvare le superstiti foreste antiche, naturali e seminaturali, scrigni insostituibili di varietà e ricchezza di vita;

III – Proteggere il sottobosco, rifugio di animali e piante, contenitore di umidità, microfauna e microflora;

IV – Mantenere l’equilibrio ecologico, idrogeologico e proteggere il bosco dalle invasioni incontrollate;

V – Favorire invece l’ecoturismo responsabile, sostenibile, attento a non modificare o danneggiare l’ecosistema;

VI – Conservare le caratteristiche del paesaggio storico e vivente, matrice di identità e fonte di ispirazione;

VII – Assicurare la salute della società, eliminando qualsiasi rischio di inquinamenti, veleni e polveri sottili.

Ma la direzione che il nostro Paese sta sempre più imboccando è indubbiamente diversa, come dimostrano molte iniziative legislative, prima tra tutte il cosiddetto ben noto “accorpamento” (ovvero la soppressione) del Corpo Forestale; seguita dal nuovo assurdo Testo Unico Forestale, foriero di tempi cupi, e per di più palesemente incostituzionale, fortemente voluto dal precedente governo; e quindi conclusa, dulcis in fundo, dal recentissimo disegno di legge sul meraviglioso “fuoco prescritto”. Neppure negli incubi più tenebrosi, si sarebbe potuto immaginare qualcosa di peggio … Si sta distruggendo, con il patrimonio naturale, il nostro stesso futuro. E per di più ciò avviene con la complicità, connivenza, inerzia o passività della vittima designata, quel “popolo sovrano”al quale sarebbe spettata la decisione finale. Un vero e proprio caso di “autolesionismo indotto con successo” da un “regime” ignorante, ingannatore e senza scrupoli: ma purtroppo non l’unico caso, e forse neppure l’ultimo.

Tutto ciò è stato raccontato nei dettagli anche nel recente volume “Alberi Sacri“, un prezioso libretto che racconta tutte le battaglie eco-sociologiche svolte in Italia in difesa dei grandi Patriarchi Arborei.

Alberi sacri Franco Tassi

Concludiamo con testo risalente al 1811, ben più di due secoli fa, di Gaetano Savi, segnalatoci da Fabio Garbari.

Nel 1811  Gaetano Savi  (Trattato degli alberi della Toscana, Ediz.II, Tomo 1, Piatti, Firenze), tra i massimi botanici dell’800,  riferisce su:

“i cattivi regolamenti su i boschi, le permissioni troppo vaghe di far tagli [ …] e gli incendi, le devastazioni delle guerre e finalmente il diboscamento fatto per dar luogo alle sementi…[…]. L’aumento delle popolazioni richiedeva che si aumentasse la produzione dei cereali, ed era però necessario che si sgombrassero dagli alberi delle estensioni di terreno per essere poste a sementa; ma si son tagliati più boschi di quel che era necessario, si è tagliato dove non conveniva tagliare … Le ubertose raccolte, che danno per qualche tempo i terreni diboscati, sono state un allettamento pernicioso, ed un motivo d’inganno … Si sono spogliate dall’unica loro risorsa le terre magre e sassose, e si è estesa questa devastazione fino alle cime dei monti. Quelle venerabili foreste formatesi lentamente in un lungo corso di secoli, rispettate con culto religioso dai nostri antenati, ci procuravano molti vantaggi per la loro situazione in questi luoghi elevati. Barriera ai venti ne rompevan l’impetuosità … e non gli permettevano di venire a devastare e inaridir le messi nelle sottoposte campagne […]; servivano di riparo al freddo; arrestavano le nuvole e le scioglievano in acqua, mediante l’attrazione delle foglie e davan così origine alle fontane e ai ruscelli. Colla decomposizione poi delle foglie formavano il terreno vegetabile, di cui una parte scendeva insiem colle acque a fertilizzare le valli e le pianure; ma seguìto poi il diboscamento le acque hanno trasportato giù anche la terra che era smossa e non più ritenuta dalle radici degli alberi, e dopo la terra trasportano sempre parte dei sassi che forman l’ossatura del monte, dal che ne segue l’inalzamento degli alvei dei fiumi, onde le inondazioni frequenti e copiose…. diedero luogo a un male che per lunghissimo tempo non sarà rimediabile”. 

Roma – Maremma Toscana – Abruzzo, Estate 2018

Centro Parchi Internazionale

 


Libri di Franco Tassi

ALBERO fronte natura

Lettera dal “Fronte della Natura” di Franco Tassi

La precipitosa caduta dell’ambientalismo italiano – Principi di Ecotattica

Una lettera intensa dal “Fronte della Natura” del nostro Autore, amico e collaboratore Franco Tassi, direttore della collana Madre Terra

Cari Amici, Colleghi, Conoscenti e Corrispondenti,

pur riconoscendo l’importanza dei Convegni, e felicitandomi vivamente per l’esito dell’ultimo sulle Foreste, mi scuso di non aver potuto partecipare, così come non potrò intervenire alle prossime manifestazioni. I motivi sono stati già ampiamente illustrati più volte, e sarebbe inutile ripeterli. Così come le ragioni di salvaguardia dell’Albero erano state esposte in tutti i documenti e messaggi diffusi in precedenza, e ribadite nel nostro incontro tenuto, con diversa impostazione, Sabato 3 Febbraio 2018 al CHM-LIPU del Porto Nuovo di Roma.

Dedicherò quindi le limitate energie e risorse attualmente disponibili alle diverse Iniziative positive e propositive in corso, che non sono né poche, né di leggero impegno, cercando poi di tenerne costantemente informati quanti possano esserne interessati

Per quel poco che una lunga presenza “sul Fronte della Natura” può avermi insegnato, credo che la precipitosa caduta dell’ambientalismo nella voragine del nulla sia dovuta alle sue divisioni, incomprensioni, doppiezze e tergiversazioni, mentre il fronte avversario avanza quanto mai unito, deciso e compatto. Non è certo una novità, nell’eterna lotta tra il bene e il male. Un tempo c’erano molte vittorie, oggi ci sono molte sconfitte: a nessuno viene in mente di chiedersi come mai? Nell’anno 1991 La Legge quadro sui Parchi venne approvata dal Parlamento Italiano all’unanimità (un solo astenuto), ed era ritenuta una delle migliori al mondo, come del resto la nostra Costituzione. Oggi, si fa tutto il possibile per distruggerle, disapplicarle, sovvertirle. I Parchi sono stati ridotti a semplici etichette al servizio della “mala-politica”, mentre  al loro interno si continua tranquillamente a tagliare i boschi, altrettanto che fuori. Abbiamo più volte segnalato e denunziato i casi più evidenti, ma senza trovare appoggi né alleanze. In realtà gli Attila che hanno provocato il disastro (avversari e pseudo-ambientalisti) siedono tranquilli nel Palazzo, e vengono unanimemente celebrati e beatificati: mentre coloro che avevano coltivato il sogno di un’Italia diversa, sono stati espulsi, defenestrati, delegittimati, emarginati e cancellati.

Alle radici della disfatta, oltre ai soliti opportunismo, poltronismo e voltagabbanismo,  c’è il congenito “analfabetismo ecologico” dell’italiano, di cui ogni giorno abbiamo conferme più che evidenti: dagli alberi dei viali e dei giardini tagliati e potati in modo focomelico, alla caccia dominante dentro e fuori le aree protette, fino agli uccisori di orsi assolti per non aver fatto apposta a indirizzare al plantigrado la fucilata: è stato un fatale incidente, mentre passeggiava con la pallottola in canna, il povero imputato era scivolato, così era partito un colpo, e per una sfortunata coincidenza un orso stava passando proprio lì davanti. E dire che c’è ancora chi glorifica e santifica certa mala-giustizia, mentre il dimenticato padre della Costituzione Piero Calamandrei aveva già lucidamente avvertito: “Quando la politica entra nella porta della giustizia, questa esce dalla finestra”.

Ma nessuno si accorge che oggi nelle scuole non si fa educazione, né civica, né ambientale (o sanitaria, stradale e altro), mentre sono iniziati corsi di addestramento alla caccia e al taglio del bosco, specie se si tratta di pinete litoranee? Ma a nessuno viene in mente di collegare i tagli delle foreste dilaganti con la spietata guerra agli alberi urbani, che già da lungo tempo era stata intrapresa? E come mai non è stato sottolineato il collegamento dell’assalto in corso, con il megagalattico Progetto Fuoco contemporaneamente esploso?

Una elementare regola di eco-tattica suggerirebbe invece di procedere in modo semplice: un bel Manifesto in difesa dell’Albero e delle Foreste (che non c’è ancora); uno snello Comitato di azione delegato a seguire passo per passo una grande Campagna di mobilitazione collettiva e popolare (qualcuno ricorda per caso l’Operazione Grande Albero?); un agguerrito Ufficio Stampa comune, che martelli incessantemente i media (mai creato); una valanga di slogan, manifesti, spot, vignette capaci di suscitare intense emozioni, e di restare impressa nel cuore della gente; la ricerca di sponsor e testimonial in grado di richiamare l’attenzione del pubblico TV-dipendente (per il Parco Nazionale del Monte Amiata abbiamo cercato di far scendere in campo Andrea Camilleri, Laura Morante e molti altri); un evento che ponga il disastro ecologico all’attenzione delle organizzazioni, della stampa e della comunità internazionale (l’Italia ha dichiarato guerra agli alberi e alle foreste, è bene che si sappia: e che vengano sottolineati i legami tra tagli indiscriminati, centrali a biomasse, energia eolica industriale e criminalità organizzata).

Potreste ovviamente non condividere questa strategia, ma nel caso foste d’accordo, potrete tranquillamente diffonderla.

Accettate i migliori auguri e i più cordiali saluti.

Franco Tassi,
Centro Parchi Internazionale

 

fukuoka masanobu

SUL CAMMINO DELLA RIVOLUZIONE DEL FILO DI PAGLIA

Lettera di Francesco Mossolin a Pia Pera

Cara Amica,
queste mie riflessioni sulla Rivoluzione del Filo di Paglia nascono da un percorso iniziato 15 anni fa, e sono il racconto di un breve tratto del mio cammino, perché questa Rivoluzione, dentro di me, sta ancora facendo il suo corso, con le sue gioie e i suoi dolori, i suoi successi e soprattutto i suoi fallimenti. Il mio intento è quello di analizzare l’esperienza vissuta finora, raccoglierne l’essenza, trasformarla in parole, forse in consigli, per coloro che sentono la stessa voglia e il medesimo desiderio di percorre il Cammino della Rivoluzione del Filo di Paglia.

Ho abbracciato questa causa all’età di 14 anni, quando all’Istituto agrario, un docente, divenuto negli anni un caro amico, con grande convinzione apostrofò come “inutili” tutte le nozioni che con fatica stavamo apprendendo, aggiungendo: “leggete i testi di Masanobu Fukuoka e capirete cos’è davvero l’agricoltura”.

Nonostante la mia giovane età, gli scritti di quel contadino giapponese risuonarono in me come pura verità; era come aver ritrovato la Via maestra dopo anni di incertezze; un antico richiamo a tornare verso la Natura. Sentivo infatti che lui aveva davvero compreso la Natura, e da quel momento decisi di percorrere anch’io questo Cammino.

A rafforzare le mie convinzioni c’era il lavoro che fin dalla più tenera età io e i miei fratelli dovevamo svolgere nell’orto di casa: le tecniche che usavamo, così poco rispettose della natura, mi spinsero sempre più lontano dai metodi dell’agricoltura tradizionale, mentre sempre più in me ardeva il desiderio di provare e sperimentare l’Agricoltura naturale, sicuro che sarebbe stato un successo.

I cinque anni di Scuola media superiore passarono senza che io potessi sperimentare questo metodo, ma nel frattempo la fantasia creava e, lentamente, nella mia immaginazione si facevano spazio campi immensi, ricchi di ortaggi, alberi da frutto, cereali, una sorta di Paradiso terreste. Nella mia mente tutto era chiaro, mancava solo il terreno su cui realizzare questa mia visione, ma la convinzione era che tutto sarebbe stato facile, semplice, immediato.

Il mio arrivo a Firenze creò inaspettatamente le condizioni per il manifestarsi di questa possibilità: un bellissimo oliveto su cui sperimentare e portare nella realtà quel Paradiso che da anni affollava ormai non più solo la mia mente, ma anche il mio cuore.

Cara Amica, se ora ti dicessi che, in quattro anni, da migliaia di semi nelle palline di argilla non nacque un solo filo d’erba, e se ti dicessi con quanto sconforto ogni anno constatavo l’insuccesso dei miei tentativi di applicare questo metodo, ti chiederesti cosa mi ha spinto a continuare, a insistere e a voler credere in questo contadino di nome Fukuoka.

L’immagine del mio piccolo Paradiso era comunque sempre nella mia mente, e dentro di me sentivo profondamente che Fukuoka aveva compreso qualcosa, aveva intuito e afferrato i segreti della Natura, ma davvero non riuscivo a comprendere come avesse fatto e, soprattutto, non riuscivo a riconoscere i miei errori.

Ripensando a quei quattro anni, agli esperimenti nell’oliveto sulle colline di Bagno a Ripoli, vedo chiaramente che io, in quel periodo, non stavo bene, mi sentivo spiritualmente oppresso, e gli insuccessi agricoli rispecchiavano uno stato interiore privo di gioia e serenità.

Il Cielo ha voluto che dopo quattro anni di difficoltà esistenziali, incontrassi il mio Maestro spirituale, Omraam Mikhaël Aïvanhov, grazie al quale ho potuto trasformare la mia esistenza e iniziare a conoscere e vivere il mio destino.

Posso quindi dire che è grazie al Maestro Aïvanhov se la mia vita ha potuto cambiare corso, ritrovare la sua meta, la sua gioia e serenità, ed è sempre grazie a Lui se il mio percorso lungo la Rivoluzione del Filo di Paglia ha potuto approfondirsi e trovare senso e logica, persino nei suoi insuccessi.

Grazie alla sua presenza, non fisica ma spirituale, ho compreso una prima cosa essenziale: la Rivoluzione del Filo di Paglia è una rivoluzione interiore, è un percorso spirituale, di riavvicinamento alla Natura e alla nostra Essenza. Ho così cominciato ad approfondirne l’aspetto filosofico, cercando di comprendere e di “identificarmi” nel pensiero di Fukuoka.

A tale proposito ricordo bene che un giorno, in un campo di lavoro per la preparazione di palline di argilla per rinverdire una zona incendiata, durante la pausa pranzo, chiesi se qualcuno dei partecipanti fosse in grado di parlarmi della Filosofia di Fukuoka. La risposta mi lasciò perplesso: “Ma quale filosofia, qui si semina e non c’è nient’altro da fare!…”

Compresi profondamente perché questo metodo non si è sviluppato come avrebbe potuto, perché, prima di essere un metodo tecnico di coltivazione, l’Agricoltura naturale è una disciplina di vita, un metodo filosofico, che va quindi compreso, applicato e sperimentato prima sul piano spirituale invece che su quello materiale.

Grazie al Maestro Aïvanhov, ci fu un altro importante passo verso una maggiore comprensione di questo mio percorso. Egli infatti menziona spesso nelle sue conferenze i Deva della Natura: ne avevo già sentito parlare, ma solo tramite il Suo Insegnamento ho iniziato a comprendere che la Natura è viva, è abitata da Entità invisibili, che la curano e la sostengono in ogni suo aspetto: la bellezza, la simmetria, i colori, i profumi; tutto ciò è opera di queste Intelligenze invisibili, la cui presenza si manifesta con risultati tangibili e ammirevoli.

Un magico mondo quello dei Deva … è stato come tornare bambini, lasciando da parte molti preconcetti, aprendo il cuore a nuovi punto di vista …

Come molti sanno, i metodi di coltivazione in “collaborazione” con i Deva hanno trovato una sua concreta e alta manifestazione nell’esperienza di Findhorn e nel Giardino di Perelandra, grazie a donne con particolari capacità interiori, in grado di comunicare direttamente con queste Intelligenze.

In questi ultimi anni ho continuato a sperimentare diversi metodi naturali, e nonostante i risultati ottenuti non siano ancora paragonabili a quelli ottenuti a Findhorn o in altre realtà simili, posso dire che il giardino e l’orto in cui, insieme a due fratelli spirituali, lavoro ogni giorno, sono ora luoghi speciali: vi si respira un’aria di pace e di armonia, le piante sono sane e rigogliose, si sente che la Natura è viva, gioiosa.

Quando scendo nel campo, e vado verso l’orto, saluto le Entità che vi abitano, porto loro il mio affetto e sento che esse sorridono, che mi salutano e che sono contente di essere riconosciute; infatti, quando le si ringrazia per il lavoro che svolgono sono felici e gioiscono, e anche il mio cuore si riscalda e si dilata.

Volendo favorire una comprensione profonda della filosofia e della dimensione spirituale della Rivoluzione del Filo di Paglia, posso dire che Fukuoka agiva secondo la logica dell’intuizione, attraverso una sorta di Intelligenza superiore, che prescinde dall’intelletto. Egli era in tale sintonia e armonia con la Natura che tramite i suoi abitanti invisibili, e grazie al suo intuito, riceveva le informazioni su come, dove e quando agire. In altri termini, non era più separato dalla Natura, ma ne era diventato parte integrante, e la sua Rivoluzione vuole riportare l’uomo proprio verso questa condizione.

Potremmo anche spingerci ad affermare che l’uomo non ha il solo scopo di ritornare verso la Natura, di coltivarla con metodi naturali, con l’Amore e la Gratitudine, cercando di divenire un tutt’uno con lei, ma ha anche il compito di renderla bella, di creare Armonia e Poesia. Nelle antiche Scritture si parla di Giardino dell’Eden e dunque, proprio come sosteneva il grande filosofo giardiniere Jorn de Précy, l’uomo nasce con il compito di coltivare l’Armonia e la Bellezza su questa terra.

Questo grande ideale, che dà la spinta a tutti coloro che abbracciano la Rivoluzione del Filo di Paglia, dev’essere però accompagnato da altre considerazioni: non si può infatti sperare di riuscire in questa grande impresa semplicemente spargendo delle palline di argilla su campi incolti. La rivoluzione va fatta prima di tutto dentro di sé, anzitutto conoscendo la Natura in maniera profonda e spirituale, ma anche da un punto di vista scientifico: Fukuoka infatti era un biologo, conosceva la natura e l’agricoltura tradizionale da un punto di vista intellettuale, e se successivamente il suo intuito superiore ha potuto guidarlo così bene è perché si basava su una conoscenza tecnica. Anche se Fukuoka rigettò la conoscenza scientifica, affermando la sua inutilità, una minima conoscenza della natura è indispensabile. Un giorno quando l’uomo sarà spiritualmente più evoluto, non ci sarà bisogno di avere alcuna conoscenza tecnica, egli semplicemente saprà sempre cosa è corretto fare; ma fino ad allora l’intelletto e la conoscenza dovranno aiutare e sostenere il nostro lavoro.

Infatti, se non conosciamo il tipo di terreno, il clima, la resistenza delle piante e tante altre cose, la nostra Rivoluzione non avrà gli strumenti sufficienti per potersi realizzare. A questa conoscenza tecnica va aggiunta la conoscenza del mondo invisibile, per sapere chi sono davvero queste Entità intelligenti che popolano la Natura e come entrare in contatto con loro. Solo quando questi due aspetti si saranno sviluppati e armonizzati potremo cercare di sviluppare e applicare il piano intuitivo, un tipo di conoscenza che possiamo appunto definire “Superiore”.

La Rivoluzione del Filo di Paglia, per chi ancora non lo avesse compreso, è una rivoluzione spirituale, che spinge l’uomo a tornare verso la Natura e, suo tramite, verso Dio, quel Dio che si manifesta in tutta la Creazione, in ogni fiore, in ogni albero e arbusto, in ogni fratello e sorella, e in tutte le creature dell’Universo. Questo ritorno verso Dio è la strada che conduce l’Uomo verso una Fratellanza Universale in cui, come ci insegna S. Francesco, il sole non è solo un astro luminoso, ma è Frate Sole, la luna non è solo un satellite ma è Sorella Luna, il lupo non una belva feroce, ma Frate Lupo…

Ho scritto queste poche righe perché nel mio cuore vive la speranza che sempre più persone vengano toccate profondamente dal desiderio di dar vita a questa Rivoluzione, affinché l’Uomo comprenda l’importanza di guardare Madre Terra con occhi diversi, di amarla, comprenderla e coltivarla con metodi naturali, quindi amorevoli … al fine di ricreare il Paradiso terrestre, un nuovo Eden …

Come vedi, mia cara Amica, la Rivoluzione del Filo di Paglia ha portato in me molti frutti, dolci e succulenti, ha portato la gioia di scoprire cos’è la Natura, la piacevole sensazione di essere sempre circondato da molti Amici, la comprensione che anche i fallimenti sono un passo essenziale per l’apprendimento e per la propria crescita, ma soprattutto mi ha donato una Via di ritorno verso me stesso.

Febbraio 2014

Francesco Mossolin

Scopri di più sulla Vita di Omraam Mikhael Aivanhov

Vita di un Maestro occidentale


Scopri la nostra collana: Madre Terra

Alberi sacri Franco Tassi

Alberi sacri Franco Tassi