ALBERO fronte natura

Lettera dal “Fronte della Natura” di Franco Tassi

La precipitosa caduta dell’ambientalismo italiano – Principi di Ecotattica

Una lettera intensa dal “Fronte della Natura” del nostro Autore, amico e collaboratore Franco Tassi, direttore della collana Madre Terra

Cari Amici, Colleghi, Conoscenti e Corrispondenti,

pur riconoscendo l’importanza dei Convegni, e felicitandomi vivamente per l’esito dell’ultimo sulle Foreste, mi scuso di non aver potuto partecipare, così come non potrò intervenire alle prossime manifestazioni. I motivi sono stati già ampiamente illustrati più volte, e sarebbe inutile ripeterli. Così come le ragioni di salvaguardia dell’Albero erano state esposte in tutti i documenti e messaggi diffusi in precedenza, e ribadite nel nostro incontro tenuto, con diversa impostazione, Sabato 3 Febbraio 2018 al CHM-LIPU del Porto Nuovo di Roma.

Dedicherò quindi le limitate energie e risorse attualmente disponibili alle diverse Iniziative positive e propositive in corso, che non sono né poche, né di leggero impegno, cercando poi di tenerne costantemente informati quanti possano esserne interessati

Per quel poco che una lunga presenza “sul Fronte della Natura” può avermi insegnato, credo che la precipitosa caduta dell’ambientalismo nella voragine del nulla sia dovuta alle sue divisioni, incomprensioni, doppiezze e tergiversazioni, mentre il fronte avversario avanza quanto mai unito, deciso e compatto. Non è certo una novità, nell’eterna lotta tra il bene e il male. Un tempo c’erano molte vittorie, oggi ci sono molte sconfitte: a nessuno viene in mente di chiedersi come mai? Nell’anno 1991 La Legge quadro sui Parchi venne approvata dal Parlamento Italiano all’unanimità (un solo astenuto), ed era ritenuta una delle migliori al mondo, come del resto la nostra Costituzione. Oggi, si fa tutto il possibile per distruggerle, disapplicarle, sovvertirle. I Parchi sono stati ridotti a semplici etichette al servizio della “mala-politica”, mentre  al loro interno si continua tranquillamente a tagliare i boschi, altrettanto che fuori. Abbiamo più volte segnalato e denunziato i casi più evidenti, ma senza trovare appoggi né alleanze. In realtà gli Attila che hanno provocato il disastro (avversari e pseudo-ambientalisti) siedono tranquilli nel Palazzo, e vengono unanimemente celebrati e beatificati: mentre coloro che avevano coltivato il sogno di un’Italia diversa, sono stati espulsi, defenestrati, delegittimati, emarginati e cancellati.

Alle radici della disfatta, oltre ai soliti opportunismo, poltronismo e voltagabbanismo,  c’è il congenito “analfabetismo ecologico” dell’italiano, di cui ogni giorno abbiamo conferme più che evidenti: dagli alberi dei viali e dei giardini tagliati e potati in modo focomelico, alla caccia dominante dentro e fuori le aree protette, fino agli uccisori di orsi assolti per non aver fatto apposta a indirizzare al plantigrado la fucilata: è stato un fatale incidente, mentre passeggiava con la pallottola in canna, il povero imputato era scivolato, così era partito un colpo, e per una sfortunata coincidenza un orso stava passando proprio lì davanti. E dire che c’è ancora chi glorifica e santifica certa mala-giustizia, mentre il dimenticato padre della Costituzione Piero Calamandrei aveva già lucidamente avvertito: “Quando la politica entra nella porta della giustizia, questa esce dalla finestra”.

Ma nessuno si accorge che oggi nelle scuole non si fa educazione, né civica, né ambientale (o sanitaria, stradale e altro), mentre sono iniziati corsi di addestramento alla caccia e al taglio del bosco, specie se si tratta di pinete litoranee? Ma a nessuno viene in mente di collegare i tagli delle foreste dilaganti con la spietata guerra agli alberi urbani, che già da lungo tempo era stata intrapresa? E come mai non è stato sottolineato il collegamento dell’assalto in corso, con il megagalattico Progetto Fuoco contemporaneamente esploso?

Una elementare regola di eco-tattica suggerirebbe invece di procedere in modo semplice: un bel Manifesto in difesa dell’Albero e delle Foreste (che non c’è ancora); uno snello Comitato di azione delegato a seguire passo per passo una grande Campagna di mobilitazione collettiva e popolare (qualcuno ricorda per caso l’Operazione Grande Albero?); un agguerrito Ufficio Stampa comune, che martelli incessantemente i media (mai creato); una valanga di slogan, manifesti, spot, vignette capaci di suscitare intense emozioni, e di restare impressa nel cuore della gente; la ricerca di sponsor e testimonial in grado di richiamare l’attenzione del pubblico TV-dipendente (per il Parco Nazionale del Monte Amiata abbiamo cercato di far scendere in campo Andrea Camilleri, Laura Morante e molti altri); un evento che ponga il disastro ecologico all’attenzione delle organizzazioni, della stampa e della comunità internazionale (l’Italia ha dichiarato guerra agli alberi e alle foreste, è bene che si sappia: e che vengano sottolineati i legami tra tagli indiscriminati, centrali a biomasse, energia eolica industriale e criminalità organizzata).

Potreste ovviamente non condividere questa strategia, ma nel caso foste d’accordo, potrete tranquillamente diffonderla.

Accettate i migliori auguri e i più cordiali saluti.

Franco Tassi,
Centro Parchi Internazionale