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Il Regno della Natura Vivente – 3. I Tre Regni della Natura

I Tre Regni della Natura

Tutti conosciamo i tre regni della Natura: quello minerale, quello vegetale e quello animale, ciò che però non molti conoscono è il loro aspetto simbolico, energetico e spirituale.

In primo luogo possiamo constatare che il grado di sviluppo energetico, ossia dei corpi sottili di ciascuno di questi regni è molto diverso. Infatti mentre l’essere umano possiede il corpo fisico, il corpo eterico, il corpo emozionale e il corpo intellettuale, negli animali il corpo intellettuale non è ancora sviluppato e nelle piante non troviamo nemmeno il corpo astrale mentre, nelle pietre, troveremo che soltanto il corpo eterico è appena presente.

Grazie alla Scienza dello Spirito, sappiamo anche che mentre l’uomo è cosciente di se stesso – ossia ha una coscienza individuale –, per quanto riguarda gli animali e le piante si parla in genere di un “Io di gruppo”: in particolare, Aïvanhov spiega che: “L’Entità che governa il regno animale si trova nel piano astrale dell’Universo, quella che governa il regno vegetale si trova nel piano mentale, quella che governa il regno minerale si trova nel piano causale, dunque talmente lontano che le pietre ci sembrano senza vita. Eppure le pietre sono vive: sì, vive e coscienti”.[1]

Esiste quindi una correlazione tra i corpi sottili presenti in un essere e il piano in cui si trova la sua coscienza: in effetti, la coscienza di sé, del proprio corpo fisico, del fatto di essere un individuo autonomo e indipendente la ritroviamo solo nell’essere umano, che ha appunto il corpo mentale sviluppato; il pensiero, che nasce dal piano mentale, permette alla coscienza dell’uomo di essere consapevole di sé, e di tutte le sue parti. Negli animali la coscienza si trova nel piano astrale, ossia è governata da un “Io di gruppo”, che si trova in questo piano. Ciò significa che, pur non essendo dotato né di pensiero, né della consapevolezza di sé, un animale prova emozioni, in quanto ha sviluppato il corpo astrale. Le piante invece non provano emozioni: il loro corpo eterico è sviluppato, mentre la loro coscienza si trova nel piano mentale.

Non si può dire che nelle piante e nelle pietre il corpo astrale e mentale non esistano ma, di fatto, non sono sviluppati, ossia la coscienza non arriva fino a questi corpi rimanendo, come detto, nel piano mentale per le piante e nel piano causale nelle pietre.

Questi corpi, pur non sviluppati, esistono e permettono comunque una comunicazione tra l’anima di gruppo, che li governa, e il loro “corpo fisico”.

Riassumendo: l’uomo ha sviluppato il corpo fisico, eterico, astrale e mentale e sta sviluppando i corpi superiori (causale, buddico e atmico), la sua coscienza arriva fino al piano fisico, ed egli si sente quindi un individuo a sé, diverso e separato dagli altri esseri.

Gli animali, invece, stanno sviluppando il corpo mentale, in particolare gli animali che vivono a contatto con l’uomo. Naturalmente si tratta di processi evolutivi lunghissimi, ma il regno animale sta andando in questa direzione. Per ora l’anima di gruppo degli animali si trova nel piano astrale, ma lo sviluppo del corpo mentale permetterà agli animali di divenire singoli individui consapevoli di sé; verrà un tempo in cui anche per loro non ci sarà più un’anima di gruppo, ma tante singole anime, più evolute, distinte l’una dall’altra.

Le piante, che ora hanno un corpo eterico, svilupperanno in futuro anche il corpo astrale; la coscienza del loro “Io di gruppo”, che ora si trova nel piano mentale, scenderà quindi nel piano astrale.

Infine, abbiamo i minerali, che stanno sviluppando il corpo eterico, mentre la coscienza del loro “Io di gruppo” si trova molto “lontano”, nel piano causale.

Ciò che dobbiamo comprendere è che esiste una connessione tra la Sorgente Divina e tutte le creature. Questa connessione attraversa le Gerarchie angeliche fino all’uomo, e poi oltre fino ai regni inferiori: tutto è collegato. Il collegamento che esiste tra i diversi regni crea una scala evolutiva, ossia dal regno minerale a Dio, e una scala involutiva, da Dio al regno minerale.

Questa connessione esiste anche, a livello individuale, in ciascun essere umano: dal corpo fisico, attraverso tutti i nostri corpi sottili fino a Dio e viceversa.

A questo punto dobbiamo affrontare e capire bene il concetto di evoluzione e di involuzione: si tratta di due realtà strettamente collegate mutuamente interdipendenti; l’una non esiste senza l’altra, e si tratta di una Legge cosmica: affinché qualcosa evolva bisogna che qualcos’altro involva.

Per chiarire questo aspetto diremo che la Sorgente Divina emana costantemente, ad ogni istante, luce e calore, che simbolicamente rappresentano i due principi: la Saggezza e l’Amore. Questi due principi donano la vita. Sulla Terra è il Sole che senza sosta svolge questa funzione: egli ci dona luce, calore e vita. Per questo motivo, secondo Aïvanhov, il Sole è la migliore manifestazione che abbiamo del Divino qui sulla Terra. Questa vita che emana dalla Sorgente Divina o, in termini più concreti, dal Sole, deve involvere per permettere alla Terra, e a tutte le sue creature, di evolvere. La luce del Sole viene trasformata dalle piante in materia, attraverso un processo (la fotosintesi) che possiamo definire involutivo: la luce, ossia l’elemento Fuoco, passando attraverso l’Aria e l’Acqua diviene Terra.

Così la luce del Sole involve per far evolvere la Terra.

C’è uno scambio continuo e senza sosta di energia, tra la Sorgente Divina, il Creatore e il Creato, ossia tutto ciò che esiste è in costante reciproca relazione.

 

Nulla può evolvere se prima non si è involuto. Per questo ciò che la scienza chiama “evoluzione della specie” è stata necessariamente preceduta da un movimento di involuzione. È vero per le creature ed è vero anche per la materia. Prima dell’evoluzione della materia, c’è stata un’involuzione dello spirito. I sostenitori dell’evoluzione hanno osservato le cose solo dall’esterno, dal punto di vista dell’organizzazione della materia, senza tener conto delle forze invisibili che avevano prima lavorato su di essa. L’evoluzione non è che la metà di un processo di manifestazione. Osservandola isolatamente, la si separa dalla verità della vita. Preso isolatamente, questo processo non trova posto in Natura. Non si può provare che l’evoluzione sia possibile senza che un impulso l’abbia precedentemente messa in moto e continui a sostenerla; e questo impulso viene dall’alto. Prima di tutto, è lo Spirito che è sceso, e se si vede la materia evolvere, è perché è trascinata dal movimento ascendente dello spirito che la fa risalire verso il suo luogo d’origine.[2]

L’evoluzione delle forme materiali – quelle delle pietre, delle piante, degli animali e degli esseri umani –, si è potuta realizzare unicamente grazie alla discesa dello spirito. È una legge cosmica: lo spirito deve scendere affinché la materia possa salire, evolvere.[3]

Questo concetto di evoluzione e involuzione spiega come tutto nell’universo abbia avuto origine da Dio e come tutto sia in connessione con Lui, o meglio abitato da Lui, dallo Spirito.

I tre regni della Natura che noi conosciamo sono gli unici che sulla Terra sono presenti sul piano fisico, e ovviamente sono molto importanti per noi, perché da loro dipende la nostra esistenza.

Tutti gli esseri dei vari regni dell’universo sono legati fra loro. Che se ne abbia coscienza oppure no, gli esseri che sono al di sotto di noi, come pure quelli che sono al di sopra, sono legati a noi, poiché nella Natura esiste una gerarchia vivente. È proprio grazie a questa gerarchia, grazie al legame che ci unisce a tutti gli esseri superiori, che abbiamo la possibilità di elevarci; ma siamo ugualmente legati a tutti gli esseri al di sotto di noi, ossia agli animali, alle piante e alle pietre, e anche questo legame è molto potente.[4]

Il Regno Minerale

Le pietre, così come tutti gli oggetti che ci circondano, agli occhi degli esseri umani sono materia inerte, che non merita particolare considerazione. Eppure tutta la nostra esistenza è poggiata su questa materia: le montagne, le pianure, le valli, la terra su cui viviamo e costruiamo le nostre abitazioni, i terreni che coltiviamo… sono tutti appartenenti al regno minerale. Possiamo quindi ben dire che questo regno rappresenta la base su cui poggia la vita dell’intero pianeta. Non a caso, il regno minerale, nel corpo umano, è rappresentato simbolicamente dal sistema osseo. E, come il sistema osseo, il regno minerale è la parte più materializzata, più dura e solida del piano fisico. Le pietre, le montagne hanno milioni e milioni di anni, conoscono l’intera storia della Terra e dell’umanità, e da tempi immemorabili hanno registrato tutto ciò che è successo sul nostro pianeta. Aïvanhov ci spiega che nel piano energetico delle pietre tutto si registra: esse sono le “biblioteche”, gli annali della storia dell’umanità:

In Natura tutto si registra. L’Intelligenza cosmica ha posto ovunque degli apparecchi che hanno la funzione di registrare automaticamente gli avvenimenti che si verificano tutt’intorno. Le rocce, le pietre, la sabbia… Ovunque si trovano unicamente apparecchi in grado di registrare e trasmettere. Se solo si potesse decifrare ciò che un solo granello di sabbia racchiude a livello di registrazioni!… È il regno minerale che può darci la maggior quantità di informazioni sul passato: la memoria dell’universo è inscritta in esso. Tutto il resto è scomparso: sono scomparsi i vegetali, gli animali e gli esseri umani con le loro scoperte, ma le pietre e i metalli ci sono ancora e possono raccontarci la storia del mondo. La memoria delle pietre: ecco la vera archeologia! Non si sono ancora scoperti i mezzi per decifrarla, ma un giorno, forse, ci si riuscirà captando le onde emesse dalle pietre stesse. Nell’attesa, sapendo che tutto si registra, cercate di essere vigili in modo da registrare nelle pietre delle strade che percorrete solo ciò che avete di migliore nel vostro cuore e nella vostra anima.[5]

Oltre a questa caratteristica energetica delle pietre, è stato in precedenza osservato che le pietre sono vive e coscienti. Ora sappiamo cos’è che in ogni pietra è vivo e cosciente: non la pietra stessa, bensì l’Intelligenza cosmica che si manifesta nelle creature del mondo invisibile, in particolare gli Spiriti di Natura. Ogni pietra è abitata da una piccola Entità invisibile, e possiamo dire che, nella maggior parte dei casi essa è come addormentata. Questa Entità agisce sulla pietra per permetterle di evolvere, ma questa azione è lenta e questo processo evolutivo richiede milioni di anni.

Quando però una qualsiasi pietra viene “trattata energeticamente”, vale a dire benedetta, purificata, o semplicemente amata in modo puro e sincero da un essere umano, ecco che questa Entità si risveglia e inizia ad agire con maggiore intensità.

Aïvanhov ci spiega come si può interagire con una semplice pietra:

Talvolta accarezzo una roccia e le dico: “Abbi pazienza, un giorno sarai liberata da questa prigione”. Infatti, in quel blocco di pietra si trova un’Entità che è limitata, imprigionata e che attende di essere liberata nel momento in cui la pietra sarà finalmente frantumata. Effettivamente, quando la roccia è ridotto in polvere si trova nelle condizioni migliori per evolvere, per essere assimilata dal regno vegetale. Passando vicino a una roccia, il discepolo può dirle: “Ammiro la tua pazienza: da secoli sei lì, esposta alle bufere, al cielo, al calore intenso e non ti lamenti mai. Mi congratulo con te e ti chiedo un po’ della tua resistenza, della tua solidità”. Forse voi pensate che questo comportamento non abbia nulla di straordinario e che è perfino ridicolo. Invece, vi posso assicurare che se lo fate molte volte, con amore e fiducia, riceverete quella forza, quella stabilità che la roccia possiede, e la manifesterete nella vita.[6]

E ancora:

Le pietre sono vive; sì, vive e coscienti. Come faccio a saperlo? Nello stesso modo in cui potete saperlo anche voi, abituandovi ad entrare in comunicazione con loro. Prendete in mano una pietra e ascoltatela: a poco a poco, sentirete che essa vi racconterà la lunga storia della Terra, tutti gli avvenimenti ai quali ha assistito e che si sono registrati su di essa, poiché tutto si registra. E anche voi potete farvi udire da una pietra. Come? Parlandole con amore, poiché l’amore è il linguaggio universale che tutta la Creazione comprende. Toccate una pietra con amore: essa vibrerà già in un altro modo e potrà rispondervi con amore. Quando saprete parlare alle pietre, potrete anche affidare loro dei messaggi. Prenderete una pietra impregnandola del vostro amore, le chiederete di portare la pace e la gioia alla persona alla quale la donerete. Ogni volta che l’ho fatto, ho percepito che la pietra era felice che le affidassi una tale missione.[7]

Le pietre preziose

Non si può parlare dell’aspetto spirituale delle pietre senza soffermarsi sulle pietre preziose, in quanto questi cristalli hanno, anche da un punto di vista simbolico, energetico e spirituale, un valore particolare.

Le pietre preziose e semi-preziose sono senz’altro uno degli aspetti più affascinanti della Natura, che maggiormente interessa l’uomo. Purtroppo la loro bellezza è valutata solo in termini economici o di prestigio sociale, e cosa sia davvero una pietra preziosa e quali siano i suoi reali “poteri” pochi lo sanno. Aïvanhov spiega anzitutto che già nella fase di formazione una pietra preziosa presenta un aspetto simbolico di grande interesse, infatti:

Sin dalla più lontana antichità, le pietre preziose sono sempre state considerate simboli delle Virtù divine, ma anche dotate di poteri meravigliosi.

Le pietre preziose hanno tanto valore perché rappresentano la quintessenza più pura della Terra, risultato di un intenso lavoro di trasformazione che la Terra stessa compie sulla materia grezza che porta in seno. Con la sua scienza e la sua pazienza, riesce a trasformare tale materia, a farla evolvere e a mutarla in pietre preziose: rubini, turchesi, smeraldi, zaffiri, diamanti… Che cosa si sa della Terra? Nulla; nessuno è consapevole che la Terra è un essere vivente, intelligente, dotato di un’anima, di uno spirito e che svolge un immenso lavoro. La Terra prepara tutti quei tesori nelle sue viscere, animata da un unico desiderio: riuscire a materializzare le qualità e le virtù del Mondo celeste, qualità e virtù che vuole riflettere e presentare qui, in basso, in forma concreta e tangibile.[8]

Questa riflessione di Aïvanhov ci aiuta a capire perché le pietre preziose sono state usate in tutte le epoche, dai re come dai sacerdoti, nei riti, nelle cerimonie sacre, o come amuleti; per il loro aspetto simbolico ogni pietra rappresentava infatti per loro una determinata virtù. Una pietra preziosa è la trasformazione della materia bruta in un cristallo dalla struttura geometrica, ordinata e armonica, che permette alla luce di passare attraverso questa materia trasparente assumendo una particolare colorazione. Le pietre sono quindi un simbolo delle virtù. Vediamo di approfondire questo aspetto:

Le pietre preziose appartengono all’elemento Terra. Sono il prodotto del lavoro che la Terra è in grado di realizzare; per questa ragione sono state scelte come simboli delle virtù che l’uomo può acquisire se impara a lavorare sulla propria materia. L’usanza di mettere delle pietre preziose sulle vesti dei sacerdoti e sulla corona dei re proviene dalla conoscenza di tale simbolismo: esse rappresentano le qualità e le virtù che quegli esseri devono possedere per esercitare degnamente la propria carica. Ad ogni virtù corrisponde una pietra: alla saggezza, il topazio; alla pace e all’armonia, lo zaffiro; all’amore, il rubino ecc. Non andiamo a indagare troppo se quegli alti personaggi meritino di portare simili tesori: è il simbolismo che conta. Se i re della Terra, i papi e i cardinali portano sul capo ornamenti di pietre preziose, è perché sulla corona del Signore della Creazione sono poste delle pietre preziose. Quelle pietre sono gli Angeli, gli Arcangeli, le Divinità …[9]

Oltre all’aspetto simbolico analizziamo anche l’aspetto energetico: infatti, ogni pietra preziosa emana la vibrazione di una specifica virtù e noi possiamo lavorare con le pietre preziose per sviluppare queste virtù. Bisogna però sapere come svolgere questo lavoro, perché non sarà semplicemente portando un topazio che si diventerà più saggi. Noi stessi, con il nostro stile di vita, dobbiamo armonizzarci con la virtù che desideriamo sviluppare; la pietra amplificherà il risultato dei nostri sforzi, attirando nel nostro campo energetico quella stessa vibrazione e permettendoci di entrare in contatto con le Entità che nel piano spirituale manifestano quella virtù.

A tal proposito Aïvanhov ha spiegato:

Al discepolo non è proibito servirsi delle pietre; il lavoro spirituale può avere un punto di partenza, un supporto materiale, per cui una pietra può creare un legame con la realtà invisibile che le corrisponde. Non si deve dire: “Oh, io mi interesso solo dello spirito. Per me, tutto ciò che è materia e fisico non conta”. Sarebbe un errore, e con un atteggiamento del genere non andreste lontano. La Natura lavora con la materia, e l’uomo non ha diritto di trascurarla: la materia esiste per istruirlo e per mostrargli il cammino da seguire.

Una pietra preziosa, per piccola che sia, è una particella di materia suscettibile di fissare e trasmettere le forze cosmiche. Si deve quindi imparare a utilizzare questa caratteristica, ma non è una buona ragione per fermarsi sulla pietra e dire: “Ora spetta a lei curare la mia trasformazione, trasmettermi le sue virtù e guarirmi…” Se non fate un lavoro spirituale, sarà meglio non contare sui poteri della pietra, perché non vi servirebbero a nulla.[10]

La pietra è come un’antenna e, come ad un’antenna, bisogna darle una funzione, dei messaggi da trasmettere. Dietro quella pietra ci sono delle forze che girano, che vibrano, ma sta a voi fissarle, orientarle. Ogni pietra preziosa è già preparata dalla Natura per captare certe energie dal cosmo e diffonderle, propagarle.[11]

Ma non basta aver fiducia in una pietra preziosa e così dormire tranquilli. Ci si deve servire della pietra per svolgere un determinato lavoro. Se ne possedete una, potete creare un collegamento con le virtù che rappresenta, ma è necessario che tale pietra entri in voi, è in voi che deve nascere ed essere coltivata. Portare sul vostro corpo delle perle o delle pietre va molto bene, ma se non comprendete lo spirito del nuovo Insegnamento per portarle dentro di voi, è inutile. La pietra fisica deve essere soltanto un modello che vi ispiri e vi mostri come riprodurla interiormente, esattamente come il modello con cui lavorano i pittori e gli scultori. Guardate quelle pietre, ammiratele, ma soprattutto cercate di crearle dentro di voi… vive! In questo senso è bello possedere delle pietre, altrimenti non è altro che vanità o superstizione.[12]

Vediamo infine l’aspetto spirituale, che ovviamente è in connessione con i due precedenti. Abbiamo già detto che in ogni pietra vive un’Entità, uno spirito luminoso, che si occupa dell’evoluzione della pietra stessa. Nel caso di una pietra preziosa l’Entità che in essa vive è sicuramente più potente, con un maggiore livello di coscienza, rispetto alle normali pietre. Anche nel caso di una pietra preziosa però, prima di compiere un lavoro energetico con essa, questa Entità va “risvegliata”, e la prima cosa da fare, come abbiamo già visto, è riconoscerne la presenza, amandola e rispettandola. È poi importante purificare e consacrare la pietra e solo a questo punto è possibile svolgere un lavoro con l’Entità della pietra. A tale scopo esistono varie formule o pratiche energetiche: ad ognuno la libertà di scegliere quella che ritiene più appropriata.

Ogni pietra preziosa, amata, purificata e consacrata può diventare un prezioso alleato per l’essere umano, come sostegno nel suo processo evolutivo, aiutandolo a sviluppare determinate qualità e virtù, proteggendolo e indicandogli la via da compiere per raggiungere quella stessa purezza che l’ha resa tanto bella e preziosa.

Le montagne

Oltre alle pietre preziose c’è un altro aspetto del regno minerale che vogliamo illustrare in questo articolo: le montagne. Da sempre infatti le montagne rappresentano simbolicamente la vita spirituale, ossia un percorso iniziatico in cui la vetta rappresenta il piano divino: la meta cui ogni scalatore ambisce. Per raggiungere la vetta di una montagna bisogna compiere un lungo percorso di ascesa, e questo percorso è lo stesso che interiormente compie il discepolo, o l’Iniziato, per dominare la sua natura inferiore e raggiungere il centro, la cima del suo essere: il suo Spirito. Solo quando l’uomo si fonde con il suo Spirito, il suo Sé superiore, solo allora trova la vera pace e la vera armonia interiore, oltre che la felicità.

Dal punto di vista simbolico, l’immagine della vetta corrisponde al nostro Sole interiore. Gli Iniziati si sono sempre serviti di questo simbolo, anche nei paesi dove si trovano solo colline. È nel “Sermone della Montagna” che Gesù ha rivelato l’essenziale del suo Insegnamento, e quella montagna non viene neppure nominata… Forse, proprio perché si trattava di una montagna spirituale. La montagna è un simbolo dell’Iniziazione: la vetta è il luogo dove l’uomo si istruisce, si purifica, si libera e acquisisce una visione superiore della vita. Sulle cime, dove l’aria è così pura, è più facile raggiungere in se stessi quella vetta che la Scienza iniziatica chiama il “corpo causale”. È là, nel corpo causale, che il pensiero trova tutti gli elementi della realizzazione; e là che si trovano quelle forze e quelle potenze che noi dobbiamo raggiungere per diventare creatori.[13]

Anche se non è molto elevata, ogni vetta può diventare un santuario poiché, simbolicamente, ogni altura ci avvicina a Dio. Quel santuario ha per tetto la volta celeste.[14]

Le montagne possono inoltre essere definite delle vere e proprie “antenne”, capaci di stabilire un collegamento tra il Cielo e la Terra. La montagna non è quindi solo un simbolo, ma anche una realtà energetica: sulle montagne vivono Entità del mondo invisibile molto pure e potenti. Per tale motivo, quando si va in montagna, bisognerebbe avere un profondo senso di rispetto e di sacralità.

Le montagne sono immense antenne che mettono la Terra in comunicazione con il Cielo: esse sono il legame fra Terra e Cielo, e per questo l’acqua che scende dalle alte montagne è impregnata dei fluidi del Cielo.

Tramite le loro cime, le montagne captano le forze e le energie celesti che si manifestano sotto forma di grandi turbinii, di onde potenti e luminose. A causa della presenza di queste correnti di energie, gli Spiriti della Natura, che sono Spiriti molto evoluti, visitano spesso le cime dei monti: essi s’immergono in quegli effluvi per rinforzarsi, per rigenerarsi, e poi ripartono per svolgere il loro lavoro attraverso il mondo.[15]

 

La consapevolezza e, conseguentemente, il rispetto per le energie presenti in un certo luogo, delle Entità invisibili che lo abitano, è qualcosa di ancora molto lontano dai pensieri e dalle preoccupazioni della gente, anche se ha la sensibilità per apprezzare un ambiente come quello della montagna. Aïvanhov ci mette in guardia sulle conseguenze che un comportamento irrispettoso provoca sul silenzio e sulle Entità che abitano certi luoghi speciali della Terra.

Al giorno d’oggi, con lo sviluppo dei mezzi di trasporto, si vede sempre più gente andare in montagna; è diventata una moda. Le persone si danno agli sport invernali per distrarsi, divertirsi e raccontare poi di essere scese lungo un certo pendio, di aver scalato una certa cima… E, invece di rispettare il silenzio della montagna e di lasciarsene impregnare per scoprire gli stati di coscienza superiore, essi si comportano come in ogni altro luogo: portano con sé il loro vino, il loro prosciutto, le loro sigarette, la loro musica cacofonica, gridano, scherzano, s’accapigliano… Come se non vi fossero altri luoghi per distrarsi e far baccano! È così che disturbano enormemente gli abitanti di quelle zone. Ma nessuno dice alle persone che con la loro disattenzione e mancanza di rispetto turbano l’atmosfera e recano molestia a tutte quelle creature. Se tale situazione dovesse protrarsi nel tempo, le Entità se ne andrebbero altrove, là dove c’è veramente silenzio, là dove è molto difficile per gli uomini avere accesso. Una volta che tali Entità si saranno allontanate dai luoghi in cui abitavano, quelle zone perderanno il loro mistero, il loro carattere sacro e non saranno più così impregnati di luce, di forza spirituale; sarà un vero peccato. È dunque chiaro che se non andate in montagna con la giusta disposizione d’animo, le creature invisibili prenderanno delle precauzioni e si allontaneranno, e voi non potrete ricevere più nulla da loro. È per questo che si torna a casa piccoli e limitati come prima; tale soggiorno non sarà neppure di grande beneficio per la salute, dal momento che lo stato fisico dipende in gran parte da quello psichico. Allora a che serve salire sulle cime dei monti se non se ne torna più puri, più forti, più nobili e in miglior salute?… Se non si è capito che l’ascensione delle montagne fisiche è un’immagine dell’ascensione delle montagne spirituali? [16]

 

 

Il Regno Vegetale

Ci sarebbero davvero molte cose da dire sull’aspetto simbolico, energetico e spirituale del regno vegetale, ma a tal proposito esiste già, fortunatamente, una nutrita bibliografia, in cui vengono trattate e descritte esperienze pratiche, come la coltivazione e la cura delle piante attraverso un rapporto di collaborazione con i Deva e gli Spiriti di Natura. Basti pensare alle esperienze della comunità di Findhorn, o a M. Small Wright e al suo Giardino di Perelandra.

Vediamo comunque di analizzare alcuni aspetti essenziali di questo regno, iniziando a comprendere che le piante sono esseri intelligenti, fatto su cui anche la scienza sta indagando, giungendo a conclusioni simili.[17]

Negli Stati Uniti, nel corso dei loro esperimenti eseguiti mediante appositi apparecchi, alcuni ricercatori hanno scoperto che le piante possiedono una forma di sensibilità che le fa reagire alle presenze benefiche o malefiche; hanno constatato, infatti, che se si avvicina loro qualcuno che le aveva maltrattate, danno immediatamente segnali di paura. Quindi, anche le piante hanno una memoria. Le piante sono sensibili, e le pietre, a modo loro, pure. Se le amate, le toccate con amore, possono rispondere e farvi delle rivelazioni.[18]

La vita delle piante è in stretto rapporto con gli Spiriti di Natura: dal piano energetico essi agiscono sulla vegetazione affinché essa cresca e si sviluppi nel migliore dei modi. Per ogni fase della loro esistenza si manifestano degli Spiriti di Natura specializzati: qualcuno per la germinazione del seme, altri per lo sviluppo delle foglie, dei fiori, dei frutti, ecc. Il corpo energetico di questi Spiriti è costituito dalla stessa materia eterica degli Spiriti dei quattro elementi, ma la loro composizione varia in base alle necessità. Questi piccoli esseri determinano la vitalità, la salute e il benessere di tutto il regno vegetale.

Alcuni di questi Spiriti di Natura, chiamati Deva, si occupano più particolarmente della vegetazione. Dovunque cresca la vegetazione si trovano dei Deva. I semi che il giardiniere pianta nella terra, quando cominciano ad aprirsi e a germogliare grazie al calore e all’umidità, emettono dei suoni, come se chiamassero; allora i Deva accorrono per nutrirli e dar loro le cure di cui hanno bisogno, come fanno le madri quando si precipitano dal loro bimbo che piange. In altre fasi del loro sviluppo, le piante emettono altri suoni e allora viene ad occuparsene un’altra categoria di Spiriti. I Deva sono specializzati come lo sono gli operai delle fabbriche e sanno fare una sola cosa: alcuni si occupano unicamente di dare ai fiori i propri colori, altri danno ai fiori le forme geometriche, altri ancora la vitalità.[19]

Queste poche parole ci fanno comprendere come, almeno in teoria, qualsiasi metodo agricolo, qualsiasi intervento venga compiuto sul mondo vegetale, dovrebbe tener conto di queste Entità invisibili. La maggior parte di coloro che lavorano con la vegetazione, invece, siano essi agricoltori, giardinieri, boscaioli, o semplici fiorai, non sono coscienti di questa realtà. Fortunatamente in molti paesi ci stiamo avviando, pian piano, verso un’agricoltura sempre più rispettosa dell’ecosistema; ma questo non è ancora sufficiente: bisogna aprire la strada a un’agricoltura energetico-spirituale, che tenga conto anche degli aspetti invisibili del regno vegetale e che cerchi una collaborazione attiva con le Intelligenze cosmiche. In che modo?! Abbiamo visto che il linguaggio universale è quello dell’amore. Il vero amore apre in noi le porte dell’intuizione. Esistono poi anche tecniche – come, ad esempio, la radionica –, che sono di sostegno a questa che dovrebbe essere l’attitudine fondamentale e che mettono a disposizione degli strumenti per entrare in contatto energeticamente con le piante e gli animali. La scienza sta dimostrando quanto le piante siano intelligenti e come comunichino tra loro, ma è auspicabile che la scienza si apra anche allo studio e alla comprensione di questa Intelligenza invisibile che tutto permea. Una relazione profonda e armonica con il regno vegetale porterebbe grandi benefici al genere umano, sotto tutti i punti di vista.

Di questo grande e immenso regno prenderemo ora in considerazione solo su due grandi protagonisti: gli alberi e i fiori.

 

Gli Alberi

Fin dall’antichità l’albero è stato usato come simbolo spirituale di grande potenza. Esso collega la Terra al Cielo, dona frutti, legna, ristoro, è simbolo di vita, di forza, di armonia. In tutte le culture gli alberi erano considerati con grande rispetto e sacralità, in particolare gli alberi vecchi, antichi e maestosi, che erano visti come saggi vegliardi, custodi dei più preziosi segreti della Natura.[20]

Pensiamo ad esempio al Libro della Genesi, in cui si parla dell’Albero della Vita, chiamato anche, nella Kabbalah, Albero Sephirotico: quest’albero riassume in sé tutto l’universo, tutta la Creazione, dalla Terra fino a Dio.

L’Albero Sephirotico, che è una rappresentazione delle diverse regioni dell’Universo, è anche una rappresentazione delle diverse regioni psichiche dell’uomo.[21]

Molte altre simbologie possono essere trovate nell’albero, Aïvanhov, ad esempio, spiega:

Guardate l’albero: tiene per sé le sue radici, il suo tronco e i suoi rami, ma distribuisce i suoi fiori e i suoi frutti per la gioia di tutti; e anche le sue foglie possono essere utili. È così che la Natura ha organizzato le cose. Il saggio, che ha compreso la lezione della Natura, si sforza di imitare l’albero: conserva le sue radici, il suo tronco e i suoi rami – simbolicamente parlando –, ma distribuisce abbondantemente le sue foglie, i suoi fiori e i suoi frutti, vale a dire i suoi pensieri, i suoi sentimenti, le sue parole, la sua luce, la sua forza. Imparate anche voi a conoscere ciò che potete dare e ciò che dovete conservare.[22]

Un albero però è anche un’Entità vivente, ha una sua propria energia e ogni specie di albero emana una particolare virtù, particolari caratteristiche; per conoscerle bisogna entrare in contatto e in sintonia profonda con ogni tipo di albero, imparare ad ascoltarlo, in modo che possa rivelare le proprie caratteristiche. L’albero le offrirà con gioia a chi, sostando in sua prossimità, saprà entrare in vibrazione con lui attraverso il principio d’amore.

Aïvanhov aveva un rapporto davvero particolare con gli alberi, come testimonia questo singolare racconto:

“Gli alberi… che ricchezza, che benedizione! Soprattutto quando si giunge a percepire che tutta quella materia solida e compatta è in realtà luce condensata. Sì, quei tronchi, quei rami, quel fogliame si nutrono di luce e sono luce solare condensata. Come non rimanere incantati al pensiero che in essi si trova in abbondanza l’amore del Sole? Inoltre, purificando l’atmosfera mediante l’ossigeno che rilasciano, gli alberi sono anche nostri benefattori; ecco perché chi vive vicino a una foresta è veramente privilegiato. Una foresta è naturalmente un luogo pieno di presenze. Non appena inizio a camminare fra gli alberi percepisco alcune presenze: per questo parlo loro. So in che modo rivolgermi a quegli Esseri, so come comunicare con la loro anima, ed essi mi comprendono.[23]

Ho un legame con gli alberi da così tanto tempo che mi è naturale dir loro che sono miei fratelli. Mi avvicino a uno di essi e l’abbraccio sussurrandogli: “Ti incarico di un messaggio per tutti gli alberi di questa foresta. Dì loro che li amo e che vorrei abbracciarli tutti”. L’albero trasmette mio messaggio e tutti gli alberi sono così contenti che quasi danzano mentre proseguo il cammino.

Un giorno, un fratello mi sorprese nel mio giardino mentre stavo abbracciando un cipresso, in seguito mi disse quanto questo gesto lo avesse stupito. Perché? Non c’è nulla di così stupefacente. Io parlo agli alberi e mi capita di abbracciarli: essi sentono che li amo e mi rispondono. Gli umani sarebbero più felici se sapessero intrattenere vere relazioni con gli alberi. Che cos’è un cipresso? Che cos’è un pino? Che cos’è un eucalipto?… Occorre essere rimasti ore intere accanto a loro per scoprirne l’anima e per comunicare con essa. È quello che io faccio spesso, ma è impossibile esprimere ciò che provo e le rivelazioni che ricevo. A quel punto, qualcosa cambia anche nelle vibrazioni di quegli alberi, anche nei loro colori. Quando entrate nelle foreste, dovete pensare che state entrando in un territorio che appartiene agli Spiriti della Natura; mettetevi in armonia con quegli Spiriti, e voi pure ne avvertirete la presenza. Non vi racconto storie: le fate esistono, e l’incantatore Merlino non è il solo ad averle frequentate nella foresta di Brocéliande.[24]

Da quando ero molto giovane ho iniziato a fare queste esperienze e continuo ancora adesso: parlo agli alberi del mio giardino e anche quando passeggio nella foresta, parlo agli alberi, li accarezzo e perfino li abbraccio. Perché? Perché sento che sono vivi e desidero entrare in comunicazione con la vita che circola in loro dalle radici fino all’estremità dei rami. Poi entro in relazione con le Creature invisibili che abitano negli alberi e che si curano di loro, perché, come esistono creature che si occupano degli uomini, esistono Entità che si occupano delle pietre, delle piante, degli animali.[25]

In tutti i paesi che percorro viaggiando, visito ovviamente molte città, ma cerco di visitare anche le foreste. Quando vedo dei begli alberi, avviene qualcosa dentro di me e io rientro a casa felice.[26]

La relazione che Aïvanhov aveva con gli alberi ci fa comprendere fino a che punto si possa arrivare nel rapporto tra uomini e alberi, un’alleanza che molte persone oggi stanno riscoprendo. Ma si può fare molto di più, chiedendo ad esempio agli alberi di aiutare l’umanità a crescere e ad evolvere:

È per questo che, quando passeggiate nei boschi, dovete avvicinarvi a un albero e dirgli: “Come sei bello e forte! Se potessi avere la tua resistenza, la tua stabilità! Ti prego di dire a tutti gli altri alberi del bosco come vi ammiro.” Allora gli spiriti che abitano quell’albero si dicono: “La maggior parte degli uomini è cieca e addormentata, ma quest’essere è entrato nel bosco e ha sentito la nostra presenza; è meraviglioso!” E sono felici e trasmettono la notizia di albero in albero, ed escono tutti dal loro rifugio per guardare e danzare attorno a voi.

Rivolgetevi a tutti gli alberi del bosco: “Voi sapete che Dio, il Creatore, è grande e sublime, ma oltre al vostro lavoro che cosa fate per servirLo di più? Bisogna che aiutate la Fratellanza Bianca Universale! Essa è qui per illuminare gli uomini, per farli rinsavire, affinché Regno di Dio si stabilisca sulla Terra. Voi stessi sarete allora molto più felici. Andate, riunitevi su tutta la Terra e dateci un aiuto!” Così tutti gli alberi della Terra saranno avvertiti si metteranno a lavorare insieme per la Luce.

Talvolta aprendo dolcemente gli occhi, potete scorgere anche un essere immenso, maestoso: è il capo di tutti gli Spiriti della foresta, la creatura che li riunisce in una sola anima. Egli vi avvolge in un immenso sguardo di Luce, proietta su voi i suoi raggi d’ogni colore e voi tornate a casa abbagliato, felice e appagato.[27]

 

I Fiori

Come le pietre preziose per il regno minerale, così i fiori sono senz’altro la più bella e sublime manifestazione del regno vegetale. I fiori sono infiniti per varietà, forme, colori, profumi, e anche in questo caso possiamo dire che rappresentino un simbolo e una realtà energetica e spirituale. Se pensiamo, ad esempio, ai fiori di Bach essi costituiscono un rimedio energetico, che sfrutta le particolari vibrazioni di determinati fiori per la cura del corpo energetico dell’essere umano. I fiori sono il simbolo della capacità di donare le proprie qualità in modo disinteressato: infatti, senza fare alcuna discriminazione, offrono la propria bellezza, il proprio profumo e tutte le loro caratteristiche a quanti si accostano ad essi. Pensiamo ad esempio alla rosa… ecco un fiore che ci indica la via del vero Amore:

Una tradizione riporta che le rose sono Entità provenienti dal pianeta Venere; esse hanno accettato di incarnarsi sulla Terra per aiutare gli esseri umani. Ma chi conosce la missione delle rose? Ci si serve di loro per ornare i giardini e gli appartamenti, per attirare un uomo o sedurre una donna. In realtà, la rosa ha il compito di rivelarci il cammino dell’amore vero. Ecco il ruolo, il messaggio della rosa. Se la rosa è considerata la regina dei fiori, è perché ci insegna il vero amore, l’amore che non imprigiona, l’amore che libera. Il giorno in cui gli esseri umani comprenderanno il sacrificio che essa ha fatto venendo in mezzo a loro e accetteranno di ricevere il suo messaggio, forse diverranno simili ad essa: ovunque, al loro passaggio, impregneranno l’atmosfera di un profumo delizioso.[28]

Ogni singolo fiore ha una propria essenza, ed è abitato da un’Entità luminosa; dipende però da noi la possibilità di percepirla ed entrare in contatto con questa Entità. Sempre in riferimento alla rosa Aïvanhov diceva:

Una rosa diventa più viva se la guardate con una coscienza illuminata: tra la rosa e voi si stabilisce un contatto; sentite che quel fiore è abitato da una creatura meravigliosa la quale si rivolge a voi.[29]

I fiori sono quindi anche una realtà energetica e spirituale e pertanto andranno considerati nella maniera più opportuna: quando li guardiamo, li contempliamo, è importante essere consapevoli che sono vivi e che se ci apriamo nei loro confronti possono offrirci i loro doni, le loro qualità e virtù.

Ecco cosa Aïvanhov suggerisce sulla relazione che è possibile avere con i fiori:

Prendiamo i fiori. Chi non li apprezza? Si ama riceverli e offrirli, si mettono in casa, si piantano in giardino, si ammirano nei parchi e in campagna, ci si meraviglia delle loro forme, dei loro colori e profumi, ma essenzialmente si considerano come elementi decorativi, che contribuiscono a rendere l’esistenza più gradevole. Con questo atteggiamento superficiale non si riceve granché dalla loro presenza. In realtà i fiori sono esseri con i quali si può entrare in relazione. Si, un fiore non è soltanto un pezzo di materia colorata e profumata: è il ricettacolo di una Entità spirituale che viene a parlarci della Terra e del Cielo. Se si sa come guardare un fiore, come legarsi a lui, si entra in relazione anche con le forze della Natura, con le creature sottili che lavorano per fare del fiore una presenza molto vivificante e poetica.[30]

 

 

Il Regno Animale

Nei libri sacri è scritto che con la Caduta l’essere umano trascinò con sé i suoi fratelli minori, ossia gli animali e che da allora alcuni rimasero fedeli all’uomo – come, ad esempio, tutti gli animali domestici – mentre altri gli dichiararono guerra proprio a causa di questo evento. Il rapporto che esiste tra l’uomo e gli animali è qualcosa di molto più intimo e straordinario di quanto l’uomo stesso possa a immaginare.

Gli animali, che si trovavano anche loro nel Paradiso, seguirono l’uomo nella Caduta, ma anche loro, da quel momento, si divisero: alcuni, per amore, non vollero abbandonare l’essere umano, mentre altri, erano talmente indignati contro di lui, che divennero suoi nemici. Ancora oggi non possono perdonarlo; pertanto, quando lo incontrano, vogliono fargli del male per ricordargli la sua colpa. Invece i primi, quelli che sono rimasti inoffensivi, hanno accettato la situazione. Ecco quel che ci rivela la tradizione esoterica.

Dunque, all’inizio non esisteva alcuna divisione fra gli animali, tutti si comprendevano e vivevano in perfetta armonia con l’uomo. In futuro l’armonia sarà ristabilita e tutto ritornerà di nuovo in ordine: gli esseri umani si comprenderanno, si tenderanno la mano, vivranno come fratelli e faranno la pace con gli animali. È questo il senso della profezia di Isaia: “Il lupo abiterà con l’agnello, la pantera dormirà con il capretto, la mucca e il leone passeggeranno insieme sotto la guida di un ragazzo…” È meravigliosa questa profezia! Quando il Regno di Dio si ristabilirà, non esisterà più ostilità fra gli uomini, né fra gli animali e gli uomini.[31]

La relazione che esiste tra l’essere umano e gli animali è tale che tutto ciò che l’essere umano fa agli animali finisce poi per avere delle ripercussioni su di lui. È necessaria una presa di coscienza di questo aspetto, in quanto la maggior parte delle persone è convinta di poter agire sulla Natura e su tutte le sue creature come meglio crede. Esistono però delle Leggi cosmiche, cui tutti siamo sottomessi e che reggono l’intera esistenza dell’universo; la Legge di causa ed effetto è una di queste: nulla rimane senza conseguenze. Secondo queste Leggi spirituali, trattare in modo crudele gli animali, sfruttandoli per un mero interesse economico, è un crimine che prima o poi andrà pagato. Non a caso secondo Aïvanhov, così come secondo altri Maestri:

Quanto agli animali – anche se non prestiamo loro molta attenzione – questi fanno parte della nostra vita, e alcuni di essi conducono accanto a noi un’esistenza dalla quale avremmo molto da imparare. Ma come considera gli animali la maggior parte degli esseri umani, e come si comporta con loro? Il modo in cui essi sfruttano alcune specie è veramente ignobile. Per avere la loro carne, la loro pelliccia, il loro cuoio, le loro corna o qualche altra parte del loro corpo, non indietreggiano di fronte a nessuna crudeltà. Ma ve l’ho già detto: un giorno gli esseri umani saranno condannati a pagare a caro prezzo questa loro crudeltà verso gli animali.

Anche se in apparenza le guerre hanno unicamente cause politiche, economiche, ecc., in realtà sono anche la conseguenza di tutti massacri di animali di cui gli uomini si rendono colpevoli. La Legge di Giustizia, che è implacabile, li obbliga a pagare con il proprio sangue quello che hanno fatto scorrere uccidendo gli animali. Quanti milioni di litri di sangue sparso sulla Terra gridano vendetta verso il Cielo! L’evaporazione di quel sangue attira una moltitudine di larve e di entità inferiori del mondo astrale, che avvelenano l’atmosfera della Terra e alimentano i conflitti. Gli esseri umani vogliono la pace – per così dire – ma finché continueranno a massacrare gli animali, avranno solo la guerra. Ecco una verità che non si conosce che forse non verrà accettata; che la si accetti o meno, io sono obbligato a rivelarla: gli esseri umani saranno trattati come hanno trattato gli animali.[32]

Da questa riflessione possiamo comprendere quanto il rapporto con gli animali andrebbe completamente rivisto. Poter sperare di costruire una società sana, che vive nella pace, significa anche migliorare il rapporto con gli animali: questi nostri fratelli minori vanno rispettati e considerati Entità senzienti, che soffrono e che hanno una loro dignità spirituale.

Analizzando questo regno da un punto di vista simbolico scopriamo che le varie specie animali sono presenti in tutte le antiche culture, in base alle loro caratteristiche, al loro comportamento e attitudine: pensiamo ad esempio agli dèi egizi.

Ogni animale, così come ogni pianta e ogni pietra, è collegato ad una virtù o a una caratteristica che ritroviamo anche nel carattere degli esseri umani. Prendiamo ad esempio animali con una forte simbologia come l’aquila, il leone, il serpente, il cervo, la colomba, ecc. Attraverso l’animale ci si può collegare a una delle virtù che esso rappresenta: la regalità del leone, la furbizia del serpente, la purezza della colomba, l’agilità del cervo, la capacità di osservazione dell’aquila, ecc. Su questo aspetto – l’animale come simbolo – esiste una ricchissima bibliografia[33]: pertanto, non approfondiremo tale argomento, e ci concentreremo invece ora sulle questioni energetiche e spirituali.

Pochi sanno, infatti, che gli animali hanno un rapporto molto stretto con il mondo invisibile, e lo percepiscono con maggiore facilità rispetto agli esseri umani. Un’animale può divenire tramite di altre Entità spirituali, come anche di anime umane, nel senso che queste Entità o queste anime usano il corpo dell’animale per relazionarsi con il mondo fisico e con gli esseri umani. Come questo possa avvenire ci viene spiegato da Aïvanhov con grande chiarezza:

È detto che in tempi antichissimi i primi uomini vivevano in armonia con gli animali: non avevano quindi nulla da temere dagli animali, e questi non fuggivano all’avvicinarsi dell’uomo. Ma ora, anche se si incontrano alcune eccezioni, il legame è spezzato, e gli animali fanno sull’essere umano delle riflessioni che raramente gli fanno onore. Quando gli animali tengono consiglio, cosa non raccontano di lui! Come lo giudicano, come lo criticano! L’essere umano si crede molto superiore, ma gli animali, che lo osservano, dicono fra di loro: “L’uomo pensa che siamo stupidi, che non capiamo. Facciamo in modo che non debba ricredersi, e continuiamo ad osservarlo”.

Provate a parlare con un animale: farà finta di non capirvi; in realtà, è in grado di capire perfettamente, ma solo quando gli fa comodo. Noi non sappiamo cosa passa per la testa degli animali, ma forse essi sanno meglio di noi cosa passa nella nostra. Noi non li capiamo, ma essi ci capiscono, o più esattamente, ci sentono. Molti di coloro che amano i cani, i gatti, i cavalli, ecc., ne hanno avuto delle prove.

A tratti, cercando di captare lo sguardo di certi animali, abbiamo l’impressione che ci nascondano qualcosa. Perché questa impressione? Perché in realtà può succedere che gli animali siano abitati da Entità astrali che ci osservano attraverso i loro occhi. Sì, altre creature vive e intelligenti possono guardarci attraverso gli occhi di un cane, di un gatto o di un cavallo. È questo che a volte dà la strana sensazione di avere di fronte qualcosa di più di un semplice animale. Ma oso appena parlarne di quest’argomento, perché passerei per uno sciocco. Eppure, è la realtà: può accadere che alcune Entità entrino nel corpo di un animale e, nei suoi occhi, incontriamo lo sguardo di quell’Entità. Questa relazione degli animali con il mondo invisibile spiega il motivo per cui alcune religioni abbiano dato ai propri dèi forme di animali. Nella religione egizia per esempio, Horus è rappresentato da un falco, Hathor da una giovenca, Toth da un ibis, Sekhmet da un leone, Bastet da un gatto…[34]

A Izgrev il Maestro Peter Deunov aveva un gatto di cui a volte ci parlava nelle sue conferenze. […] Vedendo che ci stupivamo dell’attenzione che accordava al suo gatto, il Maestro finì col dirci: “In questo gatto è rinchiusa l’anima di un grande filosofo del passato, che ha pensato male e ha vissuto male. Per questo gli parlo, per istruirlo. Voi non mi credete, perché pensate che un’anima umana non possa entrare in un gatto… Ma ragionate un po’: quando un uomo entra in un’automobile o in un aereo, voi non lo confondete con quei veicoli; sapete bene che l’automobile o l’aereo sono solo dei mezzi che egli utilizza per recarsi da un luogo all’altro. Ebbene, anche una forma animale è un veicolo che può trasportare un’anima umana. Così come voi entrate in un veicolo o ne uscite, allo stesso modo, in qualsiasi momento un’anima umana può entrare in un animale e poi uscirne. Negli animali che ci circondano si trovano spesso delle anime con le quali certe persone riescono a comunicare. L’anima che li guarda attraverso gli occhi di un animale può essere quella di un uomo o di una donna che sta seguendo un tirocinio perché deve fare alcune esperienze, capire alcune verità”.[35]

Gli animali sono dunque esseri senzienti che, come abbiamo visto precedentemente, hanno un’anima di gruppo, e stanno lentamente sviluppando il piano mentale. In particolare sono gli animali che vivono a contatto con l’uomo che seguono questo processo evolutivo con maggiore facilità.

Da un punto di vista spirituale è importante quindi considerare gli animali come i nostri fratelli minori, da accompagnare nel loro percorso evolutivo, sapendo che attraverso di loro il mondo invisibile comunica con noi e attraverso di loro possiamo ricevere dei messaggi.

Queste brevi riflessioni sono sufficienti per comprendere quanto sia importante che l’uomo rinnovi il suo rapporto con gli animali alla luce del sapere iniziatico, affinché una nuova relazione basata sul rispetto e sull’amore divenga possibile.

[1] Aïvanhov, O. M., Per diventare un libro vivente, elementi autobiografici 1, Prosveta, 2011, pp. 342-343.

[2] Aïvanhov, O. M., Pensieri quotidiani 2011 (25 febbraio), Prosveta, 2010.

[3] Aïvanhov, O. M., Pensieri quotidiani 2013 (28 gennaio), Prosveta, 2012.

[4] Aïvanhov, O. M., Cercate il Regno di Dio e la Sua Giustizia, Prosveta, 2005, p. 520.

[5] Aïvanhov, O. M., Pensieri quotidiani 2015 (9 aprile), Prosveta, 2014.

[6] Aïvanhov, O. M., La Nuova Terra, Prosveta, 2009, p. 108.

[7] Aïvanhov, O. M., Per diventare un libro vivente, elementi autobiografici 1, Prosveta, 2011, p. 343.

[8] Aïvanhov, O. M., I segreti del libro della natura, Prosveta, 2007, p. 187.

[9] Aïvanhov, O. M., Pensieri quotidiani 2015 (8 gennaio), Prosveta, 2014.

[10] Aïvanhov, O. M., I segreti del libro della natura, Prosveta, 2007, pp. 189-191.

[11] Aïvanhov, O. M., Pensieri quotidiani 2010 (27 giugno), Prosveta, 2009.

[12] Aïvanhov, O. M., I segreti del libro della natura, Prosveta, 2007, pp. 192-193.

[13] Aïvanhov, O. M., Alla scuola del Maestro Peter Deunov – Elementi autobiografici, Prosveta, 2014, p. 346.

[14] Aïvanhov, O. M., Alla scuola del Maestro Peter Deunov – Elementi autobiografici, Prosveta, 2014, p. 321.

[15] Aïvanhov, O. M., Pensieri quotidiani 2009 (26 dicembre), Prosveta, 2008.

[16] Aïvanhov, O. M., Il senso del silenzio, Prosveta, 2007; pp. 67-69.

[17] Si vedano, ad esempio, gli studi di Stefano Mancuso e il suo libro Intelligenza Verde.

[18] Aïvanhov, O. M., I segreti del libro della natura, Prosveta, 2007, p. 198.

[19] Aïvanhov, O. M., I frutti dell’Albero della Vita, Prosveta, 2006, p. 276.

[20] Vd. Alberi Sacri di F. Tassi, Stella Mattutina Edizioni, 2017.

[21] Aïvanhov, O. M., Pensieri quotidiani 2010 (30 marzo), Prosveta, 2009.

[22] Aïvanhov, O. M., Pensieri quotidiani 2018 (12 ottobre), Prosveta, 2017.

[23] Aïvanhov, O. M., Pensieri quotidiani 2013 (24 agosto), Prosveta, 2012.

[24] Aïvanhov, O. M., Alla scuola del Maestro Peter Deunov – Elementi autobiografici, Prosveta, 2014, pp. 359-360.

[25] Aïvanhov, O. M., La fede che sposta le montagne, Prosveta, 2001, pp. 189-192.

[26] Aïvanhov, O. M., Alla scuola del Maestro Peter Deunov – Elementi autobiografici, Prosveta, 2014, p. 358.

[27] Aïvanhov, O. M., I frutti dell’Albero della Vita, Prosveta, 2006, pp. 276-277.

[28] Aïvanhov, O. M., Pensieri quotidiani 2010 (25 luglio), Prosveta, 2009.

[29] Aïvanhov, O. M., Pensieri quotidiani 2017 (22 maggio), Prosveta, 2016.

[30] Aïvanhov, O. M., La fede che sposta le montagne, Prosveta, 2001, pp. 187-189.

[31] Aïvanhov, O. M., Linguaggio simbolico, linguaggio della Natura, Prosveta, 2009, pp. 188-189.

[32] Aïvanhov, O. M., Per diventare un libro vivente, elementi autobiografici 1, Prosveta, 2011, p. 343.

[33] Si vedano ad esempio i libri: Animali tra mito e simbolo e La natura e i suoi simboli.

[34] Aïvanhov, O. M., Per diventare un libro vivente, elementi autobiografici 1, Prosveta, 2011, pp. 343-345.

[35] Aïvanhov, O. M., Alla scuola del Maestro Peter Deunov – Elementi autobiografici, Prosveta, 2014; pp. 374-376.

 

LA CORRISPONDENZA TRA I PUNTI CARDINALI, LE STAGIONI E I QUATTRO ARCANGELI, NELL’INSEGNAMENTO DI OMRAAM MIKHAËL AÏVANHOV


Libri di Aivanhov

di Francesco Mossolin[1]

Tratto da Misli III – 2016

Adonai, Elohei Israel

mimini Michaèl

umismoli Gavrièl

milefanai Uriel

meachorai Refael

ve al roshì, Shekinat El

Mio Signore, Potenza d’Israele

alla mia destra Mikhaël

alla mia sinistra Gabriel

davanti a me Uriel

dietro di me Raphaël

e sulla mia testa, la Shekinà di Dio

 

Antica meditazione ebraica da recitare prima di addormentarsi, per proteggersi dalle entità negativ

Preambolo

All’alba di ogni nuovo giorno, se volgiamo lo sguardo verso Est, scorgiamo un bagliore, frotte di luci che lentamente avanzano verso di noi sottraendo la volta celeste all’oscurità. Se indugiamo più a lungo in questa direzione i nostri occhi si riempiranno di stupore nel contemplare lo spettacolo che da tempo immemorabile si ripete puntualmente ogni mattino: il sorgere del sole. Ogni giorno l’astro luminoso non manca mai questo importante appuntamento; ogni giorno, da Est, la luce torna a manifestarsi, e tutto rinasce al nuovo giorno.

Col passare delle ore poi il sole continua la sua solitaria marcia nell’immenso blu che lo circonda e quando, dopo una lunga ascesa raggiunge lo Zenit, è a Sud che dobbiamo volgerci per ammirare la sua luce splendente. È questo il momento del giorno in cui la luce raggiunge il culmine della sua intensità; in questo istante i raggi abbaglianti del sole infuocato sembrano arrivare ovunque… a mezzogiorno non c’è spazio per l’oscurità, tutto brilla, tutto risplende.

Superato lo Zenit, il sole riprende la parabola discendente che lo riporta verso un nuovo orizzonte, un’alba per altre terre, ma per noi, che già abbiamo goduto dell’intero giorno, un tramonto, ricco di colori: la quiete dopo le molte attività. È a Ovest che il nostro sguardo si volge per contemplare lo spettacolo del tramonto, quando il sole, dipingendo d’oro tutto il cielo, svanisce e sembra penetrare nella Terra, lasciando nuovamente spazio alle tenebre, all’oscurità.

E di notte? Il sole non lo vediamo e approfittiamo della sua assenza per il meritato riposo. Se però qualcuno, nelle silenziose ore notturne, ci chiedesse dov’è il sole, dovremmo volgerci verso Nord e col dito indicare questa direzione; infatti è questo il punto cardinale che il sole attraversa nel buio della notte.

I Punti cardinali e la croce

Cosa sono i Punti cardinali? Quali le loro caratteristiche? Cosa rappresentano simbolicamente per la Scienza iniziatica?[2]

Sappiamo bene che i Punti cardinali sono alla base del nostro sistema di orientamento. Fin dall’antichità i viaggiatori avevano necessità di punti di riferimento, punti cardine, fissi, che fossero stabili nel tempo e nello spazio, e che permettessero di orientarsi per trovare la rotta verso la meta desiderata. Un albero, una montagna, per quanto stabili e fissi, possono svolgere questa importante funzione solo per brevi tragitti; quando lo spostamento diventa un vero e proprio viaggio, è necessario qualcosa che si trovi “oltre”, ossia che rimanga stabile in ogni parte del nostro pianeta… e gli antichi cercarono questi punti molto lontano, portando lo sguardo oltre l’orizzonte, in alto, verso gli astri luminosi del giorno e della notte. Osservando e studiando i movimenti dei corpi celesti, determinarono la posizione dei quattro Punti fondamentali: il Nord indicato ogni notte dalla Stella Polare, nell’emisfero settentrionale; il Sud che nell’emisfero boreale è indicato dal sole in linea con lo Zenit e, nell’emisfero australe, dalla Croce del Sud, l’Est e l’Ovest indicati dal sole all’alba e al tramonto.

I viaggiatori di un tempo conoscevano bene i Punti cardinali … oggi invece, grazie alle bussole, ai navigatori satellitari e a molti altri strumenti sofisticati, non abbiamo più bisogno di tali conoscenze. Poche persone ormai, anche in una giornata di sole, sanno determinare rapidamente la posizione dei Punti cardinali, mentre un tempo a chiunque bastava uno sguardo fugace verso il sole, per sapere esattamente dove posizionare il Nord, il Sud, l’Est e l’Ovest.

Fu dunque la luce del sole e delle stelle a permettere agli antichi di orientarsi e di muoversi nei loro viaggi e spostamenti, con sicurezza e precisione. Allo stesso modo la conoscenza delle caratteristiche spirituali dei Punti cardinali, ci permette di utilizzare queste “forze” per la nostra evoluzione e per orientarci nel nostro percorso di crescita interiore. Ma cosa rappresentano da un punto di vista simbolico i Punti cardinali?

Noi siamo soliti definire lo spazio in base ai quattro Punti cardinali. Ora, cosa sono i quattro Punti cardinali se non una croce?[3]

Si tratta della croce cosmica con cui l’Eterno creò l’Universo:

Dopo che l’Eterno ebbe stabilito i quattro Punti cardinali, il Nord, il Sud, l’Est e l’Ovest… fece i quattro elementi: il Fuoco e l’Aria, l’Acqua e la Terra, per mezzo dei quali tutte le cose sono state create.[4]

Questa croce cosmica, che è all’origine della Creazione dell’Universo, ha una forma e un significato diverso dalla croce cattolica che, invece, si ricollega alla Croce del supplizio di Gesù poiché, come ci spiega il filosofo Omraam M. A.:

La croce è un simbolo che ha la sua origine nella natura stessa.[5]

In primo luogo, la croce è un simbolo dell’unione dei due principi, ed è perciò un simbolo universale che si ritrova nelle civiltà e nelle religioni più antiche.[6]

La linea verticale rappresenta il principio maschile e la linea orizzontale il principio femminile, quei due principi che sono all’origine di tutta la Creazione. Il principio maschile è associato al Fuoco che sale in verticale e il principio femminile all’Acqua che si espande in senso orizzontale.[7]

Anche l’essere umano è una croce: quando apre le braccia, diventa una croce nello spazio ed entra in relazione con i quattro Punti cardinali; e quando ha lavorato a lungo per purificarsi e santificarsi, è lui stesso, con le sue emanazioni, che può respingere tutto ciò che è negativo e tenebroso.[8]

Possiamo quindi dire che i Punti cardinali rappresentano, attraverso il simbolo della croce, lo Spazio entro il quale l’Universo è stato creato, e che questa croce rappresenta in particolare «quei due principi che sono all’origine di tutta la Creazione».[9]

I Punti cardinali, i 4 Elementi e i 4 Animali sacri

Per proseguire la nostra indagine riportiamo qui un estratto dell’introduzione dal titolo l’Uovo alchemico, dal volume l’Alchimia spirituale di Omraam M. A.. Questo breve brano è un vero e proprio compendio di conoscenze alchemiche:

Dopo che l’Eterno ebbe stabilito i quattro Punti cardinali, il Nord, il Sud, l’Est e l’Ovest, fece i quattro elementi: il Fuoco e l’Aria, l’Acqua e la Terra, per mezzo dei quali tutte le cose sono state create. Li distribuì come segue: il Fuoco, che è caldo e secco, prese posto al Nord, che è freddo e umido. L’Acqua, fredda e umida, fu posta al Sud che è caldo e secco.

L’Aria, calda e umida, fu posta a Est che è come lei, e servì da legame tra il Fuoco e l’Acqua. La Terra, fredda e secca, fu posta all’Ovest, che le assomiglia. Servì anch’essa da legame tra il Fuoco e l’Acqua ed equilibrò l’Aria dell’Est. […] Collocate ora i quattro animali simbolici: il Leone al Nord, l’Uomo a Sud, l’Aquila a Est e il Toro all’Ovest e comprenderete molte cose.[10]

In questo articolo non approfondiremo tutti gli aspetti alchemici e esoterici di questo testo, ma possiamo osservare che in questo brano, ad ogni Punto cardinale vengono attribuite determinate caratteristiche: l’Est caldo e umido, il Sud caldo e secco, l’Ovest freddo e secco e il Nord freddo e umido.

Anche i quattro elementi presentano le medesime caratteristiche: l’Aria caldo e umido, il Fuoco caldo e secco, la Terra freddo e secco e l’Acqua freddo e umido.

Il testo propone le corrispondenze necessarie per l’attivazione dei processi alchemici, ponendo l’Aria nell’Est, la Terra nell’Ovest, perché hanno uguali caratteristiche, il Fuoco a Nord e l’Acqua a Sud, invertendo evidentemente quello che sarebbe il loro naturale domicilio. Per attivare dei processi alchemici è tuttavia necessario mescolare elementi con caratteristiche tra loro opposte, il Fuoco nel Nord, domicilio dell’elemento Acqua, e l’Acqua nel Sud, domicilio dell’elemento Fuoco. Si tratta di corrispondenze valide per il punto di vista alchemico; non a caso lo stesso Omraam. M. A., in tutte le altre conferenze, porrà ogni elemento nel suo consueto domicilio, con il Fuoco a Sud e l’Acqua a Nord. La posizione dei quattro animali simbolici verrà invece chiarita da questo ulteriore testo dello stesso autore:

La croce trova il suo equivalente in molti altri simboli, quali per esempio, la sfinge degli Egizi, che aveva una testa d’Uomo, un corpo di Toro, gli artigli di Leone, le ali dell’Aquila. Questi quattro animali rappresentano la croce formata dai due assi Leone-Aquario e Scorpione-Toro. La tradizione riferisce che in tempi lontanissimi prima della caduta dell’uomo, l’Aquila occupava nello Zodiaco il posto dello Scorpione. La sfinge era quindi una rappresentazione dei quattro elementi, i quali sono pure menzionati nell’Apocalisse sotto la forma dei quattro animali sacri Hayot ha-Kodesh, o Serafini che stanno davanti al trono di Dio e che giorno e notte cantano incessantemente: Santo, Santo, Santo è il Signore Dio onnipotente. La sfinge è la croce e la croce è la radice della materia, i quattro elementi. I primi Padri della Chiesa che erano istruiti nella scienza egizia e non volevano che essa andasse perduta, hanno attribuito a ciascuno dei quattro evangelisti una delle figure componenti la sfinge: a San Matteo il Toro, a San Marco il Leone, a San Luca l’Uomo e a San Giovanni l’Aquila. La sfinge è collegata anche con i quattro Punti cardinali.[11]

Bisogna a questo punto fare chiarezza su alcuni aspetti, in particolare con riguardo alle corrispondenze astrologiche. Abbiamo visto qual è la collocazione corretta in base all’affinità delle caratteristiche (caldo/freddo secco/umido) dei quattro elementi, nei quattro Punti cardinali: Sud-Fuoco, Nord-Acqua, Est-Aria, Ovest-Terra. Anche per gli Animali sacri che si trovano a Sud e a Nord, bisognerà compiere un’inversione, affinché possano trovarsi in correlazione all’elemento corrispondente, avremo quindi il Leone nel Sud-Fuoco e l’Uomo nel Nord-Acqua.

Possiamo approfondire ulteriormente la relazione esistente tra i quattro Animali sacri e i quattro elementi, collegandoli anche all’antica formula degli iniziati egizi: “Sapere, Volere, Osare, Tacere”

I maghi, gli alchimisti, i cabalisti hanno fatto dei quattro elementi il loro principale argomento di studio e spesso li hanno rappresentati sotto forme simboliche, forme incomprensibili fino a quando non se ne scopre il collegamento con i quattro elementi. Il simbolo della croce e quello della Sfinge, come pure quello dello zodiaco, possono essere interpretati soltanto attraverso i quattro elementi. In realtà, però, i quattro elementi, così come li conosciamo sul piano materiale, sono solo l’aspetto più condensato dei quattro elementi divini, la cui radice si trova nella sefira Kether e ai quali la Kabbalah ha dato il nome di Hayot ha-Kodesch, vale a dire Animali sacri che, nella religione cristiana, corrispondono ai Serafini. Questi quattro Animali hanno la forma di un Leone, di un Toro, di un’Aquila e di un Uomo, essendo, fra gli altri, anche l’uomo un animale. Naturalmente ciò non vuol dire che i Serafini abbiano il muso di leone o di toro… È soltanto un modo di presentarli e di far sentire le relazioni sottili esistenti fra loro e vari stati della materia che rappresentano. I quattro Animali li ritroviamo nello zodiaco: sono i segni del Leone, del Toro, dell’Acquario (che è l’immagine dell’uomo) e dello Scorpione (che un’altra forma dell’Aquila). Perché dunque lo Scorpione invece dell’Aquila? Per significare che al momento della caduta dei primi uomini, L’Aquila che simboleggia la forza sessuale sublimata si è trasformata in Scorpione, simbolo della forza sessuale non dominata. L’immagine degli Animali sacri è molto diffusa nell’arte cristiana: la si trova disegnata o dipinta in manoscritti e in affreschi, oppure scolpita nella pietra all’ingresso delle chiese. Ma non è stata spiegata e poche persone suppongono quanto sia ricca di significati. Nella sua preghiera, Salomone cita i quattro Animali sacri quando dice: «Aralim, agite. Ophalim, girate e risplendete. Hayot ha-Kodesch, gridate, parlate, ruggite, muggite». Gli Aralim sono i Troni, i ventiquattro Vegliardi che agiscono sulla terra con i loro decreti. Gli Ophalim sono i Cherubini, le ruote di fuoco in perpetuo movimento. E infine, gli Hayot ha-Kodesch, sono i quattro Animali sacri, i Serafini; ed è a questi che Salomone chiede di gridare, parlare, ruggire, muggire. Quello che grida è l’Aquila, quello che parla è l’Uomo, quello che ruggisce è il Leone e quello che muggisce è il Bue. L’invocazione di Salomone ha un significato molto profondo. Infatti vuol dire, parlate perché io possa sapere, gridate perché io possa volere, ruggite perché io possa osare e muggite perché io possa tacere. L’audace è il Leone, il lavoro nel silenzio lo fa il Bue, la volontà di volare molto in alto è compito dell’Aquila, infine il sapere spetta all’uomo. Il precetto degli iniziati: “Sapere, Volere, Osare, Tacere” proviene quindi da molto lontano, viene dalla conoscenza delle virtù dei quattro Animali sacri.[12] 

Osservando lo schema appare evidente che da un punto di vista astrologico c’è una contraddizione, infatti l’Uomo, che rappresenta il segno dell’Acquario, è un segno d’Aria e nello schema si trova in connessione con l’elemento Acqua. Come spiegare questa apparente contraddizione? Il fatto è che, all’inizio dei tempi, simbolicamente, con la “caduta” del genere umano lo Scorpione (segno d’Acqua) ha preso il posto dell’Aquila (segno d’Aria). Questa caduta è stata rappresentata anche dall’involuzione dell’elemento, attraverso il passaggio dell’Aria in Acqua, ossia attraverso una condensazione, una materializzazione.

Ma là dove c’è un’involuzione ci dev’essere anche un’evoluzione a bilanciare l’equilibrio cosmico, così l’Acquario – che evidentemente dal nome e dal simbolo che rappresenta, comprendiamo essere originariamente collegato all’Acqua – si evoluto ed ha preso il posto dell’Aquila, divenendo un segno d’Aria. Prima però della caduta questo simbolo, l’Uomo, l’Acquario, era collegato all’elemento Acqua; solo con la “caduta” dell’Aquila si è evoluto in elemento d’Aria.

Queste corrispondenze ci spiegano il forte valore simbolico ed esoterico dei Punti cardinali, e la ragione per cui in molte culture e tradizioni erano tenuti in grande considerazione, soprattutto quando venivano praticati rituali di vario genere o per compiere atti di magia. Omraam M. A. ci spiega infatti che:

Quando un Iniziato deve cominciare un lavoro, si volge in sequenza verso ciascuna delle quattro direzioni dello spazio; così facendo, traccia una croce per indicare che il suo spirito si accinge ad entrare in attività.[13]

È poiché l’Iniziato comprende la croce vivente, che tutte le Entità luminose rispondono al suo appello e vengono a partecipare al suo lavoro. Questo rito di volgersi verso i quattro Punti cardinali si è perpetuato nella religione cattolica sotto forma del “segno della croce”.[14]

I Punti cardinali e le Stagioni

Come lo spazio, così anche il tempo ha quattro Punti cardinali che sono, nel corso dell’anno, i due Equinozi e i due Solstizi,[15] ciascuno dei quali segna l’inizio di una stagione. I quattro Punti cardinali sono come nodi di forze cosmiche e, in quei periodi, nuove energie fluiscono nell’universo. Ma il fatto che il rinnovamento di quelle forze si verifichi regolarmente ogni anno, non significa che avvenga automaticamente, meccanicamente. No, tutti quei cambiamenti sono prodotti dal lavoro di Entità che hanno il compito di occuparsi delle pietre, delle piante, degli animali e degli esseri umani.[16]

La tradizione iniziatica ha posto ciascuna stagione sotto l’influenza di un Arcangelo: Raphaël regna sulla Primavera, Uriel sull’Estate, Mikhaël sull’Autunno, e Gabriel sull’Inverno.[17]

Nel tempo e nello spazio i Punti cardinali sono dunque nodi di forze cosmiche, abitati da Entità che determinano sul nostro pianeta il cambiamento delle Stagioni nel corso dell’anno. Ma non solo: come detto, esse agiscono in modo diverso anche sull’uomo, ed è nostro compito comprenderne il senso spirituale, per armonizzarsi ad esse e per utilizzare al meglio queste correnti energetiche.

Vedremo quindi cosa succede nel corso dell’anno al nostro pianeta e come queste correnti agiscono sull’uomo quando egli è in sintonia con queste forze cosmiche. Ma prima di proseguire vediamo se tra tutte le corrispondenze scoperte finora c’è coerenza e armonia.

Punto CardinaleNordSudEstOvest
CaratteristicheFreddo – umidoCaldo – seccoCaldo – umidoFreddo – secco
ElementoAcquaFuocoAriaTerra
EvangelistaSan GiovanniSan MarcoSan LucaSan Matteo
Animale SacroUomoLeoneAquilaToro
ArcangeloUrielRaphaëlMikhaëlGabriel
StagioneEstatePrimaveraAutunnoInverno

Apparirà al lettore alquanto strano che l’Estate sia posta a Nord, associata con l’elemento Acqua, così come forse ci si chiederà il senso delle altre tre corrispondenze (Primavera/Sud/Fuoco; Autunno/Est/Aria; Inverno/Ovest/Terra).

Per comprendere queste apparenti incongruenze dobbiamo ricorrere nuovamente all’Astrologia, in particolare ponendo attenzione all’elemento corrispondente al segno astrologico con cui inizia ogni stagione. Vedremo quindi che la Primavera inizia quando il sole entra in Ariete, un segno di Fuoco; che l’Estate inizia quando il sole entra nel segno del Cancro, un segno d’Acqua; che l’Autunno inizia quando il sole entra in Bilancia, un segno d’Aria e che l’Inverno inizia quando il sole entra nel Capricorno, un segno di Terra.

Indagando ulteriormente tra le corrispondenze legate alle caratteristiche dei 4 elementi, possiamo chiederci che cos’hanno in comune Primavera e Autunno dominate dai due elementi maschili, l’Aria e il Fuoco, e l’Inverno e l’Estate, governate dai due elementi femminili, l’Acqua e la Terra.

Sappiamo che il principio maschile è attivo, emissivo, esso rappresenta la forza creatrice, mentre il principio femminile è passivo, ricettivo e rappresenta le forze formatrici. Dobbiamo quindi comprendere in che modo agiscono queste energie nella natura, nel corso delle 4 Stagioni. Vediamo ad esempio cosa succede in particolare nelle Stagioni dominate da elementi maschili (Fuoco e Aria): a Est l’Arcangelo Mikhaël domina l’Autunno, le foglie cadono, i frutti maturi si aprono per permettere ai semi di disperdersi, c’è dunque un movimento che dal centro va verso l’esterno, si ha la dispersione del seme che in Primavera germoglierà e darà vita a una nuova pianta. L’aria, proprio come l’elemento maschile, non assorbe ma diffonde, è attiva, dinamica, trasporta il seme lontano … Così allo stesso modo l’elemento maschile non assorbe ma disperde, diffonde il proprio seme per fecondare l’elemento femminile.

Anche a Sud, Raphaël domina una stagione di grande espansione: dopo la lunga pausa invernale, le piante tornano a germogliare, i semi si schiudono, di nuovo il movimento è dal centro verso la periferia. Come il fuoco che sale verso l’alto e si espande se trova materiale infiammabile, così in Primavera, la vita, là dove la terra è fertile, si manifesta ed esplode in tutta la sua bellezza e vitalità. In Primavera le piante producono il polline necessario alla fecondazione dei fiori, ed ecco così nuovamente l’elemento maschile in azione: in Autunno con la dispersione dei semi, in Primavera con la dispersione del polline.

Osservando invece cosa succede nella natura durante l’Inverno, ad Ovest, comprendiamo facilmente che in questa stagione il movimento energetico è direzionato verso il centro, va dalla periferia al centro. Tutto rallenta tutto si ferma, tutto sembra morire, mentre in realtà la vita, la nuova vita, si sta condensando nel centro; in questa fase di oscurità la Vita si condensa nel cuore di ogni cosa, per poter poi rinascere in Primavera. Ed è proprio nella terra, nell’elemento Terra che i semi si nascondono e operano questo processo alchemico … la morte apparente dell’Inverno nasconde la preparazione per una nuova nascita. Come il principio femminile accoglie il seme e lo elabora in sé per mettere al mondo il figlio, allo stesso modo, grazie all’energia dell’inverno, Madre Terra accoglie i semi e li custodisce fino al giorno in cui, caricati di nuove energie, potranno germogliare.

Osservando poi l’Estate, a Nord, apparentemente non scorgiamo, come per l’Inverno un movimento di condensazione che dalla periferia va verso il centro, ma al contrario, l’Estate ci sembra il momento dello svago e del divertimento… eppure, mentre questo è vero per noi esseri umani, se osserviamo con occhio distaccato i fenomeni della Natura, scopriremo che l’Estate è il periodo dell’anno in cui la Luce del sole riesce a penetrare più in profondità la materia, accolta da una terra particolarmente ricettiva. È questa luce che permette ai frutti della terra di maturare. La Natura fa penetrare in sé la luce e il calore dei giorni d’Estate per trasmutare la materia, per purificarla, nobilitarla, proprio come quando l’acqua riscaldata dai raggi del sole evapora, purificandosi e trasmutandosi dalla forma liquida alla forma gassosa.

Come una Madre, la Natura accoglie, nel suo grembo, in sé i potenti raggi del sole estivo per sublimare la materia grezza, purificarla e renderla luminosa, splendente: non a caso, secondo la tradizione esoterica, sono proprio le schiere angeliche di Uriel, quelle che dominano l’Estate, a creare, nelle profondità della terra, le pietre preziose.

Questo è dunque il motivo per cui l’Estate è posta a Nord, perché è in questa stagione che la luce riesce a penetrare l’oscurità, per trasformarla, trasmutarla, sublimarla.

I Punti cardinali e le Feste cardinali

Ecco quindi l’importanza di conoscere il valore energetico dei Punti cardinali, infatti:

Percorrendo la fascia zodiacale, il sole attraversa ogni anno i quattro Punti cardinali chiamati Equinozi e Solstizi. Gli Equinozi corrispondono ai due giorni dell’anno solare in cui, mentre il sole incrocia l’equatore, il dì e la notte hanno eguale durata: il 21 marzo e il 21 settembre. I Solstizi corrispondono ai due giorni in cui il sole raggiunge la massima lontananza angolare del piano equatoriale: il 21 dicembre, Solstizio d’Inverno, il giorno più corto, il 21 giugno, Solstizio d’Estate, il giorno più lungo.

Questi quattro punti, Solstizi ed Equinozi, coincidono con le quattro feste dette cardinali: Natale, Pasqua, San Giovanni e San Michele; feste istituite dagli Iniziati per ricordare agli uomini che in quelle date il sole immette nell’universo delle forze particolarmente potenti, forze che gli uomini, se coscienti, hanno la possibilità di utilizzare per la loro evoluzione. L’invio di tali forze è organizzato e regolato da grandi Spiriti che hanno ai loro ordini molti altri spiriti, incaricati di distribuire le energie sulla superficie del pianeta. Una moltitudine di Spiriti si dedicano a questa attività.[18]

Le feste popolari in occasione dell’inizio di ogni stagione erano già presenti negli antichi culti, così come nella tradizione contadina. Il Cristianesimo ha fatto propria questa tradizione, ponendo in corrispondenza di ogni Solstizio ed Equinozio un avvenimento importante: in Primavera si celebra la Pasqua, in Estate si festeggia la notte di S. Giovanni, in Autunno c’è la festa di S. Mikhaël e in Inverno si celebra il Natale. Come vedremo più avanti, ognuna di queste feste, nel suo profondo significato spirituale, è in perfetta armonia con ciò che accade nella Natura.

Le quattro Stagioni, guidate dai quattro Arcangeli, sono dunque in relazione con i quattro Punti cardinali, e quindi esiste una precisa corrispondenza tra le caratteristiche dei Punti cardinali e ciò che accade nella Natura durante le quattro Stagioni. Conoscere le caratteristiche energetiche dei quattro Punti cardinali ci rende coscienti di quale lavoro possiamo compiere su di noi, sintonizzandoci ed entrando in contatto con le energie e le Entità che guidano e governano le quattro Stagioni e i quattro elementi.

Possiamo ora rappresentare in un semplice schema le corrispondenze finora trovate e analizzare in modo più approfondito la loro posizione.

Osservando questa immagine possiamo notare che i 4 elementi (in verde) sono posizionati secondo il loro livello di condensazione, di materializzazione, formando un anello che ruota in senso orario, partendo da Ovest con la Terra, si passa all’Acqua nel Nord, poi all’Aria nell’Est e infine l’elemento più eterico, più sottile e spirituale, a Sud, il Fuoco.

Troveremo anche che in questa corrispondenza Acqua e Fuoco sono opposti e, non a caso: rappresentano infatti, a livello spirituale, il principio maschile il Fuoco – lo spirito che sta in alto – e il principio femminile l’Acqua – la materia, che sta in basso.[19] Tutto ciò che si può realizzare dalle diverse combinazioni di questi due elementi riproduce simbolicamente la scienza che cela in sé i misteri dei due principi.[20]

L’Emisfero australe

Per correttezza di indagine – visto che quando nell’Emisfero boreale è Estate, a Sud abbiamo l’Inverno, e viceversa – ci dobbiamo ora chiedere se tutte queste corrispondenze abbiano la medesima valenza per l’Emisfero australe.

Troviamo una risposta a tale quesito nel momento in cui riconosciamo che il nostro pianeta va considerato come un’unica entità, in cui tutto è collegato.  In particolare possiamo osservare come ciò che succede nell’Emisfero boreale influenza e determina le caratteristiche spirituali ed energetiche anche dell’Emisfero australe, per le seguenti ragioni:

Anzitutto dobbiamo ricordare che il 70% delle terre emerse si trova nell’Emisfero Nord, motivo per cui l’estate boreale, ad esempio, è molto più estesa e forte dell’inverno che si manifesta nello stesso momento nell’Emisfero sud; quel 70% di terre emerse rappresenta la grande maggioranza e per tale motivo determinerà con maggiore forza il tipo di “energia” presente in quel momento sulla Terra.

Un altro elemento importante viene dal fatto che, se consideriamo la Terra come un organismo vivente, allora possiamo sostenere che la sua “testa” è il Polo Nord[21], e ciò che succederà in questa zona (Emisfero boreale) influenzerà maggiormente l’intero pianeta. A sostegno di tale affermazione riportiamo un brano di Omraam M. A. in cui afferma che:

Il Polo Nord è una regione dalla quale ci giungono tutte le forze celesti che sono distribuite sulla Terra; tale regione è abitata dagli Esseri più elevati, Esseri purissimi e immortali. Le aurore boreali sono manifestazioni accidentali dell’aura degli Esseri che abitano il Polo Nord. Dal punto di vista spirituale, il Polo Nord è il centro più elevato che esista sul nostro globo.[22]

Aspetti e caratteristiche spirituali dei Punti cardinali e delle Stagioni

L’analisi e lo studio dei quattro Punti cardinali, delle loro caratteristiche e corrispondenze, in particolare con le Stagioni e l’Arcangelo che le presiede, non deve rimanere però una semplice speculazione filosofica, o un mero piacere intellettuale: questo sapere ci deve permettere di conoscere quali caratteristiche energetiche e spirituali possiede ogni stagione per compiere un lavoro interiore nel corso dei 12 mesi. Infatti:

L’agricoltore sa in quale epoca deve arare, seminare, potare, raccogliere… Ma è anche compito di ognuno di noi imparare a lavorare secondo le Stagioni. Salomone dice nell’Ecclesiaste: «C’è un tempo per tutto, un tempo per nascere e un tempo per morire, un tempo per piantare e un tempo per estirpare ciò che è stato piantato, un tempo per abbracciare e un tempo per abbandonare gli abbracci, un tempo per abbattere e un tempo per costruire». Queste parole non riguardano unicamente il piano fisico, le attività fisiche, bisogna interpretarle anche da un punto di vista magico, cabalistico. La Cabala spiega come determinare il tempo per ogni cosa, ed è tutta una scienza. In funzione delle Stagioni, nel corso dell’anno c’è un lavoro interiore da svolgere con i quattro elementi, con i quattro Punti cardinali, con i quattro Arcangeli, così come con le pietre preziose, le piante e le entità corrispondenti.[23]

In questa prospettiva vediamo dunque quali sono le caratteristiche energetiche e spirituali di ognuno dei quattro Punti cardinali, e conseguentemente delle Stagioni, per precisare quale sia il lavoro interiore che possiamo compiere in ogni periodo dell’anno:

Est

Da questo Punto cardinale viene la luce del nuovo giorno; l’Arcangelo Mikhaël, il capo delle Milizie Celesti, scaccia le tenebre, separa il giorno dalla notte, la luce dall’oscurità, mentre i bagliori del sole che sorge portano nuovi semi di luce che si diffondono su tutta la superficie terrestre grazie all’immenso lavoro degli Spiriti di Natura e dei Deva.

L’Autunno è posto sotto l’influsso di Mikhaël, l’Arcangelo del sole nella Sefirah Tiphéreth. Il suo nome significa: Chi è come Dio?! Infatti, una tradizione riporta che quando, nel suo orgoglio, Lucifero si dichiarò uguale a Dio, Mikhaël, ergendosi davanti a Lucifero, esclamò: «Chi è come Dio?!». E da quel momento questo fu il suo nome.[24]

La separazione e la selezione sono processi cosmici che avvengono in Autunno, la stagione governata proprio dall’Arcangelo Mikhaël, quando si raccolgono i semi buoni separandoli da quelli cattivi, quando il vento (l’elemento Aria) diffonde i semi per  ogni dove. In questa stagione, il 29 settembre, si festeggia S. Michele Arcangelo, che nell’iconografia viene sempre raffigurato con una spada e una bilancia, intento a pesare le buone e le cattive azioni degli uomini, e a separare le anime buone da quelle cattive. L’Arcangelo Mikhaël ci insegna dunque il discernimento, la capacità di selezionare e di separare il puro dall’impuro.

Sta scritto nella Tavola di Smeraldo: «Separerai il sottile dal denso con grande abilità». Ma dove sono questo sottile e questo denso che bisogna separare? Sono soltanto nel crogiolo dell’alchimista, oppure sono nella nostra vita interiore, nei nostri pensieri, nei nostri sentimenti?… Dei quattro Arcangeli, l’Arcangelo Michele è colui che separa le cose. Lo si festeggia alla fine di settembre, perché Egli regna sull’Autunno, periodo delle separazioni, quando i frutti si staccano dall’albero e la scorza dal frutto. La separazione, che è un processo molto importante nell’alchimia, si ritrova anche in tutti i campi della vita e, a seconda dei casi, si chiama pulizia, selezione, decantazione, purificazione, ma anche liberazione.[25]

Rivolti verso questo Punto cardinale, al momento del sorgere del sole, che molte tradizioni religiose e spirituali, e molti Maestri, consigliano di praticare la propria meditazione quotidiana, poiché da Est, ogni giorno, rinasce e risorge la Luce, ed è questa rinascita che deve compiersi ogni mattino anche dentro di noi. La luce del sole che sorge purifica, rigenera, ricarica, armonizza e permette di avvicinarsi sempre più al Mondo divino.

Cosa c’è di più bello e di più essenziale della nascita del giorno? Direte che la vostra presenza non cambierà nulla: il sole sorgerà che voi ci siate o meno. Certo, il sole non ha bisogno di voi per apparire all’orizzonte, ma siete voi che avete bisogno di lui, perché esiste una relazione tra gli avvenimenti della natura e quelli della vostra vita interiore. Quando saprete come guardare il sole sorgere, nell’istante in cui si sprigiona il primo raggio, sentirete tutte le forze pure e luminose entrare in azione e capirete quanto è importante lavorare con esse affinché il giorno si risvegli anche nella vostra coscienza.[26]

Questo invito alla selezione e al discernimento, alla separazione del sottile dallo spesso, oltre che all’alba, è un’opera che possiamo compiere con maggior profitto nei mesi autunnali, sotto la guida dell’Arcangelo Mikhaël. In questa stagione possiamo infatti fare un’analisi della nostra esistenza portando alla luce tutti gli aspetti del nostro essere, per selezionare quelli buoni da quelli nocivi. Gli aspetti buoni, proprio come dei semi, li conserveremo per piantarli nel giardino della nostra Anima, affinché un nuovo ciclo abbia inizio.

Ecco quindi cosa dobbiamo imparare dall’Arcangelo Michele: la selezione, cioè il discernimento, l’apprendere a separare il puro dall’impuro, l’utile dall’inutile, il nocivo dal salutare, la cosa morta da quella viva. La causa di tutte le sventure è proprio la mancanza della capacità di discernimento.

Le forze presiedute dall’Arcangelo Michele sono forze di equilibrio, di giustizia, quindi di discernimento tra il buono il cattivo, per poter liberare ciò che è bene e trasformare ciò che è male. Ma il bene e il male sono così strettamente uniti che non li si può separare prematuramente senza provocare lacerazioni. L’arte di separare i contrari è la cosa più difficile che ci sia; ed è in natura che, da sempre, gli Iniziati si sono istruiti in quest’arte. Non è facile separare la noce del suo mallo, ma la natura sa come farlo: essa lascia maturare il frutto, il mallo si apre da solo e la noce si libera. Lo stesso dicasi per il bambino nel ventre di sua madre: esso è strettamente collegato alla madre non lo si può strappare prematuramente, altrimenti sarebbe la morte per entrambi. Se invece si aspetta, il frutto giunge a maturazione e, quel punto, si può recidere il legame che univa madre e bambino. Questa separazione rappresenta il simbolo della maturità.[27]

Sud

L’Arcangelo Raphaël domina questo Punto cardinale e porta in sé il Fuoco della guarigione, quella guarigione che otteniamo quando le energie vitali fluiscono liberamente in tutto il nostro corpo, quelle stesse energie che attraversando Madre natura si manifestano nei mille e mille fiori, e nella moltitudine di piante che in Primavera sembrano rinascere a nuova vita.

Le energie spirituali che fluiscono quando il sole è a mezzogiorno sono forti e potenti, come quelle primaverili, ed esse purificano, guariscono e armonizzano. Nonostante ciò, in piena Estate, quando il sole a mezzogiorno diviene fuoco, il suo effetto di purificazione è troppo forte, motivo per cui non è consigliabile esporsi alla sua luce nelle ore centrali di questa stagione.

Le energie che dominano il Sud, proprio come avviene in Primavera, sono quelle della gioia, della rinascita. In Primavera la Natura è nel massimo del suo splendore, così come il sole a Sud è nel massimo della sua manifestazione. Non a caso in questo momento dell’anno si festeggia la Pasqua, la risurrezione di Gesù, la rinascita.

L’Equinozio di Primavera, il 21 marzo, è sotto l’influsso dell’Arcangelo Raffaele. È Raffaele che dà alle Entità a lui sottoposte l’ordine di lavorare sulla vegetazione e di inviare ovunque forze di crescita e di rigenerazione.

L’Arcangelo Raphaël vive nella sfera di Mercurio. Il suo nome significa: Dio guaritore. Questo Arcangelo e gli Angeli che sono ai suoi ordini hanno l’incarico di lavorare sulla forza divina in modo da renderla curativa. Gli altri Arcangeli preposti alle altre Stagioni danno alla forza divina un’altra lunghezza d’onda e trasmettono a questa forza altre virtù. Gli antichi che volevano conoscere la scienza di Raphaël sceglievano determinati giorni e formule per collegarsi a Lui; ed è così che sono state fatte loro delle rivelazioni riguardanti le caratteristiche delle piante. Il dio greco della medicina, Esculapio, era collegato a Mercurio, e non è quindi a caso che il caduceo di Mercurio sia rimasto da millenni il simbolo della medicina. Ecco perché, all’avvicinarsi della Primavera, dovete pensare a collegarvi con l’Arcangelo Raphaël per chiedergli di rivelarvi i segreti delle piante, dei semi e dei fiori, allo scopo di beneficiare dei buoni influssi che essi contengono e diffondono attorno a sé. In Primavera la natura rinasce, ricordando all’uomo che anch’egli deve resuscitare, non fisicamente – il che non sarebbe proprio possibile – ma spiritualmente. Come la linfa sale nella vegetazione per rigenerarla, così l’uomo deve lavorare affinché la linfa spirituale penetri in lui per vivificare sui corpi sottili. La grande festa cristiana della Primavera è la festa della Pasqua che commemora la resurrezione del Cristo: si congiungono così la vita della natura con quella dell’anima.[28]

La rinascita, il rinnovamento, la resurrezione, sono quindi i processi interiori che la Primavera ci spinge a compiere dentro di noi, con il nostro corpo fisico e tutti i nostri corpi sottili.

Ovest

È Gabriel, l’Arcangelo dell’Annunciazione, a presiedere l’Ovest, e se volti verso questo punto cardinale osserviamo attentamente un tramonto, scopriremo che questa manifestazione della natura nel suo aspetto spirituale rappresenta la discesa del Principio cristico nella materia. Ed è proprio ciò che avviene durante l’Inverno: esteriormente la natura si spoglia di ogni sua bellezza; la luce e lo splendore che manifestava in Primavera sembrano essere svanite, mentre in realtà è in atto una concentrazione e condensazione delle forze vitali, nelle radici e nei semi nascosti sotto terra. Nell’oscurità la Natura si ricarica di nuove forze, di nuove energie che daranno l’impulso per una nuova nascita, una futura Primavera, simbolicamente rappresentata dalla nascita del Cristo. In questa stagione infatti si festeggia proprio una nascita, la venuta al mondo del bambino Gesù. Ma questa nascita è stata possibile solo grazie alla discesa nella materia del Principio cristico, della Luce.

Così, contemplando il tramonto, si percepisce che il sole non sta svanendo ma sta penetrando Madre Terra per fecondarla, per far sì che il Principio cristico possa rinascere in Lei.

L’Inverno ha inizio nel momento in cui il sole entra nella costellazione del Capricorno. Simbolicamente, il Capricorno è legato alle vette, ai picchi rocciosi, ma anche alle caverne profonde, alle grotte che si aprono nelle viscere della Terra. È nelle proprie viscere che la donna porta e forma il bambino, ed è ancora nelle viscere, nel centro Hara, che il Cristo-Bambino si forma in noi. Durante il resto dell’anno, la natura è in grande attività, ma all’avvicinarsi dell’Inverno molti lavori si fermano, i giorni si accorciano, le notti si allungano, ed è il momento della meditazione, del raccoglimento. È questo acquietarsi di tutta la natura che ci permette di penetrare nelle profondità del nostro essere e di trovare le condizioni per la nascita del Fanciullo divino.[29]

L’inverno è dunque un buon momento per ritornare in se stessi, per condensare e cristallizzare il lavoro interiore svolto nel corso dell’anno; è anche un buon momento per iniziare nuovi progetti e cominciare nuove attività.

Nord

Rivolti verso questo punto cardinale, non vedremo mai la luce del sole manifestarsi. È dunque l’oscurità ad abitare questo punto cardinale? Non ci sono forze di Luce che abitano il Nord? Naturalmente invece ci sono, e sono guidate e sostenute dall’Arcangelo Uriel: sono forze potenti, tanto da riuscire a penetrare la materia, purificarla e sublimarla. Proprio come avviene d’Estate quando la luce infuocata del sole è così forte che penetra tutta la natura e porta a maturazione i frutti acerbi e costringe gli uomini a spogliarsi dei molti vestiti che proteggevano i loro corpi nei mesi invernali.

Queste forze luminose agiscono molto in profondità, là dove sono le tenebre. Per questo talvolta sono state attribuite a Uriel caratteristiche infernali o legate al piano sessuale, mentre in realtà esistono diversi tipi di fuoco sotterraneo: c’è quello infernale, quello sessuale, ma il Fuoco di Uriel è un Fuoco spirituale, proviene dai raggi del sole che hanno penetrato la Terra, è un Fuoco capace di purificare la materia, di sublimarla creando, per esempio, le pietre preziose, i metalli nobili.

La letteratura tradizionale di tutti i paesi contempla un gran numero di racconti e narrazioni mitiche in cui si vedono darsi battaglia le forze della Luce e quelle delle tenebre … Ebbene, verso il 21 giugno, al Solstizio d’Estate, entriamo nel periodo in cui la luce è vittoriosa. Qualche giorno dopo, il 24 giugno, si celebra la festa di San Giovanni, in occasione della quale si usa accendere fuochi tutta la notte. Il Solstizio d’Estate è sotto il dominio dell’Arcangelo Uriel. La Chiesa ha trascurato questo Arcangelo. Dal momento che menziona Gabriel, Raphaël e Mikhaël che presiedono alle tre feste cardinali del Solstizio d’Inverno e degli Equinozi di Primavera e Autunno, ci si chiede perché ha fatto passare sotto silenzio Uriel. Uriel è l’Angelo della Luce: il suo nome significa: Dio è la mia Luce. La festa di San Giovanni si celebra nel momento in cui il sole entra nel segno del Cancro – segno dominato da Venere – e ciò non è dovuto al caso, poiché quella di San Giovanni e la festa del Fuoco, del calore che fa maturare i frutti e tutte le cose. Durante l’Estate tutta la natura è infuocata. Ma questo Fuoco e anche quello dell’amore fisico, sensuale, ed è cosa nota che in certi paesi la notte di San Giovanni dà via libera a eccessi sessuali di ogni genere. Questo è senza dubbio il motivo per cui la Chiesa ha preferito non celebrare l’Arcangelo Uriel e la festa dell’Estate.

Se l’uomo è cosciente e attento durante questo periodo del Solstizio d’Estate in cui la Luce e al massimo della sua potenza e le tenebre indietreggiano, vi sono offerte grandi possibilità di sferrare attacchi contro le tenebre interiori, con la speranza di vincerle. Quando le notti si allungano nuovamente, la luce si indebolisce e si fanno più forti le influenze che riducono e rallentano la circolazione di tutte le correnti vitale. Non è più tempo di intraprendere simili lavori. Non vi sono più le stesse condizioni interiori ed esteriori per affrontare le forze ostili. Nel periodo del trionfo della luce, invece, se alcuni vogliono veramente fare un lavoro importante per il mondo intero, lo possono fare: se sono già riusciti a risolvere i loro problemi personali, hanno il diritto e persino il dovere di andare oltre.[30]

L’Estate, con le energie dell’Arcangelo Uriel, ci permette di compiere un lavoro di approfondimento e di maturazione, ci permette di purificare e sublimare consapevolmente le energie della natura inferiore, delle personalità.

Conclusioni

L’argomento trattato in questo articolo meriterebbe di essere ulteriormente approfondito, ma ci auguriamo di aver dato elementi sufficientemente chiari per una prima comprensione del valore energetico e spirituale dei Punti cardinali e delle Stagioni.

Possiamo infine concludere che le caratteristiche delle Stagioni e dei Punti cardinali sono determinate, anche esotericamente, dalla Luce del sole: nell’analisi delle qualità energetiche di ogni Punto cardinale abbiamo anzitutto ricercato le possibili corrispondenze con i quattro Elementi, con gli Arcangeli, con gli Animali sacri, ma soprattutto con le quattro Stagioni. E cos’è infatti che determina il passaggio da una stagione all’altra?

La qualità della Luce del sole che giunge sulla Terra. È la Luce del sole che determina le caratteristiche e le peculiarità di ogni stagione e per analogia anche quelle dei Punti cardinali. Il sole che, come sostiene Omraam M. A., è la migliore manifestazione del Principio divino sulla Terra, è anche l’origine, la Sorgente di tutti i mutamenti stagionali.

L’immagine della perfezione è il sole; e se lo prenderete come modello, nel desiderio di illuminare, riscaldare e vivificare tutte le creature come fa lui, vi trasformerete in profondità. La vostra luce, il vostro calore e la vostra vita non eguaglieranno mai quelli del sole, è evidente, ma il solo desiderio di acquisirli vi proietterà nelle regioni celesti dove compirete prodigi. Sarà il desiderio di donare la luce, il calore e la vita del sole a rendervi più luminosi, più calorosi e più vivi.[31]

Attraverso i suoi raggi luminosi, le Entità angeliche giungono sulla Terra per compiere un lavoro straordinario su tutta la Natura e su tutti gli esseri viventi.

Così, rivolgendosi ogni mattina ad Est, verso il sole nascente, meditando e contemplando la sua Luce, possiamo entrare in contatto e in armonia con quelle correnti cosmiche che dirigono e governano l’evoluzione nostra e quella del nostro pianeta. Meditare sul sole nascente significa collegarsi alla Sorgente da cui tutto ha origine.

Note

La foto ritrae la volta della chiesa di Torcello (Venezia)

[1] Francesco Mossolin è segretario e cofondatore della Fondazione Omraam Onlus, e direttore responsabile della Casa editrice Stella Mattutina Edizioni. Da diversi anni svolge studi e ricerche sull’Insegnamento di Omraam Mikhaël Aïvanhov.

[2] Per rispondere a queste domande trarremo indicazione principalmente dall’Insegnamento del filosofo e pedagogo Omraam Mikhaël Aïvanhov, che nelle sue numerose conferenze ha più volte affrontato l’argomento portando luce e chiarezza sul significato spirituale dei Punti cardinali e delle Stagioni.

[3] Aïvanhov, O. M., Cercate il Regno di Dio e la sua Giustizia, Prosveta, p. 425, 2005.

[4] Aïvanhov, O. M., L’Alchimia spirituale, Prosveta, pp. 9-10, 2010.

[5] Aïvanhov, O. M., Pensieri quotidiani 2007, (13 dicembre), Prosveta, 2006.

[6] Aïvanhov, O. M., Cercate il Regno di Dio e la sua Giustizia, Prosveta, p. 425, 2005.

[7] Aïvanhov, O. M., Pensieri quotidiani 2007, (13 dicembre), Prosveta, 2006.

[8] Aïvanhov, O. M., Pensieri quotidiani 2013, (26 gennaio), Prosveta, 2012.

[9] Aïvanhov, O. M., Pensieri quotidiani 2007, (13 dicembre), Prosveta, 2006.

[10] Aïvanhov, O. M., L’Alchimia spirituale, Prosveta, pp. 9-10, 2010.

L[11] Aïvanhov, O. M., Il linguaggio delle figure geometriche, Prosveta, pp. 130-131, 2008.

[12] Aïvanhov, O. M., I frutti delll’Albero della Vita, Prosveta, pp. 86-87, 2006.

[13] È interessante notare che questa corrispondenza tra Punti cardinali e Arcangeli è la medesima che ritroviamo nella preghiera di protezione ebraica riportata all’inizio dell’articolo. Infatti se posizioniamo davanti a noi Uriel, alla destra Mikhaël, a sinistra Gabriel, e dietro di noi Raphaël, e supponiamo di essere rivolti a Nord, vedremo che la disposizione è esattamente la medesima: davanti a noi il Nord con Uriel, a destra l’Est con Mikhaël, a sinistra l’Ovest con Gabriel, dietro il Sud con Raphaël.

[14] Aïvanhov, O. M., Cercate il Regno di Dio e la sua Giustizia, Prosveta, p. 425, 2005.

[15] Aïvanhov, O. M., Pensieri quotidiani 2008, (25 dicembre), Prosveta, 2007.

[16] Aïvanhov, O. M., Pensieri quotidiani 2016, (21 marzo), Prosveta, 2015.

[17] Aïvanhov, O. M., Pensieri quotidiani 2010, (21 dicembre), Prosveta, 2009.

[18] Aïvanhov, O. M., I frutti dell’albero della vita, Prosveta, pp. 231-232, 1995.

[19] Nella tradizione esoterica i due principi sono anche rappresentati con due triangoli speculari, uno con la punta rivolta verso l’alto e uno con la punta rivolta verso il basso.

[20] Potremmo ora chiederci se esistono altre corrispondenza e, analogie e, partendo dai 4 Arcangeli, troveremo che ognuno di essi è collegato ad una Sephira nell’Albero della Vita, e che ogni Sephira è collegata ad un pianeta: Uriel si trova in Malkout il cui pianeta è la Terra, Gabriel in Iesod il cui pianeta è la Luna, Raphaël in Hod il cui pianeta è Mercurio e Mikhaël in Tiphéret il cui pianeta è il sole. Questi quattro pianeti sono nuovamente collegati a un elemento, la Terra all’elemento Terra, la Luna all’Acqua, Mercurio all’Aria, il sole al Fuoco. Lasciamo al lettore il piacere di sviluppare ulteriori approfondimenti su queste corrispondenze.

[21] Un po’ come dire che al Polo Nord c’è il chakra della Corona e, anche da un punto di vista scientifico, «rispetto al Campo geomagnetico della terra, le linee di forza del campo magnetico terrestre entrano nell’emisfero nord (emisfero boreale) ed escono dall’emisfero sud (emisfero australe)». (cfr.: https://it.wikipedia.org/wiki/Campo_geomagnetico).

[22] Aïvanhov, O. M., L’Alchimia spirituale, Prosveta, p. 184, 2010.

[23] Aïvanhov, O. M., Pensieri quotidiani 2009, (22 settembre), Prosveta, 2008.

[24] Aïvanhov, O. M., Pensieri quotidiani 2014, (22 settembre), Prosveta, 2013.

[25] Aïvanhov, O. M., La libertà, vittoria dello Spirito, Prosveta, p. 67, 1996.

[26] Aïvanhov, O. M., Pensieri quotidiani 2015, (26 giugno), Prosveta, 2014.

[27] Aïvanhov, O. M., I frutti dell’Albero della Vita, Prosveta, pp. 236 -237, 1995.

[28] Aïvanhov, O. M., I frutti dell’Albero della Vita, Prosveta, pp. 232-233, 1995.

[29] Aïvanhov, O. M., Pensieri quotidiani 2007, (21 dicembre), Prosveta, 2006.

[30] Aïvanhov, O. M., Dall’uomo a Dio, Prosveta, p. 130, 2004.

[31] Aïvanhov, O. M., Pensieri quotidiani 2015, (6 giugno), Prosveta, 2014.