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LA MEDITAZIONE NELL’INSEGNAMENTO DI OMRAAM MIKHAEL AIVANHOV parte 1/3

meditazione
La Meditazione nell’Insegnamento di Omraam Mikhaël Aïvanhov 1/3
Centro Studi Internazionale Omraam Mikhaël Aïvanhov

Tratto da Misli III – 2016

Introduzione

Con il termine Meditazione si intendono tutte quelle tecniche e filosofie di vita, che da millenni vengono praticate nei movimenti religiosi e spirituali di diverse culture e tradizioni. La meditazione vera e propria però, come vedremo, è una pratica specifica con determinate caratteristiche, ragion per cui in questo articolo parleremo perlopiù di Pratiche meditative e Tecniche meditative, o useremo la parola Meditazione, con l’iniziale maiuscola, per indicare l’insieme di tutte queste diverse attività, mentre ci serviremo della parola meditazione, con l’iniziale minuscola, per indicare la pratica specifica che porta questo nome.

Il tema in oggetto è stato ampiamente trattato dal filosofo e pedagogo Omraam Mikhaël Aïvanhov che, in molte delle sue oltre 5.000 conferenze, ha approfondito e spiegato con chiarezza tutti gli aspetti della Meditazione. Cercheremo quindi di tracciare le linee guida del pensiero di Omraam M. A. riguardo a questo tema, contestualizzandolo in rapporto al suo Insegnamento e, più in generale, con riferimento alla Scienza dello Spirito. L’obiettivo di questo lavoro non è tanto quello di illustrare in modo esaustivo tutto ciò che Omraam M. A. ha detto sulla Meditazione, bensì quello di strutturare e schematizzare le sue riflessioni su questo argomento.

Negli ultimi decenni diverse di queste pratiche meditative hanno suscitato un grande interesse anche tra gli scienziati e i ricercatori di tutto il mondo che, con metodi empirici, hanno iniziato a studiarne gli effetti sia in ambito medico, sia psicologico, dimostrando che la maggior parte di queste tecniche, praticate con regolarità, apporta un benessere sia fisico, sia psichico.[i] Queste conferme scientifiche sull’efficacia della Meditazione non sono però sufficienti per capire, da un punto di vista esoterico e spirituale, di cosa si tratti esattamente, come si strutturi e quali siano i suoi effetti sull’essere umano.

Grazie all’Insegnamento di Omraam Mikhaël Aïvanhov, possiamo senz’altro offrire al lettore alcuni strumenti utili ad orientarsi in questo mondo, affascinante e misterioso. Cercheremo altresì di fornire le basi per sperimentare semplici ed efficaci tecniche meditative, sempre in rapporto alla prospettiva aïvanhoviana.

La struttura dell’Essere umano

Per poter comprendere il complesso mondo della Meditazione bisogna anzitutto definire l’Essere umano nella sua “dimensione sottile”, vale a dire la sua struttura energetica e i suoi corpi sottili; infatti le Pratiche meditative operano in differenti modi sulle diverse “parti” della struttura fisica, psichica e spirituale dell’Essere umano.

Molte antiche tradizioni – filosofiche, culturali o religiose – hanno cercato di rappresentare l’Uomo in modo semplice e schematico, per permettere ai propri seguaci di comprenderne esotericamente la struttura e le relative parti costitutive. Il Cristianesimo ad esempio parla di Corpo, Anima e Spirito; l’Induismo individua 7 corpi (fisico, eterico, astrale, mentale, causale, buddico, atmico); la Cabala 10 parti, come le 10 Sèphirot dell’Albero della Vita; ecc.

Tutte queste “rappresentazioni” sono in qualche misura corrette, in quanto mostrano diversi aspetti dell’individuo, di volta in volta da una particolare prospettiva, come se si trattasse delle molteplici facce di un diamante che insieme concorrono alla definizione della vera realtà.

Per la nostra analisi useremo il modello proposto da Omraam M. A., il quale utilizza una Tavola Sinottica per illustrare in maniera semplice ed efficace la struttura e il funzionamento di tutte le parti che definiscono l’Essere umano, riuscendo a sintetizzare molte delle prospettive cui abbiamo appena accennato.

PRINCIPIOIDEALENUTRIMENTO

FATTORE DI SCAMBIO

(Retribuzione)

ATTIVITA’
SpiritoTempo  -Eternità –  ImmortalitàLibertàVeritàIdentificazione – Unione – Creazione
AnimaSpazio – Immensità – InfinitoImpersonalità – AltruismoFusione – Espansione – EstasiContemplazione – Adorazione
IntellettoConoscenza – Sapere – LucePensieroSaggezzaMeditazione – Studio – Approfondimento
CuoreGioia – Felicità – CaloreSentimentoAmoreMusica – Canto – Poesia – Preghiera
VolontàControllo – Potenza – MovimentoForzaGesto – RespiroRespirazione – Esercizi – Concentrazione
Corpo FisicoVigore – Salute – VitaNutrimentoDenaroAttività – Dinamismo – Lavoro

Per aiutare a leggere e comprendere correttamente la Tavola sinottica Omraam M. A. nel libro Conosci te stesso spiega:

Come vedete, questa tavola (che noi definiamo “sinottica” perché rappresenta una panoramica della struttura dell’essere umano e delle attività che corrispondono a tale struttura) è composta da 5 colonne verticali. La prima colonna indica i Principi che costituiscono l’uomo: il corpo fisico, la volontà, il cuore, l’intelletto, l’anima e lo spirito. Nella seconda colonna leggete “Ideale”, giacché ogni principio è proteso verso un ideale. Affinché ogni principio possa raggiungere il suo ideale, è indispensabile che sia alimentato, nutrito, rafforzato; bisogna inoltre fornirgli la possibilità di sussistere onde permettergli di continuare a manifestarsi. Questo spiega perché la terza colonna è chiamata “Nutrimento”. Infine le ultime due colonne sono consacrate alla “Retribuzione”, ossia al prezzo che occorre pagare per avere questo nutrimento e all’“Attività”, cioè al lavoro che bisogna svolgere per ricevere questo pagamento. Vedete dunque che tutte queste nozioni sono interconnesse in modo perfettamente chiaro e logico. Per agevolare la comprensione inizieremo dal corpo fisico, dal momento che tutti sanno bene di cosa si tratta; tutti hanno a che fare con lui, è visibile, palpabile, è una realtà che non si può mettere in dubbio. L’ideale del corpo fisico è la salute, la vita. Per esso niente è più prezioso e più importante del fatto di godere di buona salute, di essere vigoroso e pieno di forza. Per possedere una simile vitalità, il corpo deve essere alimentato con ogni sorta di cibi solidi, liquidi e gassosi. Se non riceve questo nutrimento, muore. Non occorre aver frequentato l’università per sapere che, se si vuol sopravvivere, è necessario mangiare. Ciò non toglie che per avere il cibo ci vuole il denaro. […] Per mangiare occorre il denaro e per avere denaro occorre lavorare; è semplice. Attenzione però: non vi è mai balenato per la mente che ciò che vi sembra così ovvio sul piano fisico lo possiate ritrovare tale e quale sugli altri piani? Anche la volontà, il cuore, l’intelletto, l’anima e lo spirito si protendono singolarmente verso un obiettivo e, per realizzarlo, ognuno di questi principi ha bisogno di essere nutrito; per ottenere un simile nutrimento occorre denaro, e il denaro si guadagna solo svolgendo un certo lavoro. Quando avrete ben impresso questo schema nella vostra mente, sarete in possesso della chiave della vita fisica e psichica dell’uomo.

La Tavola sinottica sarà il nostro strumento per la comprensione e l’analisi delle pratiche meditative e sin d’ora possiamo anticipare che la concentrazione, la respirazione, la preghiera, la meditazione, la contemplazione e l’identificazione (attività che troviamo nella Tavola sinottica) sono tutti aspetti di tali pratiche; conoscendo la differenza che esiste tra queste diverse attività, sapremo classificare e soprattutto capire dove e come agisce ogni diverso tipo di tecnica meditativa.

L’obiettivo dalla Meditazione

Cominciamo però cercando di vedere qual è, dal punto di vista della Scienza dello Spirito, l’obiettivo di tutte queste tecniche.

Omraam M. A. ci spiega che, in origine, tutte le religioni e tutti i movimenti spirituali avevano l’obiettivo di permettere all’essere umano di conoscere il “Divino”, per fondersi in esso. Naturalmente nelle diverse tradizioni religiose e spirituali il “Divino” ha assunto, e assume tutt’ora, diverse forme e aspetti: si pensi a concetti come Dio, Allah, Grande Spirito, Tao, Vacuità, Sé superiore, Scintilla divina, ecc.

La fusione con il “Divino” può essere definita uno stato di coscienza elevato, uno stato interiore di pace, benessere, accompagnato da un senso di unione con il Tutto. Questo è quanto ci viene riportato dai Maestri spirituali di molte tradizioni, che hanno sperimentato in modo approfondito differenti tecniche meditative. Nonostante i metodi e le filosofie siano diverse, i risultati tendono ad avere caratteristiche simili. Nel seguente testo Omraam M. A. ci spiega qual è l’obiettivo primario di una vera meditazione:

Si usa spesso la parola “meditare”, ma senza aver capito che cosa sia la vera meditazione e quale strumento straordinario essa rappresenti per l’uomo, quali benefici e quale serenità possa apportargli e quante trasformazioni e cambiamenti possa causare nella sua vita personale, in quella della sua famiglia, della società e del mondo intero.[ii] La vera meditazione è anzitutto elevarsi fino ai mondi superiori, esprimere la propria meraviglia di fronte a tanta bellezza e rispecchiare poi sul piano terreno quel senso di stupore. (…) La meditazione deve trasformare il vostro sguardo, il vostro sorriso, i vostri gesti, il vostro comportamento, aggiungendovi qualcosa di nuovo, di più sottile… almeno una particella che vibri in armonia col mondo divino.[iii] Attraverso la meditazione e la preghiera, noi impariamo a comunicare con le regioni superiori, a proiettare verso il Cielo la parte più sottile della nostra anima, affinché questa, al suo ritorno, ci porti elementi nuovi e più spirituali, che noi non possediamo. Così, anziché ripetere eternamente gli stessi sbagli, gli stessi comportamenti erronei o la stessa mediocrità, riusciremo a superarci.[iv] Il valore e la forza di un uomo risiedono nella potenza della sua meditazione. È per questo che gli Iniziati, prima di agire, pensano, riflettono e meditano poiché, dopo queste pratiche, tutto diviene chiaro, luminoso e facile.[v]

L’obiettivo primario della Meditazione è quindi quello di metterci in contatto con la dimensione spirituale, con quel Mondo divino da cui la nostra Anima e il nostro Spirito hanno origine; la comunicazione col piano spirituale permette alla coscienza dell’uomo di elevarsi, di espandersi in modo da conoscere e percepire una realtà più “vera”.

Naturalmente questo obiettivo così elevato porta con sé una serie di effetti benefici, non necessariamente legati solo all’aspetto spirituale dell’esistenza, ma che molto interessano anche l’uomo moderno, motivo per cui certe pratiche meditative vengono sviluppate anche in contesti lontani da quello religioso e spirituale. La regolare introduzione di tecniche meditative diminuisce infatti lo stress e riduce la propensione a sviluppare emozioni negative, e permette una maggiore efficienza in termini di concentrazione e di capacità lavorative, sia da un punto di vista fisico che psichico. La meditazione abbassa la soglia di percezione del dolore e produce un senso di rilassamento e di benessere interiore, tutte caratteristiche, queste, che migliorano direttamente e indirettamente la produttività e l’efficienza degli individui nell’ambito delle attività anche più comuni, come lo studio e il lavoro.

Tuttavia, separare queste tecniche dal contesto in cui hanno avuto origine, per quanto migliorino comunque la vita di coloro che le praticano, significa separare l’albero dalle radici: una meditazione svuotata dal suo senso spirituale, non potrà mai espletare fino in fondo la propria funzione: sarà un utile strumento per migliorare la qualità della vita delle persone, ma non permetterà il raggiungimento di uno stato di coscienza superiore.

Questo particolare aspetto è di fondamentale importanza per coloro che desiderano un approccio serio alla meditazione, perché per praticare correttamente tali tecniche bisogna prepararsi interiormente e ciò include lo studio e l’apprendimento di un Insegnamento spirituale, ossia la conoscenza e il conseguente rispetto delle Leggi che regolano il piano spirituale.

Come prepararsi alla Meditazione

La meditazione è uno dei metodi più efficaci per liberarsi dai tormenti psichici, ma chi decide di praticarla deve sapere che questa decisione non rimarrà senza conseguenze, perché si entrerà in un universo dove le leggi sono altrettanto rigide e implacabili come quelle del mondo fisico. Perciò attenzione: la decisione di meditare deve accompagnarsi ad altre decisioni, e in particolare a quella di adottare una certa disciplina di vita.[vi]

Una “disciplina di vita” presuppone dunque un percorso di consapevolezza e di crescita interiore, ossia che implica la conoscenza delle Leggi che regolano la vita psichica e spirituale dell’uomo. Facciamo un esempio: guardare film molto violenti, o che incutono stati di paura, è in forte contrasto con le pratiche meditative, in quanto le immagini di questo tipo di film si imprimono nella nostra coscienza e, durante la meditazione, si manifestano impedendo al praticante di concentrarsi su soggetti luminosi e armoniosi. Lo stesso vale per coloro che mangiano carne: indipendentemente da considerazioni di carattere etico-morale, la carne possiede un’energia che blocca i centri energetici più spirituali (questo è particolarmente vero nel caso della carne di maiale):[vii]

La carne possiede delle cellule molto individualizzate. Se si è carnivori, quando ci si vuole concentrare su certe questioni, si riscontrano in sé stessi grandi opposizioni.[viii]

Anche l’uso esagerato di alcolici, o un’eccessiva attività sessuale, creano forti impedimenti nella pratica delle tecniche meditative.

Per chi vuole praticare la Meditazione l’aspetto più importante però consistere nel compiere un lavoro sui propri pensieri e sulle proprie emozioni, in quanto in ciascuno di noi tutto è legato e connesso: stati di ansia, rabbia, collera, tristezza o depressione, tutto ciò diminuisce la possibilità di riuscire nella pratica della Meditazione.

Questo non significa che chi vive questi sentimenti negativi non possa meditare; ci sono pratiche meditative adatte a tutte le situazioni, in particolare le pratiche di rilassamento, di concentrazione, le tecniche di respirazione, che implicano in particolare l’attività della volontà e che aiutano proprio a liberarsi da questi stati esistenziali sfavorevoli. Tuttavia per accedere ai livelli più elevati della Meditazione, tutta la nostra vita dev’essere in sintonia con questa scelta che, sicuramente, comporta dei sacrifici ma che, senza dubbio, apporta enormi benefici sotto tutti i punti di vista.

Meditare presuppone quindi una preparazione; chi si dispone a meditare senza aver acquisito una certa disciplina interiore, vale a dire il controllo dei pensieri, dei sentimenti e dei desideri, comincia a vagare nelle regioni inferiori del piano astrale. Là smuove al suo passaggio strati oscuri di vario genere, popolati da entità spesso ostili agli esseri umani, e ciò che allora vive si chiama delirio, fantasmagoria, e non meditazione.[ix]

Se lasciate che il vostro pensiero si disperda giorno e notte in futilità di ogni genere, non stupitevi se al momento di meditare e di legarvi alla Luce, vi scontrate con grandi difficoltà… Incominciate quindi col cercare in voi stessi la causa delle vostre difficoltà, e lavorate per dominare il vostro pensiero.[x]

Bisogna comprendere che ogni momento dell’esistenza è legato a quelli che lo precedono. È quanto intendeva dire Gesù quando consigliava: «Non affannatevi per il domani». Sì, perché se sistemate correttamente ogni cosa oggi, preparate delle buone condizioni per l’indomani. Ciò è vero per ogni campo dell’esistenza, ed è vero anche per la Meditazione.[xi]

Se interiormente avete risolto i vostri problemi il giorno prima, l’indomani sarete liberi di concentrare il vostro pensiero sull’argomento che desiderate. Se invece oggi non avete sistemato nulla, domani dovrete correre a destra e a manca per rimediare a tutte le lacune o a tutti gli errori del passato, e non sarete disponibili né per lavorare nel presente, né per creare il futuro. [xii]

Avendo compreso questo, colui che vuole meditare, comincia col prepararsi, si purifica e non si carica di ogni sorta di preoccupazioni inutili. Quando è riuscito a scappare da quella prigione della vita quotidiana con tutti i suoi obblighi, quando finalmente è libero, libero nel suo corpo, nei suoi pensieri, nei suoi sentimenti, e quando incomincia ad elevarsi interiormente, prova la sensazione intensa che esista una vita molto più bella, più ricca e più vasta, e questo lo proietta nelle regioni in cui quella vita circola… Quelle regioni che in realtà sono dentro di lui, poiché la vita divina scorre in ogni essere umano. È questa vita che egli riesce ad assaporare per un attimo, e una volta che ha fatto questa esperienza, non la può più dimenticare; ormai sa di essere in grado di sottrarsi all’ingranaggio delle forze oscure che lo limitavano e lo disintegravano, per entrare nelle correnti benefiche e liberatorie della Luce.[xiii]

Un altro aspetto importante da valutare è la scelta del momento più adatto, nel corso della giornata, per praticare la meditazione: il mattino, prima della colazione, è senz’altro il momento più adatto, perché il cibo mette in moto nel nostro organismo processi energetici che diminuiscono la capacità del corpo eterico – nella Tavola sinottica denominato volontà – di concentrarsi.

Gradualità, non avere troppe aspettative e costanza, sono poi ulteriori elementi che permettono al praticante di procedere in modo tranquillo e armonico verso i risultati desiderati.

Per quanto concerne il primo aspetto, la gradualità, bisogna prestare molta attenzione agli sforzi che chiediamo di fare al nostro cervello:

L’organismo umano, e il cervello in particolare, è capace di resistere alle tensioni più forti, ma a condizione che tali tensioni non si verifichino bruscamente. Avviene come per i motori che vanno scaldati lentamente perché non salti tutto. Quando sentite che il vostro cervello fa fatica a resistere a un’attività psichica o spirituale troppo grande, chi vi impedisce di fare qualche lavoro fisico, o anche soltanto camminare, per poter inviare quell’energia nelle braccia o nelle gambe?… L’equilibrio ritornerà, perché avrete saputo dirigere momentaneamente l’energia altrove.

In altre conferenze ho indicato un esercizio che potete fare quando sentite che il vostro cervello non funziona bene, che è bloccato: dovete massaggiare il plesso solare in senso inverso a quello delle lancette dell’orologio. Dopo alcuni minuti sentirete che la vostra mente è di nuovo libera e che potete rimettervi al lavoro. Occorre che d’ora in avanti l’attività sia suddivisa tra il cervello e il plesso solare come in un vero matrimonio in cui l’uomo e la donna vivono in armonia e si dividono il lavoro.[xiv]

Differenza tra Concentrazione, Meditazione, Contemplazione e Identificazione

Come si configurano tutti i diversi aspetti delle pratiche meditative? Come distinguerli tra loro? Come agiscono sull’Essere umano?

La Tavola sinottica proposta da Omraam M. A., risponde a tali quesiti: partendo dal corpo fisico possiamo descrivere, per ognuno dei 6 Principi (corpo fisico, volontà, cuore, intelletto, anima e spirito), le pratiche meditative corrispondenti, cercando anzitutto di comprendere in quali aspetti si differenziano tra loro e quali sono le loro caratteristiche essenziali.

Il corpo fisico – che è la parte materiale, la parte incarnata del nostro essere – a livello energetico è sostenuto e vivificato dal corpo eterico, ragion per cui questi due principi, nella nostra analisi, vengono considerati insieme. Il corpo fisico e il corpo eterico, sono talmente interconnessi, che una pratica meditativa che agisce su uno di questi due corpi opera inevitabilmente anche sull’altro. Non a caso, in molte tradizioni sono rappresentati come un unico corpo. Potremmo infatti dire che la forma di “meditazione” del corpo fisico è il movimento consapevole, assieme all’esercizio della consapevolezza dei cinque sensi. Sono attività queste che implicano un certo livello di concentrazione che, come possiamo vedere nella Tavola sinottica, viene messa in atto dalla volontà, ossia dal corpo eterico. Qualsiasi pratica meditativa legata al corpo fisico e alla volontà presuppone dunque concentrazione, consapevolezza, presenza. Come vedremo, questi aspetti sono la base di tutte le pratiche meditative.

La preghiera – di cui non tratteremo in questa sede – è la meditazione del piano emotivo; si tratta di una vera e propria forma di meditazione in quanto, attraverso il sentimento, si rivolge al Divino una richiesta, un’invocazione.

Nel piano dell’intelletto troviamo invece la meditazione propriamente detta: vedremo infatti che la vera meditazione corrisponde a una sorta di masticazione del pensiero[xv], svolta però dall’intelletto superiore, da una mente consapevole.

L’Anima invece, che aspira all’immensità, allo spazio infinito, ha bisogno della contemplazione per raggiungere il suo ideale: la sua forma di meditazione corrisponde alla contemplazione, ossia all’osservazione emotiva consapevole, che implica l’estasi di fronte alla bellezza, allo splendore del Mondo divino.

Infine lo Spirito, che per poter tendere verso il suo ideale di eternità ha bisogno di conoscere nella sua totalità il soggetto della sua meditazione, il che diviene possibile attraverso l’identificazione, ossia fondendosi con il soggetto della meditazione stessa.

Riportiamo alcuni brani di Omraam M. A. per approfondire ulteriormente quanto appena riportato, nonché le differenze tra le diverse pratiche meditative:

Le pratiche spirituali prevedono diverse attività e metodi: la concentrazione, che richiede soprattutto la volontà; la preghiera, che viene dal cuore, si chiede qualcosa al Cielo; la meditazione, che tocca il lato intellettuale ossia porta a conoscere, ad approfondire, a chiarire; la contemplazione, che tocca l’anima, ossia spinge a soffermarsi su qualcosa di bello, di luminoso, di perfetto; l’identificazione, che viene dallo Spirito. C’è quindi un lavoro di concentrazione, di meditazione, di contemplazione e, quando si riesce a innescare delle forze, dei movimenti, delle correnti in se stessi, ci si sofferma sul lato sublime, divino, con cui si prova a identificarsi, ad assomigliargli, fino a fondersi in lui, per divenire una parte della Divinità. L’identificazione è una cosa tra le più rare, difficili e meravigliose.[xvi]

Dunque questi processi si possono classificare nel seguente ordine: concentrazione, meditazione, contemplazione e identificazione. La concentrazione è il fondamento di questi quattro processi, senza la quale nessun altro può realizzarsi.[xvii]

Qualche volta è possibile concentrarsi senza grande intelligenza, senza emozione, né amore. In questo caso la concentrazione è piuttosto meccanica; è una forza. È l’inizio della volontà. Nella meditazione si aggiunge un altro elemento alla volontà: la ragione che comincia a cercare, ad analizzare, ad assorbire.[xviii] La meditazione è quindi un processo mentale, intellettuale, che consiste nel riflettere, nel cercare la luce, la sapienza, l’intelligenza; la meditazione è quindi un’attività dell’intelletto che si sforza di penetrare le verità spirituali.[xix]

La contemplazione è dell’ordine del sentimento; si tratta di riuscire attraverso l’amore, l’ammirazione, l’entusiasmo, ad ampliare tutte le facoltà del cuore e dell’anima. È l’attività dell’anima che si sofferma su di un’immagine, una qualità, una virtù, per rallegrarsi della sua luce, della sua bellezza, per comunicare con lei.[xx] Superiore alla meditazione e alla contemplazione è il lavoro magico dell’identificazione, che è un’attività della volontà, dello Spirito che si identifica col Signore, per diventare creatore come Lui.

Nella meditazione è il vostro intelletto che deve elevarsi, scegliere un soggetto che superi la vita ordinaria e concentrarsi su di esso. Quando ci siete riusciti, potete smettere di meditare, di riflettere, per contemplare soltanto quell’immagine o quel simbolo che è il riassunto, il condensato, di tutte le forze che avete smosso e fatto scattare dentro di voi meditando. Vi lasciate così impregnare da questa immagine. Ed infine, se riuscite ad identificarvi con questa bellezza, sia essa un soggetto astratto, oppure un essere, l’Essere più sublime, allora è la perfezione.[xxi]

La chiarezza di quanto appena espresso rende più facile la comprensione delle differenze tra le diverse pratiche meditative e, soprattutto, come classificare agevolmente ogni metodo, ogni tecnica e capire dove agisce, e a quali risultati ci può condurre.

Omraam M. A. consigliava inoltre di sviluppare anzitutto la facoltà che ci è più congeniale, poiché ognuno è più portato verso alcune di queste pratiche piuttosto che altre: vi è colui che ha un’attitudine più contemplativa, chi invece preferisce approfondire temi spirituali con la meditazione attraverso l’intelletto superiore, chi invece si trova più facilitato nella concentrazione e chi nell’attività dello Spirito: l’identificazione. In base alle proprie caratteristiche è bene approfondire e sviluppare le tecniche in cui ci sentiamo maggiormente a nostro agio, e solo in un secondo momento, una volta perfezionato ciò che ci è più agevole, conviene provare e sperimentare anche le altre pratiche, ricordandosi però che la base di tutte queste tecniche rimane la concentrazione.

Vedremo in un altro articolo nel dettaglio le caratteristiche di queste diverse pratiche meditative.

Note

[i] Non verranno trattati in questo articolo i risultati delle ricerche scientifiche sulle pratiche meditative, ma per maggiori informazioni si può consultare il sito: https://it.wikipedia.org/wiki/Meditazione#Ricerche_scientifiche

[ii] Aïvanhov, O. M., L’Armonia, Prosveta, 1994, p. 143.

[iii] Aïvanhov, O. M., Creazione artistica e creazione spirituale, Prosveta, 1994, p. 20.

[iv] Aïvanhov, O. M., Pensieri quotidiani 2008 (27 gennaio), Prosveta, 2007.

[v] Aïvanhov, O. M., Collezione Videlina n. 36, Prosveta.

[vi] Aïvanhov, O. M., Cercate il Regno di Dio e la Sua Giustizia, Prosveta, 2005, p. 133.

[vii] Motivo per cui in moltissime religioni il consumo di tale carne era ed è vietato.

[viii] Aïvanhov, O. M., Conferenza inedita del 1 maggio 1941.

[ix] Aïvanhov, O. M., Pensieri quotidiani 2010 (26 febbraio), Prosveta, 2009.

[x] Aïvanhov, O. M., Pensieri quotidiani 2011 (15 giugno), Prosveta, 2010.

[xi] Aïvanhov, O. M., Cercate il Regno di Dio e la Sua Giustizia, Prosveta, 2006, p. 131.

[xii] Aïvanhov, O. M., Cercate il Regno di Dio e la Sua Giustizia, Prosveta, 2006, p. 132.

[xiii] Aïvanhov, O. M., Cercate il Regno di Dio e la Sua Giustizia, Prosveta, 2006, p. 132.

[xiv] Aïvanhov, O. M., La nuova religione: Solare e universale i, Prosveta, 2009, p. 155.

[xv] Aïvanhov, O. M., La nuova Terra, Prosveta, 2009, p. 144.

[xvi] Aïvanhov, O. M., Conferenza del 3 febbraio 1974

[xvii] Aïvanhov, O. M., Conferenza inedita del 1 luglio 1944.

[xviii] Aïvanhov, O. M., Conferenza inedita del 1 luglio 1944.

[xix] Aïvanhov, O. M., La nuova religione: Solare e universale i, Prosveta, 2009, p. 152.

[xx] Aïvanhov, O. M., La nuova religione: Solare e universale i, Prosveta, 2009, p. 152.

[xxi] Aïvanhov, O. M., La nuova religione: Solare e universale i, Prosveta, 2009, p. 153.

 

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